Il pastificio futuro, nella periferia nord ovest di roma, si trasforma in una speranza concreta per i ragazzi del carcere minorile di casal del marmo. L’attività artigianale punta a offrire una seconda chance a giovani in cerca di riscatto attraverso la produzione di pasta fatta a mano. Papa francesco ha contribuito con 230mila euro dal suo conto personale per sostenere un progetto nato in collaborazione con la cooperativa sociale gustolibero onlus e finanziato anche dall’8 per mille e dalla caritas.
La nascita e lo sviluppo del pastificio futuro al carcere minorile di casal del marmo
Il pastificio futuro nasce nel 2013 dalla volontà di coinvolgere i ragazzi del carcere minorile romano in un’attività produttiva che dia loro una prospettiva concreta. Padre gaetano greco, cappellano del carcere, ha guidato l’iniziativa che prende le mosse dall’esortazione di papa francesco durante una visita ai detenuti: «non abbiate paura di diventare artigiani di sogni e di speranza». Dopo dieci anni di lavoro per recuperare e ristrutturare un edificio abbandonato dentro il complesso penale, si è ottenuto un laboratorio indipendente con accesso dall’esterno, separato dal resto del carcere.
L’idea dietro l’impresa è quella di creare un piccolo stabilimento di pasta artigianale, che impiega grano di alta qualità. La produzione prevede processi tradizionali come la trafilatura al bronzo e una lenta essiccazione, elementi che garantiscono una qualità superiore del prodotto. Il pastificio è gestito dalla cooperativa sociale gustolibero onlus, con fondi provenienti dall’8 per mille e dalla caritas, insieme a un mutuo stipulato con il ministero dello sviluppo economico.
Il contributo economico di papa francesco e il sostegno alla cooperativa sociale
Papa francesco ha donato 230mila euro dal suo conto personale per alleviare il peso economico del mutuo acceso dalla cooperativa gustolibero onlus per l’avvio del pastificio. Alberto mochi onori, presidente della cooperativa, ha spiegato che tale somma non permette di estinguere il mutuo ma ne riduce l’onere finanziario in modo significativo. Questa iniezione di fondi ha consentito di mantenere stabile l’attività e di proseguire con il progetto che coinvolge i giovani detenuti.
Devid, uno dei ragazzi assunti, ha raccontato il peso del percorso personale e l’importanza di avere un’opportunità concreta. Il lavoro nel pastificio rappresenta una strada per imparare un mestiere e costruire un futuro diverso, mettendo da parte gli errori del passato. Le esperienze dei giovani confermano il ruolo riparatore e trasformativo che può avere un’occasione lavorativa al termine della detenzione minorile.
Il lavoro e la rieducazione dei giovani attraverso la produzione di pasta artigianale
L’attività del pastificio futuro non si limita alla sola produzione di pasta. Nel laboratorio entra in gioco anche un percorso di rieducazione che accompagna i ragazzi verso il reinserimento nella società. In poco più di un anno e mezzo sono stati coinvolti dieci giovani, di cui quattro attualmente assunti con contratto regolare.
L’obiettivo è aumentare la produzione per riuscire ad abbassare il prezzo al dettaglio , rendendo il prodotto accessibile a un pubblico più ampio. L’aspetto sociale è centrale: i responsabili sottolineano come un’occupazione stabile dia dignità, permette di riscattarsi dopo la detenzione e riduce il rischio di recidiva. Alberto mochi onori ha ricordato che molti ragazzi cadono dopo essere usciti dal carcere, perciò avere un lavoro rappresenta una possibilità concreta di cambiare direzione.
Il pastificio futuro racchiude così un modello che unisce la produzione artigianale alla valorizzazione delle persone, scegliendo di impiegare chi spesso resta escluso dal mondo del lavoro. A roma, questa iniziativa ha aperto una strada che guarda al cibo come strumento di riscatto e speranza.