Il mondo del cinema si prepara ad accogliere ‘L’infinito‘, un’opera che segna il ritorno di Paolo Sorrentino con una narrazione intima e profonda. Prodotto dalla Piper Film e in sala dal 15 maggio, il film è una riflessione sui temi della crisi personale e artistica, vista attraverso gli occhi di un protagonista alle prese con la sua fragilità. Con racconti di vita vissuta e un tocco di ironia, il progetto ha preso forma dopo una conversazione spontanea tra Sorrentino e l’attore Umberto Contarello, spingendoli a trasformare le loro incertezze in un lavoro cinematografico.
La genesi del film
L’idea di ‘L’infinito‘ è scaturita da un dialogo tra Sorrentino e Contarello, i quali, come spesso accade, si sono trovati a lamentarsi della condizione del mondo contemporaneo. In mezzo alle frustrazioni quotidiane, Sorrentino ha suggerito di produrre un film per dare una nuova direzione a queste lamentele. Ma non si trattava di un film qualsiasi: l’idea era quella di un progetto intimo, che rispecchiasse le esperienze personali di Contarello. “Perché non utilizzare il tuo vissuto e farvi un film?” è stata l’illuminazione che ha dato vita a questo progetto, ispirandosi ad autori come Kaurismaki e Jarmush.
Il film si apre con la voce di Contarello, che interpreta Umberto, un affermato sceneggiatore in crisi. La sua affermazione iniziale, “la mia situazione è avvilimento”, racchiude perfettamente l’anima del film, che si snoda in un gioco di luci e ombre, non solo attraverso l’uso del bianco e nero, ma anche nelle emozioni del protagonista. Umberto è un artista che si confronta con la propria caduta; le incertezze professionali e le relazioni familiari si intrecciano, dando vita a un racconto che, pur nella sua malinconia, è arricchito da momenti di ironia e leggerezza.
Un viaggio di introspezione
Nel corso del film, Umberto intraprende un percorso di vagabondaggio interiore, cercando di trovare un equilibrio nella sua vita. I suoi tentativi di rimettersi in carreggiata professionale si intrecciano con il rapporto complicato con la giovane sceneggiatrice, che aspira a trovare il giusto punto di svolta nella sua carriera. Contestualmente, Umberto lotta per riconnettersi con la figlia Elena, creando una rete emotiva che si dipana tra il desiderio di successo e l’inevitabilità della delusione.
Le scene si alternano tra momenti di introspezione e rapporti fugaci con ex-compagne, dimostrando un’intensa ricerca di connessione. Ogni personaggio, dalla giovane suora armena che vive di fronte a Umberto fino al suo maggiordomo, incarna una parte di questo viaggio, amplificando le sensazioni di nostalgia e malinconia. L’intreccio delle relazioni e il modo in cui influenzano la vita del protagonista sono centrali per l’evoluzione della storia, portando lo spettatore a riflettere sulle fragilità e le speranze degli artisti.
Un’opera tra ammirazione e vulnerabilità
Sorrentino e Contarello hanno lavorato insieme per dar forma a un film che riesce a trasmettere il peso delle emozioni in un modo autentico. Durante l’incontro stampa a Bari, Contarello ha raccontato la genesi del progetto, sottolineando come, in un momento di vulnerabilità, Sorrentino gli abbia dato la possibilità di diventare non solo co-autore della sceneggiatura, ma anche protagonista della storia. La trasformazione da sentimenti di impotenza a una narrazione di speranza riflette la volontà di affrontare le paure comuni in un modo attuale e coinvolgente.
Il film, con la sua struttura libera e intima, incarna la visione di due artisti che scelgono di esplorare i propri limiti e le proprie aspirazioni. Con a disposizione una regia che porta la firma di Sorrentino e un’interpretazione sincera da parte di Contarello, ‘L’infinito‘ promette di essere non solo un racconto di vita, ma anche un’esplorazione delle sfide affrontate da chi cerca di portare avanti una carriera nell’arte. In un momento in cui il mondo sembra girare troppo in fretta, questo film invita a una pausa, a riflettere su ciò che significa veramente creare e vivere.