Otto decenni dalla deportazione dei "7 di Gusen": una commemorazione a Bolzano

Otto decenni dalla deportazione dei “7 di Gusen”: una commemorazione a Bolzano

Cerimonia a Bolzano per l’80° anniversario della deportazione dei “7 di Gusen”, con riflessioni sui valori della Resistenza e l’importanza della memoria storica nella lotta per libertà e giustizia.
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Otto decenni dalla deportazione dei "7 di Gusen": una commemorazione a Bolzano - Gaeta.it

In occasione dell’80° anniversario della deportazione dei “7 di Gusen”, un’importante cerimonia ha avuto luogo a Bolzano. L’evento ha visto la partecipazione di Guido Margheri, presidente di ANPI Alto Adige Südtirol, e di Enzo De Gasperi, figlio di uno dei partigiani, a commemorare la memoria di coloro che hanno combattuto per la libertà. La ricorrenza è stata marcata da una profonda riflessione sui valori della Resistenza, ancora attuali nel panorama politico e sociale contemporaneo.

La cerimonia commemorativa

La commemorazione è avvenuta presso l’installazione dedicata ai “7 di Gusen”, situata nel cimitero di Bolzano. Durante l’evento, Guido Margheri ha consegnato a Enzo De Gasperi e a suo fratello le tessere d’onore ANPI 2025, un gesto simbolico che sottolinea l’importanza della memoria storica. Margheri ha messo in evidenza anche che la coincidenza della cerimonia con il compleanno di Hans Pircher, un altro partigiano, porta a riflessioni più ampie sul significato della memoria collettiva. La nota ufficiale dell’ANPI Alto Adige ha rimarcato come commemorare le “due resistenze” non significhi solo ricordare il passato, ma anche riaffermare valori fondamentali che caratterizzano la nostra società e sono alla base della Costituzione italiana.

Riconoscimento dell’eredità dei partigiani

Il messaggio principale lanciato durante la cerimonia è stato un invito a riflettere sul coraggio e sull’impegno di coloro che, in condizioni estremamente difficili, hanno resistito alle oppressioni. L’ANPI ha sottolineato come il dialogo che ha portato all’autonomia e alla convivenza in Alto Adige debba molto al lascito morale dei partigiani della Resistenza. Questo richiamo alla memoria rappresenta non solo un omaggio ai caduti, ma anche un monito per le attuali generazioni e per le istituzioni, affinché i valori di libertà e giustizia non vengano mai dimenticati.

I “7 di Gusen”

I protagonisti di questa storia sono i cosiddetti “7 di Gusen”: Tullio De Gasperi, Walter Masetti, Adolfo Beretta, Decio Fratini, Erminio Ferrari, Romeo Trevisan e Gerolamo Meneghini. Questi partigiani furono deportati il 1° febbraio 1945, a seguito di arresti violenti condotti con brutale risolutezza. La loro incarcerazione e il successivo trasferimento nei campi di sterminio di Mauthausen e Gusen evidenziano le atrocità subite da chi lottava per la libertà.

La loro storia è una testimonianza delle brutalità esercitate dai regimi totalitari e del sacrificio di chi ha scelto di opporsi alla tirannide. In particolare, il Comitato di Liberazione Nazionale di Bolzano, guidato da Manlio Longon, ha svolto un ruolo cruciale nella resistenza. Longon, arrestato e assassinato dalla Gestapo, è simbolo di un impegno silenzioso ma determinato a mantenere viva la lotta per la libertà, che ha permesso a molti altri di continuare l’attività di supporto ai deportati.

L’importanza della memoria storica

Ricordare i “7 di Gusen” e altri partigiani significa mantenere viva la memoria storica di chi ha sacrificato la propria vita per una causa giusta. Le cerimonie commemorative, come quella tenutasi recentemente, hanno il compito di educare le nuove generazioni su quanto accaduto, affinché simili atrocità non si ripetano mai più. La lotta per la libertà e i diritti umani continua, e il ricordo dei partigiani deve rimanere una fonte di ispirazione per chi desidera un mondo più giusto e solidale.

Ultimo aggiornamento il 1 Febbraio 2025 da Sofia Greco

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