Parmigiano Reggiano: boom delle esportazioni e nuovi traguardi per il 2024

Parmigiano Reggiano: boom delle esportazioni e nuovi traguardi per il 2024

Il Parmigiano Reggiano registra un aumento delle vendite globali del 13,7% nel 2024, con gli Stati Uniti come principale mercato. Investimenti strategici mirano a consolidare la sua presenza internazionale.
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Il Parmigiano Reggiano ha registrato un notevole incremento delle vendite nel 2024, con gli Stati Uniti come principale mercato di esportazione (+13,4%). Le vendite globali sono aumentate del 13,7%, portando il fatturato a 3,2 miliardi di euro. La grande distribuzione organizzata rappresenta il 65% delle vendite, seguita dall'industria e dal settore Horeca. Il Consorzio ha - Gaeta.it

Il Parmigiano Reggiano continua a conquistare il mercato globale, con gli Stati Uniti che si confermano il principale importatore. Nel 2024, il Consorzio ha registrato un significativo incremento delle vendite, in particolare nel mercato americano, dove si attesta un aumento del 13,4%. La crescita delle esportazioni riflette l’andamento positivo delle vendite all’estero, che raggiungono un totale di 72.440 tonnellate, pari al 48,7% del volume complessivo. I dati rivelano un futuro promettente per questa pregiata dote gastronomica sui mercati internazionali.

crescita delle esportazioni e mercati strategici

Nel corso del 2024, il Parmigiano Reggiano ha visto crescere le sue vendite, principalmente grazie alla spinta dei mercati esteri. La crescita globale delle esportazioni è stata del 13,7%, con risultati incoraggianti anche in altre nazioni. In Francia l’aumento è stato del 9,1%, in Germania del 13,3%, e nel Regno Unito del 17,8%. In Canada, il segno più ha raggiunto un notevole +24,5%. I mercati asiatici non sono da meno: il Giappone, che si posiziona come il più importante in questo continente, ha registrato un incremento del 6,1%. Ancora più sorprendente è stato il dato dall’Australia, dove le vendite sono salite del 28,2%.

Il Consorzio ha chiuso il 2024 con un giro d’affari al consumo che ha toccato il massimo storico di 3,2 miliardi di euro, con una crescita generale del 4,9%. L’andamento positivo non si limita solo ai mercati esteri; anche in Italia si è registrato un incremento del 5,2%, con le vendite interne che rappresentano ancora il 51,3% del totale.

canali distributivi e tendenze di mercato

I dati sulle vendite del Parmigiano Reggiano mettono in evidenza anche il ruolo dei canali distributivi. La grande distribuzione organizzata si conferma il canale principale, contribuendo al 65% delle vendite totali. Questo successo è favorito dalla crescente preferenza dei consumatori per i prodotti di alta qualità. A seguire, l’industria rappresenta il 18%, grazie all’uso del Parmigiano Reggiano come ingrediente in numerosi prodotti alimentari.

Un aspetto interessante è il canale Horeca, che continua a mostrare segnali di crescita, ma rimane ancora al 7% del totale. Ci sono ampie opportunità di sviluppo in questo settore, soprattutto considerando il suo potenziale fino a oggi inesplorato. Anche le vendite dirette dai caseifici hanno visto un aumento significativo, rappresentando circa il 5,5% delle vendite totali, con oltre 9.000 tonnellate vendute principalmente in Italia. Questo canale ha fatto registrare un incremento del 13%.

investimenti e strategie di marketing

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha investito 28,4 milioni di euro in attività di marketing e comunicazione, un impegno che sottolinea la strategia per trasformare il prodotto in un brand iconico globale. Questi investimenti mirano non solo a promuovere il prodotto, ma anche a informare e educare i consumatori riguardo alla qualità e alla tradizione del Parmigiano Reggiano.

Queste iniziative sono parte di uno sforzo più ampio per affrontare la concorrenza e consolidare la presenza internazionale del marchio, puntando su riconoscibilità e qualità. In un settore sempre più competitivo, il Parmigiano Reggiano si propone di mantenere alte le aspettative dei consumatori e di continuare a crescere nei mercati emergenti, oltre a sostenere i canali distributivi già consolidati.

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