Durante l’Angelus, Papa Francesco ha esortato i fedeli a riflettere su come accogliamo Gesù, sottolineando l’importanza di riconoscerlo nei più bisognosi. Il messaggio è stato condiviso in un contesto festivo, caratterizzato dalla presenza di un corteo storico che ha animato Piazza San Pietro.
Lontananza e vicinanza nella nascita di Gesù
All’Angelus, Papa Francesco ha posto l’accento sulla dualità di lontananza e vicinanza, un tema centrale nella celebrazione dell’Epifania. La piazza era animata dall’intenso evento “Viva la Befana,” dedicato alla città di Amelia, che ha visto la sua sfilata lungo via della Conciliazione. Il Pontefice ha messo in evidenza le differenze tra coloro che accolgono la nascita di Cristo, paragonandoli ai pastori e ai Magi. Ha parlato di chi, come i pastori, si precipita per incontrare Gesù e di chi, come i Magi, attraversa lunghe distanze.
La riflessione di Francesco si è spostata rapidamente verso coloro che pur essendo fisicamente vicini a Gesù, rimangono indifferenti nel cuore, bloccati dalla loro routine. Questo invito a riflettere sulla propria posizione spirituale rappresenta un richiamo a non restare passivi.
La storia del quarto Magio e l’importanza dell’azione
Il Pontefice ha narrato la storia del quarto Magio, una figura inventata che arriva tardi a Gerusalemme durante la Passione di Cristo. Questo Magio, impegnato a soccorrere i bisognosi, ha scelto di rinunciare al viaggio per portare doni a Gesù in favore di coloro che soffrono. Quando incontra un uomo che gli ricorda che le sue azioni sono stati un servizio a Gesù stesso, il messaggio assume un forte significato. La riflessione invita tutti a seguire l’esempio di questo personaggio fittizio, non restando indifferenti alle necessità di chi ci circonda.
L’invito è chiaro: chiedere alla Vergine Maria di aiutarci a riconoscere Gesù nel povero e nell’abbandonato, ampliando così la nostra prospettiva e il nostro impegno verso gli altri.
I Magi e le sfide del viaggio verso la Verità
Un altro punto centrale dell’omelia di Papa Francesco riguarda i Magi, che intraprendono un lungo e rischioso viaggio per vedere Gesù. Nonostante le spese e le difficoltà, questi sapienti sono spinti da una motivazione interiore che li porta a non tirarsi indietro. La loro decisione di affrontare i rischi evidenzia la determinazione requisita per cercare il Signore.
Contrasta con questo esempio l’atteggiamento di quelli che, pur essendo nelle vicinanze, non si attivano per cercare il Messia. Francesco ha dato risalto alla loro immobilità, sottolineando che erano “fermi” e soddisfatti della loro vita, senza considerare che valesse la pena di uscire da Gerusalemme per incontrare Gesù. Questa allegoria serve a riflettere su quanti nella vita attuale rimangono bloccati nella loro zona di comfort, ignorando opportunità di incontro e crescita spirituale.
La provocazione alle coscienze
Le parole di Papa Francesco pongono interrogativi sfidanti ai fedeli. Ognuno è chiamato a valutare a quale categoria appartiene: siamo come i Magi e i pastori, pronti a muoverci verso Gesù e a riconoscerlo nel nostro prossimo, o restiamo con cuori chiusi e insensibili? Questo invito alla riflessione rappresenta un’opportunità per considerare il proprio cammino di fede e come si possa essere incisivi nelle vite degli altri.
L’Angelus si chiude quindi con una domanda che può sfidare le coscienze: “Chi siamo realmente e come possiamo migliorare il nostro incontro con Cristo attraverso le nostre azioni quotidiane?” In questo senso, il messaggio di Papa Francesco rimane di grande attualità e invita all’azione concreta e alla carità.
Ultimo aggiornamento il 6 Gennaio 2025 da Armando Proietti