Papa Francesco e il seminario sulla crisi ambientale: Un appello per la sostenibilità e la giustizia sociale

Papa Francesco e il seminario sulla crisi ambientale: Un appello per la sostenibilità e la giustizia sociale

Papa Francesco, durante un seminario a Palazzo San Calisto, ha sottolineato l’urgenza di affrontare la crisi ambientale e promuovere la sostenibilità, invitando alla responsabilità collettiva e al dialogo interreligioso.
Papa Francesco e il seminario Papa Francesco e il seminario
Papa Francesco e il seminario sulla crisi ambientale: Un appello per la sostenibilità e la giustizia sociale - Gaeta.it

L’evento svoltosi a Palazzo San Calisto ha visto il coinvolgimento delle ambasciate di Bolivia, Cuba e Venezuela presso la Santa Sede. Durante il seminario, Papa Francesco ha ribadito l’urgenza di affrontare la crisi ambientale, invitando a tessere legami profondi con la natura e a promuovere il benessere delle popolazioni più vulnerabili, colpite in modo diretto dai cambiamenti climatici.

Il messaggio di Francesco sulla crisi ambientale

Papa Francesco ha lanciato un allarme chiaro riguardo ai segnali del cambiamento climatico, sottolineando che non possono essere ignorati o minimizzati. In un messaggio inviato ai partecipanti del seminario, ha descritto come i fenomeni estremi causati dal cambiamento climatico colpiscano in modo proporzionato le nazioni più povere. Francesco si è fatto portavoce di un appello affinchè si rafforzino i legami tra i popoli e si abbracci una nuova responsabilità verso il Creato.

L’incontro, avvenuto il 28 novembre, ha visto una partecipazione attiva di relatori di alto profilo, tra cui il cardinale Robert Francis Prevost, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. Il Papa ha espresso il suo sostegno a iniziative concrete che possano contribuire a una maggiore sostenibilità, ritenendo che la crisi ambientale richieda un’azione collettiva e immediata da parte di tutti.

La reciprocità tra uomo e natura

Il cardinale Prevost ha aperto il seminario enfatizzando la necessità di passare dalle parole ai fatti nella lotta contro la crisi ambientale. Ha affermato che il potere dell’uomo su ciò che lo circonda non dovrebbe manifestarsi in modo dispotico, ma piuttosto dovrebbe essere visto come un compito di amministrazione responsabile. La creazione è considerata un dono, e l’essere umano ha la responsabilità di trattarla con rispetto e in un rapporto di reciprocità.

Durante il suo intervento, Prevost ha messo in evidenza come lo sviluppo tecnologico possa avere effetti positivi, ma ha anche avvertito riguardo alle sue conseguenze negative. Ha citato le azioni concrete della Santa Sede, come l’installazione di pannelli solari e il passaggio a veicoli elettrici, come esempi tangibili di impegno verso la sostenibilità ambientale.

L’intervento del cardinale Turkson

Il cardinale Peter Appiah Turkson ha sottolineato il valore fondamentale dell’insegnamento dell’enciclica “Laudato si'”. Ha affermato che la creazione non è un incidente, ma un atto intenzionale che dà forma alla vocazione umana. Ha esortato a un ripensamento del progresso umano e delle pratiche economiche, evidenziando come sia fondamentale condividere i doni della natura piuttosto che accumularli.

Turkson ha messo in guardia dai negazionisti che minimizzano l’emergenza climatica, invitando tutti a riconoscere l’urgenza di agire. Ha sottolineato che l’emergenza climatica non è una questione ipotetica, ma un problema presente e attuale, che colpisce i più vulnerabili. Richiamando l’attenzione su come la Pontificia Accademia delle Scienze si stia attivamente mobilitando, ha auspicato che l’umanità non si limiti a mitigare gli effetti, ma si concentri sulla vera trasformazione sociale necessaria per affrontare la crisi.

Il ruolo dell’informazione nella crisi climatica

Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, ha evidenziato quanto sia vitale un’informazione accurata sulla crisi climatica. Egli ha constatato che le notizie, spesso confuse e non verificate, hanno portato la società a una situazione problematica, dove il rischio di una disinformazione perenne si fa concreto. Ruffini ha richiamato l’importanza dell’assunzione di responsabilità da parte dei media, sottolineando che la vera informazione debba promuovere saggezza e comprensione.

Ha condiviso l’idea che l’informazione di qualità possa fungere da strumento per un cambiamento positivo, riflettendo sulle iniziative dei media vaticani, come il “Laudato si’ Media Project”. Questo progetto intende raccontare storie positive riguardanti la sostenibilità e dimostrando come la narrazione efficace possa influenzare positivamente la percezione pubblica e la mobilitazione riguardo alla crisi ambientale.

L’impegno della Bolivia e la voce dei popoli indigeni

L’ambasciatrice boliviana presso la Santa Sede ha messo in evidenza il ruolo degli accordi multilaterali nella promozione della sostenibilità e ha citato le leggi in vigore in Bolivia, mirate a proteggere e conservare l’ambiente. Il vicepresidente boliviano ha fruito della sua occasione per criticare il “capitalismo verde”, sottolineando come questa ideologia colpisca particolarmente le popolazioni indigene.

Ha parlato del bisogno di riconoscere le sofferenze inflitte da un sistema economico iniquo e ha sottolineato la necessità di un’alleanza globale forte per affrontare le maggiori sfide ambientali. Il suo intervento ha affermato che è essenziale affrontare non solo i sintomi ma anche le cause strutturali della crisi climatica. La voce dei popoli indigeni, sempre più silenziosa, deve essere ascoltata e valorizzata, affinché le loro esperienze e conoscenze possano essere integrate nel discorso globale.

L’importanza del dialogo interreligioso

Monsignor Vincenzo Paglia ha offerto una riflessione sull’importanza di una visione globale e sulla necessità di un dialogo interreligioso. Ha sottolineato che la globalizzazione ha portato a un isolamento delle culture, facendo sì che ciascun popolo si rinchiuda nel proprio ambito e dimentichi l’importanza del bene comune. Ha richiamato l’attenzione sul fatto che oggi l’umanità ha l’opportunità di collaborare per non autodistruggersi e di prendersi cura del Creato.

Per illustrarlo, ha citato l’incontro interreligioso di Assisi voluto da Papa Giovanni Paolo II come esempio significativo di risposta alla ricerca di pace e giustizia. I valori condivisi delle religioni possono fare la differenza, costituendo un’alleanza potente in grado di affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo.

Sostenibilità e resilienza nei paesi in via di sviluppo

Negli interventi successivi, figure come Kaveh Zahedi della FAO hanno evidenziato come la gestione sostenibile delle risorse agro-alimentari rappresenti una chiave per migliorare le condizioni di vita nei paesi del Sud del mondo, evidenziando le vulnerabilità affrontate.

Una simile attenzione si è rivolta anche alla necessità di creare strumenti normativi efficaci che consentano ai paesi in via di sviluppo di affrontare le sfide climatiche in modo unitario. Un eco del discorso è stato espresso da Alfredo Luciani, evidenziando come l’ecologia integrale proposta da Papa Francesco incoraggi un cambiamento radicale nel modo di concepire la relazione tra umanità e natura.

La bellezza della Creazione e il coinvolgimento dei giovani

María Paz Jurado ha chiuso il seminario con un invito a riconoscere e celebrare la bellezza della Creazione. Ha sottolineato l’importanza di ascoltare le richieste dei giovani e di sostenerli nel loro desiderio di fare la differenza. Il coinvolgimento attivo delle nuove generazioni è visto come essenziale per generare un cambiamento culturale che promuova una convivenza armoniosa con la Terra.

L’evento ha scatenato riflessioni e stimolato un dialogo aperto su come affrontare le sfide ambientali con approcci sempre più inclusivi e condivisi. Una narrazione che non solo invita alla responsabilità, ma che cerca di costruire un futuro sostenibile e giusto.

Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Armando Proietti

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