Ottantesimo anniversario dell'eccidio delle Malghe di Porzus: ricordo e riflessione a Faedis

Ottantesimo anniversario dell’eccidio delle Malghe di Porzus: ricordo e riflessione a Faedis

Faedis commemora l’ottantesimo anniversario dell’eccidio delle Malghe di Porzus, ricordando il sacrificio dei 17 partigiani uccisi e riflettendo sull’importanza della libertà e della memoria storica.
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Ottantesimo anniversario dell'eccidio delle Malghe di Porzus: ricordo e riflessione a Faedis - Gaeta.it

Nella mattinata di oggi, Faedis, in provincia di Udine, ha riservato un’importante cerimonia commemorativa per l’ottantesimo anniversario dell’eccidio delle Malghe di Porzus. Questo tragico evento, avvenuto tra il 7 e il 18 febbraio del 1945, ha visto la morte di 17 partigiani della Brigata Osoppo-Friuli, uccisi dai loro stessi compagni, i partigiani gappisti guidati da Mario Toffanin, noto come Giacca. Questo episodio rappresenta uno dei momenti più critici e dolorosi della Resistenza italiana, e le sue implicazioni storiche riecheggiano ancora oggi.

Una cerimonia di ricordo e solidarietà

La mattinata commemorativa ha avuto inizio con una cerimonia ufficiale alla presenza di autorità locali e regionali. Successivamente, si è tenuta una messa, che ha riunito partecipanti in un momento di riflessione e preghiera. Una parte della folla ha poi fatto visita alla malga, il luogo emblematico dove si è consumata la tragedia. Tra le vittime dell’eccidio spiccano nomi di spicco, come Guido Pasolini, fratello del noto scrittore Pier Paolo Pasolini, e Francesco De Gregori, meglio conosciuto come “Bolla”, zio del cantautore, nonché Capitano degli Alpini e comandante delle Brigate Est della Divisione Osoppo.

Questi eventi non sono solo un’occasione per ricordare i caduti, ma anche un momento di approfondimento sul significato della Resistenza e dei suoi valori, che continuano a influenzare la nostra società contemporanea. La commemorazione è servita anche a ristabilire un legame tra le nuove generazioni e la storia, affinché il sacrificio di quegli uomini non venga dimenticato.

La riflessione dei leader locali

Tra i presenti alla cerimonia si sono distinti anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, e il Governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Quest’ultimo ha sottolineato l’importanza di mantenere vivo il ricordo di eventi come quello di Porzus, affermando che commemorare significa onorare “il sacrificio di chi ci ha consegnato un Paese libero e democratico“. La libertà, secondo Fedriga, non è un diritto da dare per scontato, ma una conquista da difendere costantemente.

Il Governatore ha messo in guardia riguardo alle sfide attuali, sostenendo che il contesto politico mondiale presenta nuove problematiche e responsabilità. La capacità di tutelare la libertà e i principi di democrazia è cruciale per non cadere in errori già vissuti nel passato. I messaggi di questi leader riflettono un forte desiderio di promuovere un’educazione storica attiva e di vigilanza nei confronti delle libertà conquistate.

L’eredità dell’eccidio di Porzus

L’eccidio delle Malghe di Porzus non è solo una ferita aperta nella memoria collettiva, ma un elemento fondamentale per la comprensione delle dinamiche interne alla Resistenza italiana. Le divisioni tra le diverse fazioni partigiane rappresentano le complesse realtà politiche e sociali dell’epoca, rendendo Porzus un caso studio significativo. Questo episodio ha messo in luce le tensioni interne, che hanno avuto conseguenze devastanti non solo per i protagonisti coinvolti, ma anche per l’intero movimento resistenziale.

L’ottantesimo anniversario non è pertanto solo un evento commemorativo ma un’occasione per riflettere e rinnovare l’impegno collettivo nella difesa dei valori democratici. La sfida è quella di non permettere che la storia si ripeta, rimanendo vigili per proteggere ciò che è stato conquistato con tanto sacrificio. La memoria di Porzus vive così non solo nei racconti di chi ha vissuto quel periodo, ma anche nei cuori di chi continua a impegnarsi per un futuro libero e giusto.

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