Papa Francesco e la crisi climatica: il segretario dell’OMM lancia un appello urgente

Papa Francesco e Celeste Saulo discutono della crisi climatica, evidenziando l’urgenza di azioni collettive per affrontare le conseguenze devastanti che colpiscono le popolazioni vulnerabili in tutto il mondo.
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Papa Francesco e la crisi climatica: il segretario dell'OMM lancia un appello urgente - Gaeta.it

Il recente incontro tra Papa Francesco e Celeste Saulo, segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale , ha messo in evidenza le crescenti preoccupazioni legate ai cambiamenti climatici. Nel corso della discussione, svoltasi il 22 novembre scorso presso il Palazzo Apostolico in Vaticano, Saulo ha trasferito al Pontefice le criticità legate all’innalzamento delle temperature globali, al livello del mare e allo scioglimento dei ghiacciai. L’appello comune di scienza, fede e società mira a trovare soluzioni per affrontare in modo efficace le gravi conseguenze della crisi climatica, che colpisce in particolare le popolazioni più vulnerabili.

L’incontro tra il segretario dell’OMM e Papa Francesco

La conversazione tra Saulo e il Papa è stata definita “significativa” e ha generato un forte impatto, con il segretario dell’OMM che ha espresso sorpresa per il livello di consapevolezza mostrato da Papa Francesco nei confronti della crisi climatica. Durante l’incontro, Saulo ha illustrato le evidenze del cambiamento climatico, sottolineando che questi fenomeni non solo stanno causando lo spostamento di popolazioni, ma anche stress idrico, specialmente tra i bambini. Le ondate di caldo sono sempre più gravi, e le popolazioni indigene rappresentano una delle categorie maggiormente colpite dai cambiamenti ambientali.

Saulo ha messo in evidenza il potere che ha la comunità interreligiosa nel mobilitare l’opinione pubblica e incentivare azioni collettive. È convinta che il dialogo tra scienza e religione possa fornire una chiave per sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare azioni efficaci contro la crisi climatica.

Appelli e vertici futuri per il clima

Dopo la Cop29 tenutasi a Baku, in Azerbaigian, Saulo ha anticipato che il prossimo incontro, la Cop30, si svolgerà a Belén, in Brasile. Questa occasione rappresenterà un’importante opportunità per fare pressione a favore di azioni immediate in risposta agli effetti devastanti della crisi climatica. L’America Latina, che affronta sfide significative collegate a questo tema, sarà al centro dell’attenzione, data la sua vulnerabilità nonché il suo contributo marginale al degrado ambientale globale.

Le regioni colpite dalla crisi climatica includono anche l’Africa, il Sud-Est asiatico, i Caraibi e i piccoli Stati insulari che combattono contro l’innalzamento del livello del mare. Il vertice di Belén diventa quindi un’importante piattaforma per richiamare un’azione coordinata e globalmente riconosciuta per risolvere questioni climatiche urgenti.

Conseguenze del cambiamento climatico: dati e rapporti inquietanti

Le statistiche presentate dall’OMM rivelano un quadro allarmante. Tra il 1970 e il 2021 si sono verificati oltre 12 mila eventi catastrofici legati alla meteorologia, con circa 2 milioni di decessi, prevalentemente in paesi a basso reddito. Questo suggerisce un’urgente necessità di attenzione e azione globale, dato che le nazioni vulnerabili pagano il prezzo più alto della crisi climatica, nonostante abbiano contribuito poco al problema.

Le recenti statistiche mostrano che nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2024 si prevede che la temperatura media globale superi di 1,54 gradi Celsius i livelli preindustriali, portando il 2024 a essere potenzialmente l’anno più caldo di sempre. Questo aumento della temperatura ha impatti diretti sulla salute umana e sull’equilibrio degli ecosistemi.

Inoltre, un assegnato ritiro dei ghiacciai è stato documentato nel 2023, con una perdita di ghiaccio che equivale a cinque volte il volume d’acqua del Mar Morto. Parallelamente, il livello del mare ha mostrato un incremento a ritmi preoccupanti, 4,77 mm all’anno dal 2014 al 2023, oltre il doppio del tasso registrato nei decenni precedenti.

Un altro rapporto ha evidenziato che il 2023 è stato l’anno con le condizioni più secche per i fiumi globali, inseguito di oltre tre decadi, minacciando così le risorse idriche fondamentali. Un quadro preoccupante, non solo per l’umanità ma anche per la biodiversità terrestre e marina, il cui equilibrio continua a essere compromesso dalle attuali tendenze climatiche.

Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

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