Nel 2026 la città di Oulu, situata nel nord-ovest della Finlandia, assumerà il prestigioso ruolo di Capitale Europea della Cultura, insieme a Trenčín in Slovacchia. Con l’obiettivo di stimolare un cambiamento culturale influenzato dalla pandemia, la città ha scelto il motto “Cultural Climate Change“, sottolineando l’importanza di rispettare l’ambiente e promuovere iniziative culturali sostenibili. Oulu si prepara a mettere in luce la sua tradizione, la cultura indigena Sami e aspetti unici della vita finlandese, come la sauna, tutto nell’ambito di un programma che verrà rivelato il 15 gennaio, dopo anni di preparativi.
Lavori in corso: il rinnovamento del silo di Aalto
Uno dei progetti più rilevanti in vista dell’anno da Capitale della Cultura è il recupero del “silo di Aalto”, che si trova nel quartiere di Meri-Toppila, una zona residenziale della periferia di Oulu. Questo edificio, costruito nel 1931 e progettato dall’illustre architetto Alvar Aalto, ha trascorso decenni in stato di abbandono e, fino a poco tempo fa, era in pericolo di demolizione. Grazie all’assegnazione del titolo di Capitale Europea della Cultura e all’intervento della Fondazione Factum, il silo avrà una nuova vita.
Valentino Tignanelli, architetto italo-argentino che ha lavorato al progetto di ripristino del silo, ha espresso la sua preoccupazione per il destino dell’edificio. Dopo aver iniziato a documentare il silo durante un master in architettura, Tignanelli è stato colpito dalla bellezza e dalla potenzialità di Oulu, una città che si presenta come un punto di confine in Europa. Durante un’intervista con l’ANSA, ha dichiarato: “Oulu è una città che fa parte dell’Europa, ma si trova ai margini. Il futuro del nostro continente passa anche attraverso l’Artico“.
Con la ristrutturazione, il silo non sarà solo restaurato, ma diventerà un simbolo della storia dell’architettura di Oulu e della Finlandia. Tignanelli ha fatto notare che non è solo la struttura a interessarlo, ma anche l’intero quartiere, spesso trascurato.
Un approccio innovativo al restauro
Il restauro del silo di Aalto non si limita a riqualificare un edificio dimenticato, ma cerca di promuovere un nuovo modo di concepire il riciclo e la sostenibilità. Charlotte Skene Catling, architetta di fama internazionale e responsabile del progetto, ha parlato dell’importanza di creare un “protocollo di Oulu”. Questo protocollo definirà linee guida per il riutilizzo del cemento armato, mirando a ridurre l’impatto ambientale generato dalla costruzione e distruzione di edifici.
Skene Catling ha spiegato che non è solo un semplice progetto di restauro fisico, ma un’opportunità per esaminare e rinnovare le pratiche edilizie. Questo approccio innovativo al recupero del cemento rappresenta un segno tangibile del cambiamento di paradigma in atto nel settore dell’architettura e nel modo in cui affrontiamo le questioni ambientali.
Recentemente, il silo di Aalto è stato riconosciuto ufficialmente come uno dei partner del nuovo Bauhaus europeo, una notizia accolta con entusiasmo da Tignanelli: “Questo è un grosso passo in avanti per il progetto. Ora ci auguriamo che riceveremo il supporto politico necessario per inaugurare l’edificio nel 2026“.
In sintesi, Oulu sta dimostrando un impegno significativo verso la cultura e l’ambiente, preparando il terreno per un reale cambiamento culturale e sociale nel contesto europeo. La storia del silo di Aalto riflette il potere del design e dell’architettura nel generare trasformazione, un aspetto cruciale per la futura identità della città in un periodo di profonde sfide globali.
Ultimo aggiornamento il 5 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano