Papa Francesco evidenzia il valore della vecchiaia e della vita eterna in una prefazione inedita al libro di Angelo Scola

Papa Francesco evidenzia il valore della vecchiaia e della vita eterna in una prefazione inedita al libro di Angelo Scola

Papa Francesco riflette sulla vecchiaia e la morte come tappe di un nuovo inizio, valorizzando l’esperienza degli anziani, il ruolo dei nonni e l’importanza della fede nella vita e nella comunità.
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Papa Francesco riflette sulla vecchiaia, la morte e il valore dell’esperienza, invitando a vivere questa fase con speranza e gratitudine, nel contesto della prefazione al libro di Angelo Scola. - Gaeta.it

La riflessione di papa Francesco sulla vecchiaia e sulla morte emerge in una prefazione scritta poco prima del suo ricovero, accompagnando l’uscita del libro del cardinale Angelo Scola. Il testo affronta temi legati all’inizio di una nuova vita dopo la morte, al ruolo sociale degli anziani e al valore profondo dell’esperienza che si accumula con il passare degli anni. La prospettiva proposta invita a guardare alla vecchiaia senza timori, come un tempo denso di significato e di speranza.

il senso della morte come nuova tappa della vita eterna

Papa Francesco svolge una riflessione profonda sul rapporto fra morte e vita. Per lui, morire non segna una fine definitiva, ma l’apertura a un “nuovo inizio”. La vita eterna non è qualcosa di lontano o astratto, ma si sperimenta già attraverso le occupazioni quotidiane di chi ama. Ha scritto che questa dimensione eterna rappresenta un’esperienza nuova e trasformativa, che supera quella terrena.

Nel testo, il pontefice spiega che la morte apre a un’esistenza che non viene mai vissuta pienamente in vita. Il concetto di “nuovo inizio” sottolinea come quella che si apre dopo la vita terrena sia una realtà completamente diversa e duratura. Queste parole accompagnano la prefazione al libro “Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia” del cardinale Angelo Scola, testo in cui si esplorano molte delle sfide e dei doni legati al processo d’invecchiamento.

la vecchiaia come esperienza da accogliere senza paura

Nella prefazione al libro di Scola, papa Francesco riflette sul termine “vecchio” e sul significato che assume nella società contemporanea. Ha evidenziato come oggi la parola sia spesso usata con una connotazione negativa, segno di uno “scarto” culturale verso chi invecchia. Al contrario, chiamarsi vecchi deve essere un atto di accettazione e orgoglio, perché indica il possesso di esperienza, saggezza e capacità di riflessione.

Il Papa ha sottolineato che la vecchiaia deve essere vissuta senza timore o risentimento. Ha spiegato che questo tempo è parte della vita e va accolto “con gratitudine e riconoscenza”. Quando si affrontano i cambiamenti del corpo e le riduzioni fisiche con questo atteggiamento, la vecchiaia diventa una stagione fertile e di valore. Ha citato Romano Guardini per illustrare come questo periodo possa irradiare bene alla comunità.

In questo passaggio ha fatto riferimento all’opera di Scola, apprezzandone il coraggio nell’affrontare onestamente l’invecchiamento e la terminologia usata. La prefazione mette in luce quanto sia fondamentale restituire dignità a questa fase della vita, oggi spesso trascurata o vista come un peso.

il ruolo fondamentale dei nonni nella società e nella famiglia

Una parte centrale del messaggio di Francesco riguarda il ruolo umano e sociale dei nonni. Ha ricordato di aver spesso sottolineato come la presenza dei nonni sia decisiva per la crescita equilibrata dei giovani. I nonni trasmettono valori e memoria storica, radicando i più giovani a princìpi solidi e duraturi.

Nel testo si tratta della funzione di guida che gli anziani svolgono, specialmente in un’epoca caratterizzata da frenesia e da un culto dell’apparenza. La sapienza dei nonni emerge come un faro che aiuta a orientarsi nel tempo, offrendo stabilità contro le tentazioni della superficialità e dell’effimero. Le parole di Scola in merito alla sofferenza connessa all’età avanzata – e quindi anche alla morte – sono state definite dal Papa come “gioielli di fede e speranza”.

Questo riconoscimento conferma l’importanza di ascoltare e imparare da chi ha vissuto di più e ha raccolto storie, insegnamenti e valori, che diventano fondamentali per tessere legami familiari più solidi e comunità più armoniose.

il diario di un cammino verso l’ultimo incontro

Le pagine del libro di Angelo Scola vengono descritte come un’autentica confessione, che riflette la preparazione all’ultimo incontro con Gesù. Francesco ha percepito questa sincerità e la mette in evidenza come un atto di coraggio e di fede profonda.

Il testo è datato 7 febbraio 2025, poco prima del ricovero del Papa al Policlinico Gemelli. Questa vicinanza temporale conferisce un’intensità particolare alla prefazione. Il pontefice ha voluto idealmente ripetere quell’abbraccio fraterno con il cardinale che risale a dieci anni prima, quando fu eletto papa.

Le riflessioni raccolte in poche pagine portano un messaggio chiaro: la vita, in qualunque stagione, è un dono prezioso da vivere con riconoscenza. Anche nelle difficoltà della vecchiaia, la speranza e la fede restano fari capaci di illuminare il cammino.

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