Orfani ucraini rimangono in Italia: tribunale di Brescia blocca il rimpatrio in un Paese in guerra

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Orfani ucraini rimangono in Italia: tribunale di Brescia blocca il rimpatrio in un Paese in guerra - Gaeta.it

La questione del rimpatrio dei 57 orfani ucraini, giunti in Italia due anni fa, ha preso una piega decisiva questa settimana. Il tribunale per i minorenni di Brescia ha deciso di revocare i precedenti decreti di rimpatrio, consentendo per ora ai bambini di continuare a risiedere nella Valle Imagna, in provincia di Bergamo. Questa decisione segue la richiesta del consolato ucraino di rimpatrio, ora sospesa in attesa di una valutazione approfondita della situazione.

La decisione del tribunale di Brescia

Revoca del rimpatrio e nuova concessione di affido

Il tribunale per i minorenni di Brescia, competente per il territorio della provincia di Bergamo, ha deciso di mantenere in Italia i 57 orfani ucraini, che erano stati accolti due anni fa in diverse comunità della Valle Imagna, tra cui Rota Imagna, Pontida e Bedulita. La decisione di revocare i precedenti decreti di rimpatrio è stata motivata dalla volontà di garantire una protezione adeguata ai minori, che sarebbero tornati in un contesto di conflitto aperto.

Il tribunale ha quindi rinnovato l'affido, che era stato inizialmente concesso, per consentire una continuazione del supporto necessario ai bambini, creando così un percorso di tutela e sicurezza. La richiesta di rimpatrio era stata presentata dal consolato ucraino in Italia, ma ha visto l'opposizione di diverse agenzie internazionali per i minori, le quali hanno espresso preoccupazioni riguardo all'integrità emotiva e fisica dei bambini.

Gli sviluppi nella richiesta di rimpatrio

Nonostante la richiesta di rimpatrio fosse prevista per il 16 agosto, il tribunale ha deciso di congelarla. Ciò ha aperto la strada per un'approfondita analisi delle istanze di protezione internazionale presentate dai tutori dei minori. Questa valutazione sarà condotta da un’apposita commissione, la quale dovrà considerare le vulnerabilità dei bambini e il contesto di guerra in Ucraina.

Questa situazione evidenzia la complessità delle dinamiche legate ai minori in fuga da conflitti e guerre. Il tribunale ha ritenuto fondamentale garantire un ambiente sicuro e stabile fino a quando non sarà possibile assicurare il benessere e la protezione dei bambini nel loro Paese d'origine.

La posizione dell'UNHCR e di Telefono Azzurro

La riflessione dell'UNHCR sulla decisione

Il portavoce dell'UNHCR, Filippo Ungaro, ha espresso soddisfazione per il blocco temporaneo del rimpatrio dei minori. In un'intervista, ha sottolineato l'importanza di tenere in considerazione le vulnerabilità di questi bambini e le loro esigenze di protezione, sottolineando che “inviarli in un Paese che è ancora in conflitto sarebbe rischioso e inadeguato.”

L'UNHCR, che si occupa dell'assistenza ai rifugiati e ai minori vulnerabili, ha già evidenziato come il contesto di guerra in Ucraina non favorisca un ritorno sereno e sicuro per i bambini, e ha invitato le autorità a considerare seriamente le conseguenze emotive e psicologiche di un forzato rientro.

Telefono Azzurro: necessità di proteggere l'identità dei minori

Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, ha espresso preoccupazione riguardo al rischio di perdere il senso di identità dei minori se la loro permanenza in Italia si prolungasse. Seppure la protezione dei bambini è sacrosanta, egli ha chiarito che “il periodo di accoglienza deve essere temporaneo, per permettere loro di tornare a casa e reintegrarsi nella loro comunità d'origine.”

Caffo ha ribadito che molti altri bambini ucraini stanno già tornando a casa, evidenziando che la situazione attuale in gran parte del Paese, pur essendo ancora tesa, consente il rientro per alcuni gruppi di minori. Il presidente ha poi sottolineato che è essenziale migliorare le strutture di accoglienza e fornire supporto psicologico ai bambini ancora in Ucraina, per assicurarsi che possano affrontare il difficile contesto in cui vivono.

La discussione attuale attorno al rimpatrio dei bambini ucraini riflette una questione più ampia riguardante la protezione dei minori in contesti di guerra e la necessità di sostenerli in un ambiente che garantisca il loro sviluppo psicologico ed emotivo.

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