Papa Francesco e la svolta del Conclave: dal discorso di Buenos Aires al manifesto evangelico

Papa Francesco e la svolta del Conclave: dal discorso di Buenos Aires al manifesto evangelico

Il discorso di tre minuti di Bergoglio al Conclave del 2013 ha segnato l’inizio del pontificato di Papa Francesco, fondato su evangelizzazione attiva, attenzione alle periferie e rifiuto dell’autoreferenzialità.
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L’articolo racconta come il breve discorso di Jorge Mario Bergoglio nel Conclave del 2013 abbia segnato la sua elezione a Papa Francesco, definendo la sua visione di una Chiesa attiva, vicina ai poveri e aperta al mondo, concretizzata nell’esortazione apostolica *Evangelii Gaudium* e nel suo pontificato innovativo. - Gaeta.it

Quando nel 2013 il Conclave si riunì per scegliere il successore di Benedetto XVI, l’attenzione si concentrò subito su un discorso breve ma incisivo. L’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, con pochi minuti riuscì a mettere in luce una nuova visione per la Chiesa cattolica, che avrebbe poi caratterizzato l’intero suo pontificato. Parole capaci di influenzare profondamente il clima tra i cardinali, segnando l’inizio di un’era diversa per la Santa Sede.

il discorso che ha segnato il conclave

Pochi sanno che fu un intervento di soli tre minuti a dare un’impronta all’elezione di Bergoglio. Prima di annunciare il nome del nuovo Papa, il cardinale organizzatore del Conclave diede spazio a ogni candidato per presentare le proprie idee. Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, parlò con semplicità e schiettezza, focalizzandosi su tre punti precisi.

i tre punti chiave del discorso

Primo, la necessità di “evangelizzare con zelo apostolico”. Questo richiamo a una fede attiva, fatta di impegno e passione, pose l’accento su un ritorno alla missione evangelica originaria. Secondo, suggerì di “uscire da se stessi”, cioè evitare che il clero si chiudesse in logiche autoreferenziali e burocratiche. Infine, invitò ad andare “verso le periferie geografiche ed esistenziali”, una metafora che indicava l’attenzione ai più deboli, esclusi e lontani dalla Chiesa tradizionale e dal benessere materiale.

Questa sintesi semplice ma concreta conquistò i cardinali. La coerenza tra parole e azioni di Bergoglio, già conosciuto per la vita sobria e il lavoro pastorale a Buenos Aires, convinceva che potesse guidare la Chiesa in tempi di cambiamento. Così, dopo 115 votazioni senza accordi, la sua figura emerse con forza rispetto a papabili più “tradizionali”.

l’impatto di evangelii gaudium sulla chiesa

Dopo prendere il nome di Francesco, in omaggio a San Francesco d’Assisi e all’esempio di povertà e vicinanza ai più poveri, il Papa definì subito le linee del suo pontificato attraverso un documento destinato a rimanere centrale: l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, pubblicata nel 2013. Il titolo, “la gioia del Vangelo”, spiega l’essenza del messaggio: la fede non è un dovere astratto o una serie di regole. È una chiamata gioiosa a incontrare gli altri e a trasformare la società con la misericordia.

il messaggio di una chiesa “in uscita”

Questo testo espande i concetti già richiamati nel discorso pre-elezione, invitando i cristiani a vivere una Chiesa “in uscita”, cioè attiva nelle strade e nelle case, non chiusa nei palazzi del potere. L’attenzione alle periferie, non solo geografiche ma anche esistenziali, diventa un imperativo morale. Francesco raccomanda di accompagnare chi soffre, ascoltare chi è emarginato, aiutare chi vive nell’ombra dell’indifferenza sociale. Tutto questo con uno spirito non burocratico, ma autentico e aperto al dialogo.

Inoltre, Evangelii Gaudium evidenzia il rifiuto dell’autoreferenzialità. La Chiesa non dev’essere un gruppo concentrato su se stesso, bensì una comunità che si apre al mondo. Questa prospettiva ha modificato la comunicazione e la pastorale del Vaticano, spingendo verso un approccio più semplice e coinvolgente. Il documento ha avuto ripercussioni anche nel dibattito pubblico e politico, poiché affronta temi come la disuguaglianza, la povertà e l’ingiustizia sociale, collegandoli alla missione cristiana.

l’eredità del pontificato di francesco a oltre un decennio

Giunti nel 2025, il pontificato di Francesco resta un punto di riferimento per molti, tra chi segue con attenzione le vicende del Vaticano e chi studia l’impatto sociale della Chiesa cattolica nel mondo moderno. Il discorso iniziale al Conclave e la pubblicazione di Evangelii Gaudium segnarono un cambio di tono e stile. Papa Francesco ha mantenuto un profilo sobrio, spesso vicino a realtà marginali come le baraccopoli argentine o i rifugiati in Europa.

La sua spinta a liberare la Chiesa da atteggiamenti autoreferenziali ha portato anche a qualche tensione interna, ma ha favorito un dialogo più aperto con culture e religioni diverse. Le sue parole sulla “periferia esistenziale” sono state adottate da molte realtà pastorali, dal Sudamerica all’Africa, da piccoli gruppi parrocchiali fino a grandi organizzazioni non governative in ambito sociale e educativo.

Non si può ignorare che alcuni temi toccati da Francesco, come l’attenzione agli ultimi o la critica alle disuguaglianze, abbiano anche acceso discussioni accese in ambito politico e ecclesiastico. Però la capacità di esprimere in modo semplice e diretto la necessità di cambiare atteggiamenti ha fatto sì che il suo messaggio attraversi confini religiosi, diventando parte del discorso civile globale.

Il breve discorso che ha preceduto la sua elezione si è rivelato la sintesi di un programma che si è sviluppato nel tempo. Un programma capace di modificare una tradizione secolare, richiamando i fedeli a una fede partecipata e alla responsabilità verso chi vive ai margini. Questo racconto racconta una trasformazione che si misura non solo nelle parole ma nelle azioni, nelle scelte e nelle strade percorse dal Papa che si definisce “vescovo di Roma”.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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