Scienziati hanno recentemente svelato dettagli incredibili riguardo a una supernova verificatasi nel 1181 nella costellazione di Cassiopea. Utilizzando il Keck Cosmic Web Imager presso l’Osservatorio W. M. Keck alle Hawaii, sono stati in grado di mappare in 3D una rete di filamenti che si allontanano da questo evento esplosivo, trasformando la nostra comprensione di come i resti di supernova si sviluppano nel cosmo. Questa scoperta non solo illumina un’importante parte della nostra storia astronomica, ma offre anche nuove prospettive sui processi che governano la vita e la morte delle stelle.
La supernova del 1181: un evento storico
Nel 1181, una supernova osservabile ad occhio nudo apparve nel cielo per sei mesi, attirando l’attenzione degli astronomi cinesi e giapponesi. Questa esplosione, nota come SN 1181, ha avuto un’enorme rilevanza storica, dato che è stata documentata in testi antichi, segnando una delle rare occasioni in cui l’umanità ha assistito a un fenomeno così straordinario. Per secoli, i resti di questo evento sono rimasti sconosciuti e invisibili fino a quando nel 2013, l’astrofilo Dana Patchick ha identificato i resti della nebulosa in prossimità del sito di esplosione. La scoperta della nebulosa, successivamente collegata alla supernova, ha riacceso l’interesse degli scienziati per il fenomeno del 1181, portando a nuove osservazioni e ricerche.
Il KCWI ha permesso di esplorare i resti della supernova in una dimensione precedentemente non accessibile. Le immagini tridimensionali rivelano filamenti che si estendono dal punto d’esplosione e si allontanano a velocità impressionanti, fornendo un’anticipazione visiva di come si evolve il materiale stellare dopo un evento catastrofico di questa portata. Queste osservazioni non solo offrono punti di vista nuovi, ma aumentano anche le informazioni disponibili sul fenomeno della supernova e sulle fasi successive della vita stellare.
Filamenti e “stelle zombie”: un nuovo sguardo sull’esplosione
I filamenti osservati appaiono come sottili strutture che ricordano i petali di un dente di leone e sono stati analizzati in modo approfondito nel recente studio, pubblicato su The Astrophysical Journal Letters. Christopher Martin, un fisico del California Institute of Technology, ha descritto come il KCWI permetta di visualizzare e misurare il movimento dei frammenti espulsi dalla supernova, quasi come se si stesse osservando un “filmato” di fuochi d’artificio spaziali in movimento. Questa innovazione tecnologica rappresenta un passo avanti cruciale per la comprensione di come i resti delle supernova si comportano in seguito all’esplosione.
La scoperta di una “stella zombie” rappresenta un ulteriore sviluppo significativo della ricerca. Questo tipo di stella, che è sopravvissuta all’esplosione, offre agli astronomi la possibilità di studiare i processi che si verificano dopo tali eventi catastrofici. La mappatura dei filamenti di zolfo emessi dalla nebulosa collega il materiale espulso all’attività della supernova, e i ricercatori sono ora impegnati a comprendere le origini e lo sviluppo di queste strutture.
Comprendere la peculiarità della supernova di tipo Iax
La supernova del 1181 non è stata un’esplosione tipica. Si ritiene che sia stata causata da un’esplosione termonucleare che ha coinvolto una nana bianca, una stella densissima. L’ipotesi è che l’evento possa essere stato innescato dalla collisione di due nane bianche, ma contrariamente a quanto tipico in simili catastrofi stellari, questo fenomeno ha portato a una supernova di tipo Iax, meno potente e più delicata della consueta esplosione di una nana bianca. Questo rende l’evento particolarmente interessante da studiare.
Ilaria Caiazzo, professoressa all’Institute of Science and Technology Austria e coautrice dello studio, ha enfatizzato la “natura insolita” di questa esplosione. La descrizione storica di SN 1181 come un fenomeno meno luminoso rispetto ad altre supernove ha sollevato domande sulla sua reale intensità e sulle caratteristiche che differiscono dai modelli standard di esplosione stellare.
La mappatura e l’importanza dei filamenti nel contesto astrofisico
Utilizzando il KCWI, gli astronomi hanno potuto raccogliere dati su ogni pixel dell’immagine in più lunghezze d’onda di luce, contribuendo notevolmente alla ricostruzione del fenomeno esplosivo. Misurando il movimento dei filamenti con precisione, gli scienziati possono osservare il materiale che si espande a velocità incredibili, fino a 3,5 milioni di chilometri all’ora. Questa mappatura non solo aiuta a datificare l’evento dell’1181, ma dimostra anche la continua evoluzione e espansione dei risultati dell’esplosione.
I filamenti che si avvicinano alla Terra visualizzano una sfumatura blu, mentre quelli che si allontanano presentano un colore rosso, grazie all’effetto Doppler. Questa distinzione consente di tracciare il movimento e l’espansione dei frammenti a distanza di secoli. La scienza dell’astronomia continua a progredire, e la comprensione di eventi come la supernova del 1181 offre opportunità per nuove scoperte su come il nostro universo evolve nel tempo.
Ultimo aggiornamento il 1 Novembre 2024 da Elisabetta Cina