A Dili, nella suggestiva spianata di Taçi Tolu, Papa Francesco ha celebrato una Messa indimenticabile davanti a circa 600 mila persone. L’evento, avvenuto il 10 settembre, ha visto il Pontefice rivolgere un appello forte e chiaro sulla necessità di riscoprire la tenerezza e la semplicità dei bambini. Lo sfondo di questo incontro è un importante richiamo alla protezione della cultura e dell’identità del popolo di Timor-Leste, elemento chiave di un Paese giovane e vibrante.
L’arrivo del Papa: un momento di grande attesa e emozione
La giornata ha avuto inizio con un’atmosfera carica di attesa. Le strade che portano alla spianata erano rigonfie di fedeli, uomini e donne che si erano assiepati ai lati, per poter assistere al passaggio del Santo Padre. Nonostante alcune persone si trovassero sui tetti delle case per avere una visuale migliore, il clima di festa e di partecipazione era palpabile. Gli ombrelli bianchi e gialli, distribuiti per l’occasione, costituivano una vista suggestiva.
Molti fedeli erano giunti già all’alba, pronti a scoprire la luce e il calore dell’incontro con Papa Francesco, il quale ha percorso il tragitto fino al palco fermandosi più volte per scambiare un saluto e ricevere omaggi da parte di alcuni fedeli. La celebrazione ha assunto un tono di intimità e gioia, sottolineato dalla presenza di numerosi bambini, che hanno reso il momento ancora più speciale. Al suo arrivo, il Papa si è unito ai concelebranti in un grande altare, presieduto dal cardinale Virgílio do Carmo da Silva.
L’omelia: un messaggio di tenerezza e speranza
Nell’omelia, Papa Francesco ha preso la parola in spagnolo per rilanciare il messaggio di tenerezza insito nella figura del bambino. Richiamando le parole del profeta Isaia, ha sottolineato l’importanza della nascita di un figlio come simbolo di speranza e di gioia, soprattutto in tempi di decadenza morale. La presenza e la vicinanza di Dio attraverso i bambini risuona come un messaggio di conforto che invita a riconnettersi con l’essenza della vita.
Il Papa ha richiamato i fedeli a farsi piccoli per incontrare la grandezza di Dio. La venerazione di Maria, come madre di Gesù, è stata utilizzata per illustrare il potere della semplicità e della sottomissione al volere divino. Francesco ha esortato a porre attenzione all’importanza del dono e dell’accoglienza reciproca, sottolineando che la crescita spirituale si realizza nel servizio e nell’amore verso gli altri.
Simboli di forza e tenerezza: Kaibauk e Belak
La cultura locale ha trovato spazio nella riflessione del Santo Padre attraverso l’introduzione dei due simboli tradizionali timoresi, il Kaibauk e il Belak. Questi monili non solo rappresentano elementi di identità culturale, ma veicolano anche un messaggio profondo sul rapporto tra potenza e delicatezza. Il Kaibauk, simbolo della forza divina e della vita, e il Belak, che rappresenta la tenerezza della madre, sono stati utilizzati per esprimere la regale misericordia di Dio.
Francesco ha invitato i presenti a considerare come ognuno di noi possa contribuire al grande disegno della redenzione attraverso le proprie azioni quotidiane. Questi simboli rinforzano l’idea di una comunità che non teme di abbracciare la propria delicatezza e vulnerabilità, riconoscendo così la presenza di Dio tra gli uomini.
Un passo storico per Timor-Leste: riflessioni del cardinale
Al termine della celebrazione, il cardinale Virgílio do Carmo da Silva ha preso la parola, descrivendo la ricorrenza come un momento cruciale per il popolo timorese. Ha rimarcato come la visita di San Giovanni Paolo II nel 1989 abbia segnato un capitolo decisivo della storia del Paese, mentre l’arrivo di Papa Francesco possa rappresentare un impulso fondamentale per costruire un’identità culturale nuova e solida.
Il cardinale ha anche fatto riferimento alla storia dell’isola, un tempo conosciuta per il suo profumo di sandal, legato a scambi culturali e missionari. Papa Francesco ha quindi aggiunto con una battuta che, oltre al profumo di sandal, anche il sorriso dei bambini è un segno distintivo di Timor-Leste. Concludendo tra applausi, ha espresso il desiderio di pace e speranza, esortando tutti a mantenere viva la memoria e ad abbracciare il futuro con fiducia.
Ultimo aggiornamento il 10 Settembre 2024 da Sofia Greco