La polizia di Napoli ha eseguito otto arresti legati all’omicidio di Domenico Gargiulo, noto come “Sicc’ e Penniell”, figura vicina a diversi clan camorristici. Il suo corpo fu ritrovato nel bagagliaio di un’auto rubata a Scampia, nel settembre 2019. Le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia, hanno fatto luce su una rete criminale attiva nel quartiere Secondigliano, svelando collegamenti con le cosiddette alleanze camorristiche locali.
il ritrovamento del corpo e le circostanze dell’omicidio
Il cadavere di Domenico Gargiulo è stato scoperto l’8 settembre 2019 dentro il bagagliaio di un’auto rubata a Scampia. Le forze dell’ordine ipotizzano che fosse stato attirato in trappola da una rete organizzata per poi essere eliminato. Gargiulo era una figura conosciuta negli ambienti della criminalità organizzata campana, e non era nuovo a situazioni pericolose: si trovava coinvolto in vari clan, il che gli aveva già causato tentativi di eliminazione in passato.
tensioni e precedenti
Il precedente più grave risale al 2012, quando due tentativi di agguato vennero fatti contro di lui. In quello del 15 ottobre, tuttavia, fu ucciso per errore Pasquale Romano, un uomo estraneo alle faide. Questa dinamica ha contribuito a una situazione di tensione prolungata nei quartieri popolari di Napoli nord. L’omicidio del 2019 è stato collegato dagli investigatori a una vendetta legata alla sentenza di ergastolo inflitta a Salvatore Baldassarre, nipote di un noto boss locale.
i protagonisti dell’operazione e le accuse
L’arresto degli otto sospetti è stato disposto dal gip di Napoli, su richiesta della direzione distrettuale antimafia, e l’esecuzione è avvenuta a cura della squadra mobile della città. Gli indagati sono stati colpiti da accuse pesanti che vanno dall’omicidio all’occultamento di cadavere, comprendendo anche reati di associazione mafiosa e traffico di droga.
nomi e ruoli
Tra loro, figura Antonio Bruno, considerato promotore del gruppo del Rione Don Guanella, una formazione collegata al clan Licciardi. Gli altri arrestati sono Luigi Attanasio, Vincenzo D’Alterio, Salvatore D’Alterio, Francesco D’Errico, Antonio Liguori, Salvatore Panico e Vincenzo Palma. Le accuse comprendono anche spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale e porto di armi, estorsione, favoreggiamento, riciclaggio e ricettazione.
Questo insieme di reati indica che il gruppo non si limitava alla violenza, ma gestiva un’attività strutturata nei quartieri di Napoli nord, con la disponibilità di armi e un’organizzazione capace di imporre il proprio controllo tramite intimidazioni costanti o attacchi mirati.
il contesto criminale tra secondigliano e rione don guanella
Secondigliano e il Rione Don Guanella rappresentano da anni un terreno caldo per le attività dei clan camorristici napoletani. L’inchiesta ha evidenziato come l’area sia sotto l’influenza della cosiddetta alleanza di Secondigliano, una coalizione di gruppi criminali che comprende tra gli altri il clan Licciardi e associazioni collegate.
il ruolo di antonio bruno
Antonio Bruno, alla guida della formazione di Don Guanella, ha un ruolo centrale in questa rete criminale. L’indagine dimostra come il controllo su questi quartieri venga mantenuto tramite la violenza e la gestione di traffici illeciti. La morte di Domenico Gargiulo si inserisce in una guerra tra fazioni, con il suo passato segnato da continui cambi di alleanze e contrasti interni fra gruppi rivali.
Il ritrovamento del corpo in condizioni così significative dimostra la brutalità del metodo e la determinazione a eliminare chi si trovava in una posizione fragile o scomoda. In questo contesto la rete di reati individuata copre un’ampia gamma di attività criminali, dalla gestione delle armi fino al denaro sporco.
i retroscena e le motivazioni dietro l’omicidio
Secondo gli inquirenti, la morte di Domenico Gargiulo ha una motivazione precisa: la vendetta per la condanna all’ergastolo di Salvatore Baldassarre, legato al clan Abbinante, un altro gruppo camorristico della zona. Questa circostanza ha innescato un’escalation di violenza tra le fazioni.
Gargiulo, pur avendo cambiato alleanze fra vari clan nel corso degli anni, è finito coinvolto in faide che non gli hanno lasciato scampo. La sua eliminazione è stata studiata come un segnale destinato tanto ai gruppi avversari quanto agli affiliati stessi.
Le armi sequestrate agli arrestati confermano una realtà fatta di raid armati e intimidazioni frequenti, una pratica comune nei quartieri in cui si disputano il controllo delle piazze di spaccio e delle estorsioni. Il sistema criminogeno funziona come una rete complessa, in cui ogni azione violenta crea un’onda che alimenta ulteriori conflitti.
i futuri sviluppi giudiziari
I risvolti giudiziari di quest’operazione si concentreranno sull’identificazione dei ruoli e dei mandanti, nella speranza di decapitare i vertici e frenare l’espansione di questo gruppo sul territorio napoletano. La ricostruzione dei fatti, partita da un ritrovamento macabro, si sta trasformando in un colpo significativo alla rete criminale nel Napoli nord.