Negli ultimi mesi il consenso verso Joe Biden tra gli americani ha subito un brusco calo, come mostrano diversi sondaggi recenti. Le tensioni politiche legate alla guerra in Ucraina, la gestione delle risorse destinate al conflitto e la nuova posizione adottata nei confronti della Russia hanno alimentato dubbi e critiche nel paese. La perdita di consensi è evidente e riflette un profondo malessere riguardo alle scelte dell’amministrazione, soprattutto su un tema che resta al centro dell’agenda internazionale. Questi elementi emergono chiaramente dall’ultimo sondaggio condotto da Washington Post, ABC e Ipsos, che ha fotografato un quadro inedito dell’umore politico degli americani nel 2025.
Come sono cambiati i dati di consenso per biden
Secondo un’indagine recente realizzata da Washington Post, ABC e Ipsos, la popolarità di Joe Biden è scesa al 39%. Solo un anno fa, nel 2024, il presidente godeva di un livello di gradimento del 52%. La differenza riflette un cambiamento netto di percezione che ha messo in luce la crescente insoddisfazione della popolazione nei confronti della sua amministrazione. Il sondaggio ha coinvolto un campione significativo di cittadini distribuiti in tutto il paese, rivelando una tendenza comune alla perdita di fiducia.
Rilievo politico del calo di consenso
Il dato assume maggior rilievo se si considera l’importanza politica che l’amministrazione Biden attribuiva al mantenimento degli alleati tradizionali e al ruolo internazionale degli Stati Uniti. La caduta di oltre una dozzina di punti percentuali in poco più di un anno indica che le strategie e le decisioni finora prese non hanno incontrato il sostegno sperato tra gli elettori. Alcuni fattori specifici, legati soprattutto alla politica estera, sembrano aver pesato particolarmente sulla percezione pubblica.
la nuova postura verso Putin e i suoi effetti
Nel corso del 2025 l’amministrazione Biden ha modificato il suo approccio nei confronti di Vladimir Putin, passando da una posizione di contrapposizione dura a un atteggiamento più sfumato e orientato alla ricerca di negoziati. Questo cambio di strategia sembra arrivato con ritardo agli occhi di molti osservatori, sia dentro che fuori gli Stati Uniti. La transizione è stata accompagnata dall’annuncio di un disimpegno progressivo dall’invio di armi e fondi a sostegno dell’esercito ucraino.
Questa scelta ha scatenato un’ondata di critiche da più parti. Una parte consistente dell’opinione pubblica e di gruppi politici ha giudicato il passo come una resa inaccettabile e ha accusato l’amministrazione di aver ceduto troppo presto sulle aspettative di sostegno a Kiev. La sensazione che si stia abbandonando un alleato in una fase critica ha dato fiato a discorsi di sfiducia e polemiche. In effetti, il problema del disimpegno finanziario e bellico non si limita alla sola dimensione militare ma riguarda anche il messaggio politico trasmesso agli alleati internazionali.
Clima di insicurezza e ruolo globale
L’effetto immediato è stato il rafforzamento di un clima di insicurezza e di dubbio sulla capacità degli Stati Uniti di esercitare un ruolo guida nel contesto globale. Il discorso “america first”, prima promosso con forza, oggi appare smarrito nel momento in cui la scelta di isolarsi rischia di trasformarsi in un’autentica “america alone”. Le preoccupazioni sono condivise anche tra analisti di geopolitica, che indicano in questa svolta una strategia ambigua e poco in linea con la tradizione di leadership americana.
Contrasti sulla gestione del bilancio e impatto interno
Al centro delle polemiche c’è la gestione finanziaria dell’amministrazione Biden, che molti considerano disastrosa. Le risorse stanziate per l’appoggio all’Ucraina, per quanto significative, appaiono insufficienti davanti alla complessità del conflitto e agli sforzi richiesti. La decisione di ridurle ha provocato malumori sia tra chi sostiene un aiuto più deciso, sia tra settori politici preoccupati per l’impatto sui conti pubblici.
Con un bilancio sempre più in affanno, il governo si trova a dover bilanciare la pressione dell’opinione pubblica interna, che lamenta la scarsità di investimenti in altri ambiti sociali ed economici, con le esigenze diplomatiche e militari di un confronto globale ormai complesso. Le difficoltà a tenere saldo questo equilibrio si riflettono nella critica crescente rivolta proprio a Biden e al suo esecutivo, considerato poco incisivo sul fronte della strategia complessiva.
Priorità e divisioni interne
Un tema ricorrente nelle discussioni politiche riguarda la mancanza di chiarezza sulle priorità: un paese diviso tra la volontà di ricollocare risorse all’interno e la necessità di svolgere un ruolo attivo all’estero. La riduzione del supporto a Kiev rimane un esempio emblematico di questa contraddizione. Le ripercussioni sulla politica interna potrebbero condizionare l’agenda per il prossimo futuro, con richieste di maggiore trasparenza e di decisioni più coerenti.