Il vino dealcolizzato sta emergendo come una promettente opportunità commerciale per le aziende vitivinicole italiane, portando a una rinnovata attenzione su come comunicare e promuovere questi prodotti. Con il recente decreto del Ministero dell’Agricoltura, si prevedono importanti cambiamenti nella produzione di vini senza alcol, che richiederanno alle aziende di adottare strategie di marketing e comunicazione più precise e informative.
Comunicazione e etichettatura: nuove direttive necessarie
Una delle principali raccomandazioni avanzate da Città del Vino, un’associazione che rappresenta 500 comuni del settore vitivinicolo in Italia, è di evitare di utilizzare la parola “vino” riguardo i prodotti dealcolizzati. Al contrario, è suggerito l’uso della dicitura “bevanda ottenuta da uve”. Questa misura mira a tutelare sia i produttori che i consumatori, promuovendo una comunicazione trasparente e corretta. Angelo Radica, presidente di Città del Vino, ha evidenziato l’importanza di rivedere e aggiornare le norme vigenti, affinché possano soddisfare le esigenze di un mercato in evoluzione, senza compromettere la qualità e la tradizione.
Il nuovo decreto consente finalmente agli imprenditori italiani di praticare la dealcolizzazione totale o parziale, un’opportunità già presente in altri paesi. Questo avvicina gli agricoltori italiani ai competitor esteri e offre loro la possibilità di espandersi in mercati dove il consumo di alcol è limitato per ragioni culturali o religiose. Pertanto, l‘adeguamento delle prassi di etichettatura diventa cruciale per attrarre nuovo pubblico e comunicare l’offerta in modo chiaro.
Un equilibrio tra tradizione e innovazione
Città del Vino ha descritto il decreto come una mediazione equilibrata che risponde alle necessità commerciali contemporanee mentre preserva la qualità dei vini italiani. Il testo normativo prevede un divieto di dealcolizzazione per i vini a Denominazione di Origine Protetta e a Indicazione Geografica Protetta , salvaguardando così l’identità e l’autenticità dei prodotti tipici. Questa protezione è fondamentale per mantenere un marchio di qualità e garantire che i consumatori possano fidarsi di ciò che acquistano.
Un altro punto cruciale sollevato da Città del Vino è l’importanza di segnalare la provenienza del prodotto. Questo permetterà di mantenere un legame forte con il territorio di origine, aspetto fondamentale per i consumatori di oggi, sempre più attenti all’origine dei cibi e dei vini che scelgono. La trasparenza nell’indicazione della provenienza, unita a una comunicazione chiara, è essenziale per educare i consumatori riguardo le differenze esistenti tra vino tradizionale e vino dealcolizzato.
Rischi e consapevolezza dei consumatori
Un aspetto che non deve essere trascurato è la sicurezza dei consumatori. Città del Vino ha fatto notare che, sebbene il vino dealcolizzato possa sembrare una scelta più salutare, un consumo scorretto potrebbe comportare effetti indesiderati. La rimozione dell’alcol, che funge da conservante naturale, può portare a un deterioramento più rapido del prodotto, se non conservato adeguatamente.
È cruciale sensibilizzare il pubblico riguardo alla corretta conservazione e al consumo di queste bevande. Le aziende, oltre a seguire le direttive legislative, dovranno dunque impegnarsi in campagne informative che spieghino al consumatore come degustare e conservare il vino dealcolizzato, garantendo un’esperienza positiva.
Il panorama del vino dealcolizzato in Italia è in rapida evoluzione e si preannuncia come una significativa opportunità di sviluppo per il settore vitivinicolo nazionale. Con comunicazioni trasparenti e un impegno verso la qualità, le aziende possono sfruttare al meglio il potenziale di questo mercato emergente.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Armando Proietti