Papa Francesco in Indonesia: il primo giorno dedicato a rifugiati, orfani e poveri

Papa Francesco in Indonesia: il primo giorno dedicato a rifugiati, orfani e poveri

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Papa Francesco in Indonesia: il primo giorno dedicato a rifugiati, orfani e poveri - Gaeta.it

La visita di Papa Francesco in Indonesia è iniziata in un clima di empatia e solidarietà. Nicchiando una giornata dedicata alla riflessione su chi vive ai margini della società, il Pontefice ha incontrato un gruppo di persone vulnerabili presso la Nunziatura apostolica di Jakarta. Questo incontro, avvenuto dopo un volo di 13 ore da Roma, ha rappresentato un importante momento di ascolto e accoglienza per orfani, rifugiati e persone in difficoltà, sottolineando l’impegno del Vaticano a favore dei più bisognosi.

L’arrivo a Jakarta e il primo incontro

Accoglienza al Soekarno-Hatta

Dopo l’atterraggio all’aeroporto Soekarno-Hatta, Papa Francesco ha subito avviato una serie di incontri significativi. Dirigendosi verso la Nunziatura apostolica, situata vicino a Merdeka Square, il Pontefice ha vissuto una prima accoglienza calorosa. Immerso in un traffico caotico che contrasta con i moderni grattacieli della capitale, la sua automobile bianca è stata circondata da cittadini che, con t-shirt bianche e bandiere indonesiane, hanno scandito il saluto “Selamat datang”, che significa “benvenuto”.

Il significato dell’incontro

Alla Nunziatura, ad attendere il Pontefice c’era un gruppo composto da 40 persone, tra cui orfani, rifugiati e poveri. Questo gruppo variegato era accompagnato da assistenti di varie organizzazioni, tra cui le suore domenicane, il Jesuit Refugee Service e la Comunità di Sant’Egidio. L’incontro ha avuto un’impronta profonda, poiché il Papa ha ascoltato le storie di vita di ciascuno, impiegando tempo per conoscere individualmente ogni persona presente. Questo primo appuntamento della visita ha così incarnato l’essenza di un viaggio che si propone di porre attenzione ai più deboli della società.

La composizione del gruppo ospitato

Un mosaico di storie

Il gruppo presente alla Nunziatura rappresentava una vasta gamma di esperienze umane. La Comunità di Sant’Egidio ha portato con sé, fra gli altri, una famiglia di rifugiati dallo Sri Lanka, costretta a fuggire a causa di conflitti etnici che l’hanno esposta a gravi rischi. Questi rifugiati hanno cercato di raggiungere l’Australia ma si sono trovati coinvolti in un naufragio che ha minacciato la loro vita. Tornati in Indonesia, ora vivono in una condizione di attesa, sperando in un futuro che li possa riportare con i loro familiari.

Situazione dei rifugiati Rohingya

Tra i partecipanti si trovava inoltre un ragazzo Rohingya, un’espressione della situazione precarissima affrontata da questa minoranza perseguitata. Papa Francesco ha dedicato un momento speciale a lui, manifestando la sua vicinanza e attenzione alle violazioni dei diritti umani di cui questa comunità è vittima. La presenza di rifugiati e di persone in difficoltà ha messo in luce una problematica sociale spesso trascurata e ha evidenziato il ruolo del Papa nel richiamare l’attenzione a queste ingiustizie.

L’affetto per gli orfani e i più giovani

Incontri commoventi

Un aspetto centrale del primo giorno è stato il calore e l’affetto con cui Francesco ha interagito con i bambini. Gli orfani, assistiti dalle suore domenicane e provenienti da contesti vari, hanno avuto l’opportunità di abbracciare il Papa, ricevendo da lui benedizioni e parole di conforto. Questo scambio non solo ha rallegrato i più piccoli, ma ha rappresentato anche un gesto simbolico di amore e cura, segnando l’importanza della protezione dei minori in situazioni di vulnerabilità.

Il messaggio universale di speranza

Tra i bambini presenti, alcuni hanno potuto presentare al Papa disegni rappresentanti il “mondo che vorrei”, simbolo di speranza e unione. Con la loro creatività, questi giovani hanno espresso desideri di pace e fraternità, alimentando il messaggio di inclusività e empatia promosso dal Pontefice. La manifestazione di affetto e le interazioni gioiose hanno reso questo incontro un dolce preludio a un viaggio volto a portare luce nei luoghi di oscurità e bisogno.

Un viaggio che continua

Papa Francesco ha avviato il suo viaggio in Indonesia con un forte richiamo alla necessità di ascoltare e vedere le sofferenze degli altri. La tappa di Jakarta funge da base per il proseguimento del suo tour, che lo porterà anche in Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore. Con un gesto semplice ma carico di significato, ha ricordato l’importanza di una società coesa, capace di abbracciare i più vulnerabili, continuando la sua missione di dialogo e aiuto nei contesti di crisi.

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