Ordinanza del Giudice di Torre Annunziata: Sgombero di Nuclei Familiari nel Complesso di Sant’Agnello

Ordinanza del Giudice di Torre Annunziata: Sgombero di Nuclei Familiari nel Complesso di Sant’Agnello

Il GIP di Torre Annunziata revoca l’ordinanza che sospendeva lo sgombero di 38 famiglie da un complesso sociale, segnando una nuova fase in un lungo iter giudiziario.
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Ordinanza del Giudice di Torre Annunziata: Sgombero di Nuclei Familiari nel Complesso di Sant’Agnello - Gaeta.it

Il 26 febbraio 2025, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata ha preso una decisione significativa in merito alla questione dello sgombero di 38 famiglie dal complesso di housing sociale di Sant’Agnello. La revoca dell’ordinanza del 27 luglio 2022, che sospendeva l’operazione di sgombero, segna una nuova fase di questo procedimento legale, che ha visto un evolversi di eventi complessi e stratificati nel corso di diversi anni.

Un iter giudiziario complesso

La storia di questo procedimento è contrassegnata da numerosi passaggi giudiziari. Tutto è iniziato il 28 febbraio 2020, quando il GIP, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivo del complesso immobiliare, accusato di presunta lottizzazione abusiva. Dopo la conferma del sequestro da parte del Tribunale del Riesame, il percorso legale ha continuato ad articolarsi in vari ricorsi e opposizioni.

L’11 gennaio 2021, la difesa degli indagati ha cercato di revocare il sequestro, ma il GIP ha rigettato la richiesta. Un passo in avanti è stato dato il 5 marzo dello stesso anno, quando il Tribunale del Riesame ha accolto l’appello dell’imprenditore Antonio Elefante, revocando il sequestro. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha successivamente annullato tale ordinanza, rimettendo la questione al Tribunale del Riesame che, in sede di rinvio, ha ripristinato il sequestro il 18 marzo 2022.

A questo punto, la Procura ha ordinato lo sgombero delle unità immobiliari occupate il 21 marzo 2022. L’ordinanza del GIP del 27 luglio seguente, che sospendeva il provvedimento di sgombero, non ha fatto altro che allungare i tempi dei procedimenti. La situazione si è complicata ulteriormente quando la Procura ha presentato ricorso in Cassazione; quest’ultima, il 24 gennaio 2023, ha riqualificato il ricorso come opposizione, rimettendo gli atti al GIP.

La sentenza finale e le sue implicazioni

Il 10 ottobre 2023 il GIP ha rigettato l’opposizione della Procura, ma le questioni non si sono chiuse lì. Il 13 marzo 2024, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del GIP, creando un ulteriore scenario di incertezze giuridiche. Questo susseguirsi di eventi ha quindi reso il contesto molto complicato, sollevando interrogativi riguardo la legittimità delle occupazioni e la situazione degli occupanti.

Nell’ordinanza emessa il 26 febbraio 2025, il GIP ha ritenuto che lo sgombero fosse non solo proporzionato ma necessario per garantire l’esecuzione del sequestro preventivo. Gli argomenti indicati dal GIP hanno messo in discussione la buona fede degli occupanti, sottolineando l’aumento del carico urbanistico causato dall’occupazione illegittima delle unità abitative. Nonostante ciò, l’esecutività dello sgombero è stata sospesa, lasciando così aperta la possibilità di ricorso in Cassazione.

Questa parziale sospensione riflette la complessità delle questioni legali in ballo e l’importanza di trovare un equilibrio tra il rispetto della legge e la dignità delle persone coinvolte nella vicenda. Il futuro di queste famiglie rimane quindi incerto, tratteggiando un quadro che continua a mutare in seguito a nuove interpretazioni e decisioni della giustizia.

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