Parroco in prima linea contro la violenza: restrizioni per l'accesso all'oratorio di Dragona

Parroco in prima linea contro la violenza: restrizioni per l’accesso all’oratorio di Dragona

Il parroco di Dragona adotta misure di sicurezza per l’oratorio dopo un episodio di violenza, mirate a proteggere i giovani da bullismo e degrado sociale, coinvolgendo anche le famiglie.
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Parroco in prima linea contro la violenza: restrizioni per l'accesso all'oratorio di Dragona - Gaeta.it

Un episodio di violenza avvenuto a Dragona ha spinto il parroco di Santa Maria Regina dei Martiri a adottare misure drastiche per garantire la sicurezza dei giovani frequentanti l’oratorio. Interventi di questo tipo evidenziano non solo un contesto di preoccupante degrado sociale, ma anche un forte desiderio di proteggere le nuove generazioni da situazioni di violenza e bullismo.

La situazione all’oratorio di Dragona

Il campetto parrocchiale di Dragona, in via Carlo Casini, è diventato recentemente teatro di episodi inquietanti che hanno sollevato allerta tra i genitori e i ufficiali della parrocchia. Il parroco, padre Daniele, ha fatto fronte a un incremento di comportamenti problematici, definendoli con un termine che rende evidente la gravità della situazione: “episodi”. In particolare, l’episodio che ha scatenato una reazione immediata da parte del sacerdote è stato l’aggressione subita da don Exupéry, un giovane sacerdote originario della Tanzania, circondato e insultato da almeno venti ragazzi. La situazione è degenerata culminando in uno schiaffo sferrato al don, un atto che ha segnato non solo la violenza fisica, ma anche la sfida al rispetto nei luoghi di culto e comunità.

Le misure di sicurezza adottate

In risposta a questo clima di inquietudine, padre Daniele ha implementato misure rigorose per l’accesso all’oratorio, fissando come prerequisito per l’ingresso la registrazione dei minorenni. I ragazzi dovranno fornire nome e cognome, insieme al numero di telefono di uno dei genitori. Questo cambiamento è stato annunciato anche tramite i canali social ufficiali della parrocchia, chiaro segno della determinazione del sacerdote nell’affrontare questi problemi e nel voler tutelare il benessere dei giovani membri della comunità.

In passato, il parroco aveva già avviato azioni per fronteggiare fenomeni di vandalismo, come l’installazione di un cancello per impedire che la chiesa diventasse un deposito di rifiuti e bottiglie vuote, abbandonate dai ragazzi. Nonostante l’installazione di telecamere di videosorveglianza, la situazione sembra non essere migliorata a sufficienza, portando così padre Daniele a cercare una soluzione che coinvolga anche le famiglie.

La reazione della comunità

La reazione dei membri della comunità parrocchiale è stata unanime nel sostenere le decisioni di padre Daniele. I genitori si sono espressi in favore di provvedimenti volti a ridurre comportamenti scorretti, riflettendo un forte desiderio di ripristinare un ambiente sicuro e rispettoso per i propri figli. Lorella ha ringraziato il parroco per gli sforzi compiuti, e altre voci come quelle di Ilaria e Rossana hanno sottolineato l’importanza di rispettare le regole. Le testimonianze confermano una presa di coscienza collettiva rispetto alla necessità di un cambiamento nella comunità.

La sfida del bullismo e della violenza

L’episodio che ha spinto a queste riforme non è isolato, ma rientra in un contesto più ampio di bullismo e aggressività giovanile. Il parroco ha sottolineato che il comportamento violento non proviene solo da ragazzi senza scrupoli, ma sembra spesso riflettere famiglie in difficoltà. Una realtà complessa che richiede un intervento non solo a livello di sicurezza, ma anche di supporto sociale, per ripristinare il rispetto e la serenità nei luoghi di aggregazione giovanile.

Con le nuove misure, il parroco non solo spera di dissuadere comportamenti violenti, ma anche di costruire un ambiente di fiducia dove i presidi religiosi possano svolgere il loro ruolo educativo in piena sicurezza. La speranza è che l’oratorio torni a essere un luogo di crescita e socialità, lontano da atti di teppismo e violenza.

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