Papa Francesco a Roma , il ginecologo viale : « per l’ aborto mi chiamò sicario , ma lo perdono »

Papa Francesco a Roma , il ginecologo viale : « per l’ aborto mi chiamò sicario , ma lo perdono »

Silvio Viale denuncia le critiche di papa Francesco ai medici che praticano aborti, sottolineando il conflitto tra legge 194 e posizioni conservatrici della chiesa su diritti civili, aborto e omosessualità.
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L'intervista al ginecologo Silvio Viale riaccende il confronto tra le posizioni di papa Francesco sull'aborto e i diritti civili, evidenziando il conflitto tra dottrina religiosa e legge italiana, con un focus sul ruolo dei medici e la tutela della legge 194. - Gaeta.it

La recente intervista del ginecologo Silvio Viale ha riacceso il dibattito sulle posizioni di papa Francesco riguardo all’interruzione di gravidanza e ai diritti civili. Viale, responsabile del day hospital per la legge 194 all’ospedale Sant’Anna di Torino, ha raccontato le dure parole ricevute in passato dal pontefice, definito «conservatore» su alcuni temi. Il medico ha spiegato il suo punto di vista sul rispetto della legge dello Stato e sulle accuse rivolte ai medici che praticano aborti. Ecco i dettagli della vicenda e i commenti sulle posizioni della chiesa.

Le parole di Papa Francesco e la reazione di silvio viale

Silvio Viale ha rivelato, nell’intervista rilasciata il 15 gennaio 2025 all’Adnkronos Salute, che papa Francesco «lo ha spesso chiamato sicario». Questo appellativo è stato rivolto a lui in quanto medico che pratica interruzioni volontarie di gravidanza. Viale ha raccontato di non portare rancore, ma ha evidenziato come la parola «sicario» rappresenti un insulto pesante per i circa 1.500 medici non obiettori in Italia abilitati a praticare aborti, su un totale di circa 4.500 ginecologi ospedalieri pubblici.

Un termine che colpisce medici e donne

Secondo il ginecologo, usare questo termine significa bollare non solo i medici ma anche le donne che decidono di interrompere la gravidanza, soprattutto con l’aborto farmacologico. Nel caso dell’aborto chirurgico è infatti il medico a effettuare l’intervento, mentre con l’aborto farmacologico è la donna a somministrare la pillola da sola. Questa distinzione rende ancor più significativa l’offesa rivolta sia ai medici che alle pazienti.

Viale ha ribadito come il suo impegno sia rivolto all’applicazione della legge 194, sottolineando che va rispettata la normativa dello Stato anche quando contrasta con le convinzioni della chiesa. Il consigliere comunale di Torino ha ammesso di condividere altri punti di vista del papa, ma ha definito «conservatore» il suo atteggiamento su sessualità e diritti civili.

Il contrasto tra legge dello stato e posizioni della chiesa

Il dibattito tra diritto civile e dottrina religiosa si ripropone con forza nelle parole di Viale. Pur riconoscendo la legittimità delle posizioni della chiesa «purché restino nel loro ambito», il medico insiste sul fatto che l’importante è il rispetto delle leggi italiane. La legge 194, in vigore dal 1978, regola l’interruzione volontaria di gravidanza ed è considerata una conquista civile per la tutela della salute e dei diritti delle donne.

Sfide per i medici che applicano la legge

Viale si concentra sulle difficoltà che affrontano i medici che applicano la legge, ostacolati spesso da critiche fondate su convinzioni religiose. È evidente come il dissidio tra Stato e chiesa si manifesti ancora oggi, soprattutto nel campo della sessualità e dei diritti delle donne. L’aggiunta dell’aborto farmacologico, introdotto negli ultimi anni, ha ulteriormente ampliato la discussione, modificando radicalmente il modo in cui la legge viene applicata e interpretata.

L’approccio del pontefice, pur moderato in altri ambiti come la giustizia sociale e la questione migranti, resta rigido su alcune idee legate al corpo femminile e ai diritti civili. Viale ricorda come sia ancora presente nella chiesa una posizione misogina, che si traduce in un atteggiamento poco aperto verso le donne e la libertà di scelta.

Omosessualità , diritti civili e ruolo della chiesa oggi

Oltre all’aborto, Viale ha affrontato il tema dell’atteggiamento della chiesa verso l’omosessualità e i diritti civili in generale. Ha sottolineato che, sebbene le parole di papa Francesco abbiano ridotto il livello di condanna nei confronti delle persone omosessuali, non si può ancora parlare di un’accoglienza completa e autentica.

L’apertura parziale del pontefice non ha modificato del tutto la linea della chiesa sulle questioni di genere e sessualità. Secondo il ginecologo, infatti, permangono posizioni conservatrici e qualche forma di discriminazione, soprattutto riguardo a chi non si conforma alla dottrina tradizionale.

La presenza della misoginia nella chiesa

Viale ha ricordato che, nonostante si siano create alcune possibilità per le ragazze di partecipare come chierichette, la misoginia nella chiesa resta un fatto che non è stato superato. Questa contraddizione tra aperture simboliche e atteggiamenti concreti continua a generare polemiche, soprattutto tra chi si batte per i diritti delle donne e delle persone LGBT+.

Il medico torinese mantiene ferma la sua critica verso papa Francesco e la chiesa su questo fronte, pur riconoscendo qualche punto condiviso su altre tematiche, come i diritti dei detenuti e l’accoglienza dei migranti. Questi spazi di accordo non cancellano però le distanze sulle battaglie civili che riguardano il corpo, la libertà sessuale e i diritti delle persone.

Il ruolo dei medici e la difesa della legge 194 in Italia

Silvio Viale ha voluto rimarcare la funzione dei medici che operano in ambito abortivo, spesso sotto attacco per le loro scelte professionali. I ginecologi che praticano l’interruzione volontaria di gravidanza garantiscono l’applicazione di una legge che protegge la salute delle donne e ne tutela l’autonomia.

La realtà dell ’ obiezione di coscienza

In Italia, questi medici rappresentano circa un terzo di quelli in servizio nei reparti pubblici, un numero che evidenzia la diffusa obiezione di coscienza tra i colleghi. Nonostante ciò, chi sceglie di svolgere questo compito si scontra talvolta con giudizi pesanti e denigratori, come testimonia la definizione di «sicari» ricevuta da papa Francesco.

La diffusione dell’aborto farmacologico ha introdotto nuove dinamiche. Oggi la donna può assumere autonomamente i farmaci per interrompere la gravidanza, sotto la prescrizione medica. Questo metodo ha cambiato molte cose, spostando il fulcro dell’intervento verso la responsabilità e il controllo diretto della donna.

Viale ha chiarito che il rispetto della legge dello Stato, in questo caso la 194, deve prevalere anche quando le posizioni religiose si scontrano con il diritto civile. Ha difeso il lavoro svolto dai medici e la scelta delle donne di esercitare un diritto. È evidente che la questione dell’aborto resta uno dei nodi più complessi tra fede e diritto, ancora aperta nel panorama sociale italiano.

  • Elisabetta Cina

    Elisabetta è una talentuosa blogger specializzata in attualità, con un occhio critico sui temi caldi del momento. Laureata in comunicazione, ha trasformato la sua passione per il giornalismo in una carriera online, creando un blog di successo che esplora e discute le ultime tendenze in politica, società e cultura. Conosciuta per il suo approccio analitico e la capacità di sintesi, Elisabetta attira lettori che cercano una prospettiva affilata e ben informata sugli eventi mondiali. Attraverso il suo blog, offre non solo notizie, ma anche approfondimenti e riflessioni che stimolano il dialogo e la comprensione.

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