Ostiglia: un agricoltore denunciato per avvelenamento di nutrie in un campo nel Mantovano

Ostiglia: un agricoltore denunciato per avvelenamento di nutrie in un campo nel Mantovano

Un agricoltore di Ostiglia denunciato per aver usato esche avvelenate contro le nutrie, sollevando preoccupazioni per la sicurezza ambientale e l’importanza di metodi sostenibili nella gestione della fauna selvatica.
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Ostiglia: un agricoltore denunciato per avvelenamento di nutrie in un campo nel Mantovano - Gaeta.it

Un episodio inquietante ha colpito la comunità di Ostiglia, in provincia di Mantova, dove un agricoltore di 66 anni è stato denunciato dai carabinieri forestali. L’uomo è accusato di aver utilizzato esche avvelenate per combattere i danni causati dalle nutrie, roditori che hanno invaso le sue coltivazioni. La pratica illegale, che ha suscitato l’indignazione delle autorità, coinvolge metodi estremi di gestione della fauna selvatica, sollevando interrogativi sulla sicurezza e sulla salute dell’ambiente circostante.

La situazione delle nutrie e i danni alle coltivazioni

L’espansione delle popolazioni di nutrie nel territorio lombardo ha generato preoccupazioni tra gli agricoltori, molti dei quali hanno segnalato danni significativi alle loro coltivazioni. Questi roditori, originari del Sud America, si sono adattati bene alle condizioni locali e si nutrono di una vasta gamma di piante, inclusi ortaggi e cereali. I loro scavi costituiscono un rischio anche per il terreno, poiché possono causare erosione e rendere instabili i bordi dei fossati. Per molti agricoltori, la pazienza inizia a diminuire e alcuni ricorrono a soluzioni drastiche per proteggere il proprio lavoro.

Nel caso di Ostiglia, l’agricoltore ha deciso di adottare un metodo illecito, spargendo esche avvelenate nel fossato che delimita il proprio appezzamento. Le esche, costituite da pezzi di frutta imbevuti di liquido per radiatori d’auto, avevano lo scopo di uccidere le nutrie presenti nella zona. Questo comportamento non solo rappresenta una violazione delle leggi sulla protezione della fauna selvatica, ma pone anche un serio rischio per gli animali e per l’ecosistema locale.

Le indagini delle autorità competenti

La segnalazione di esche avvelenate ha attirato l’attenzione delle guardie ittico-venatorie, che, accortisi di quanto stava accadendo, hanno immediatamente contattato i carabinieri forestali. Le indagini hanno coinvolto anche veterinari dell’Agenzia di Tutela della Salute Valpadana e specialisti del laboratorio zooprofilattico di Brescia, che hanno fornito supporto per identificare la sostanza tossica e le sue conseguenze.

Attraverso un attento lavoro investigativo, le autorità hanno risalito all’autore di questo gesto inconsapevole e distruttivo. L’agricoltore, riconosciuto come autore del reato, ha collaborato con le forze dell’ordine e con le guardie ittico-venatorie per procedere alla bonifica della zona. Questo intervento ha riguardato la rimozione delle esche avvelenate, un passo fondamentale per salvaguardare la fauna e la flora locale e prevenire ulteriori danni all’ecosistema.

L’importanza della gestione sostenibile della fauna selvatica

Il caso di Ostiglia sottolinea l’importanza di un approccio responsabile nella gestione delle popolazioni di fauna selvatica. Si tratta di un tema delicato, che coinvolge tante realtà agricole e richiede un dialogo costruttivo tra agricoltori, istituzioni e ambientalisti. La questione delle nutrie deve essere affrontata non con metodi coercitivi e dannosi, ma attraverso strategie di controllo che rispettino l’ambiente e le normative vigenti.

Esistono diverse soluzioni ecologiche che possono essere implementate per ridurre i danni causati da queste specie. Tra le tecniche più comuni ci sono l’installazione di barriere fisiche, come reti occludenti, e l’uso di trappole non letali, che possono aiutare a gestire la popolazione di nutrie senza ricorrere a metodi tossici.

Le autorità locali e gli agricoltori sono invitati a collaborare per garantire che le pratiche agricole siano sostenibili e rispettose dell’ambiente, contribuendo così a tutelare la biodiversità e la salute del territorio.

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