Le recenti attività di contrasto alla criminalità organizzata in Calabria hanno portato al sequestro di ingenti beni legati a due individui associati alla cosca Gallace-Gallelli. Questa operazione, condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, sottolinea l’impegno delle autorità locali nel combattere le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico della regione. Il valore totale delle proprietà confiscate si attesta intorno ai 1,2 milioni di euro e comprende aziende attive nel settore edilizio, terreni, automezzi e rapporti bancari.
Confisca e provvedimenti giudiziari
Il provvedimento di oggi si basa su una sentenza irrevocabile emessa dal Tribunale di Catanzaro, che ha messo fine a un lungo percorso legale. Questo approfondito iter è il risultato delle indagini avviate all’interno dell’inchiesta “Scheria”, che ha messo in luce il coinvolgimento della cosca Gallace-Gallelli in attività illecite. Questa cosca, radicata a Badolato, ha storicamente esercitato pressioni sui locali imprenditori, creando un clima di paura e soggezione.
Le indagini hanno avuto origine da un’operazione significativa, condotta nel 2015, che ha portato alla condanna di sette individui per estorsione aggravata da modalità mafiose. Gli imputati erano accusati di aver vessato un imprenditore del villaggio turistico di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio per un lungo periodo, circa trenta anni, attraverso pressioni continue e richieste di denaro. Questo cronico stato di intolleranza ha evidenziato la gravità del fenomeno mafioso nella regione.
Ricostruzione degli interessi economici della cosca
Un ruolo chiave nell’inchiesta è stato svolto dai militari del Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Catanzaro, che ha lavorato fianco a fianco con la Direzione distrettuale antimafia. Attraverso indagini economico-finanziarie approfondite, sono stati chiariti i legami tra i beni confiscati e gli interessi economici della cosca Gallelli. Le indagini hanno rivelato che la cosca, avvalendosi di schermi societari e di intestazioni fittizie, era riuscita a infiltrarsi in importanti attività commerciali, assicurando il controllo su settori vitali dell’economia locale.
Questo fenomeno di infiltrazione economica non solo determina una concorrenza sleale per le aziende legittime, ma ha anche un impatto devastante sull’intero tessuto sociale. L’aver messo a nudo queste dinamiche deterioranti è fondamentale per la ripresa della legalità e per la creazione di un ambiente economico più sano e competitivo.
Conseguenze legali per gli imputati
La sentenza del Tribunale ha comportato anche severe misure nei confronti degli imputati condannati. Oltre alla confisca dei beni, è stata disposta la revoca di ogni forma di assistenza pubblica nei loro confronti, in linea con le normative vigenti. Le misure patrimoniali adottate mirano a neutralizzare i profitti illeciti della cosca e a restituire alla collettività beni sottratti all’economia legittima.
Questa operazione rappresenta un passo importante nella lotta contro il crimine organizzato in Calabria, manifestando una ferma volontà di interrompere i cicli di violenza e corruzione che da lungo tempo affliggono la regione. L’azione delle autorità locali è un chiaro segno della determinazione nel ripristinare la legalità e garantire la sicurezza economica per cittadini e imprenditori onesti.