Un’ombra di mistero avvolge l’ospedale Papardo di Messina, dove sei pazienti sono deceduti nel giro di 35 giorni dopo interventi di cardiochirurgia. Questi decessi, avvenuti in seguito a operazioni per l’installazione o la sostituzione di valvole cardiache e bypass coronarici, hanno suscitato preoccupazioni e innescato un’inchiesta da parte della procura della città siciliana. La situazione ha già sollevato domande su possibili collegamenti tra le morti e la presenza di un batterio potenzialmente letale all’interno delle aree operatorie, richiedendo ulteriori accertamenti.
L’inchiesta della procura e l’iscrizione nel registro degli indagati
L’indagine avviata dalla procura di Messina ha visto l’iscrizione nel registro degli indagati di tre medici operanti presso l’ospedale. Le autorità stanno esaminando da vicino le circostanze intorno ai decessi, ora ritenuti da alcuni attori coinvolti il risultato di un’infezione legata a un batterio. I carabinieri del NAS, specializzati nel controllo delle strutture sanitarie, hanno già sequestrato due sale operatorie del reparto di Cardiochirurgia, al fine di raccogliere prove e condurre ulteriori verifiche.
Le indagini sono iniziate solamente dopo le denunce presentate da alcuni familiari delle vittime a settembre, sollevando un velo di dramma e angoscia riguardo alla sicurezza dei pazienti in tali situazioni critiche. La procedura ha acceso a riflessioni più ampie sulle opere sanitarie e sull’importanza della vigilanza sulla salute pubblica.
Analisi della salubrità delle aree operatorie e dei possibili agenti patogeni
Un focus particolare viene dato alle indagini condotte sui livelli di igiene e sulla presenza di agenti patogeni nelle sale operatorie coinvolte. Secondo le analisi eseguite da consulenti tecnici dei pm, sono emerse criticità preoccupanti. Si è riscontrato un superamento della soglia di sicurezza per quanto riguarda la presenza di microrganismi e agenti patogeni.
Tali dati sembrano rinforzare l’ipotesi che possa esserci un legame diretto tra le morti e un batterio killer. L’attenzione dell’inchiesta si sta ora allargando per esaminare anche la qualità delle valvole usate durante gli interventi chirurgici, un ulteriore aspetto che potrebbe contribuire a chiarire la causa dei decessi.
L’appello del Codacons e richieste di verifiche su scala più ampia
Il Codacons, associazione di difesa dei consumatori, ha espresso forte preoccupazione per questa serie di eventi tragici. Hanno messo in evidenza come questo caso non riguardi solo l’ospedale Papardo, ma sollevi interrogativi più ampi sulla sicurezza delle strutture sanitarie in generale. Secondo l’associazione, è fondamentale che vengano eseguite indagini ispettive non soltanto riguardo a questo caso specifico, ma per analizzare gli standard di igiene e sicurezza in tutte le strutture sanitarie, sia pubbliche che private, presenti in Sicilia.
L’associazione ha chiesto che vengano intraprese misure concrete per garantire la salute dei pazienti, rimarcando che è essenziale accertare le responsabilità delle strutture coinvolte e adottare misure di controllo più rigorose. Il Codacons ha ribadito l’urgenza di attivare un piano di verifica e monitoraggio che impedisca il ripetersi di simili focolai infettivi e l’insorgere di situazioni analoghe in futuro, evidenziando la necessità di una salute pubblica sicura e a tutela dei cittadini.
Ultimo aggiornamento il 24 Novembre 2024 da Armando Proietti