La fiera Micam di Milano, un evento cruciale per il settore calzaturiero, si chiude con segnali di speranza per le aziende marchigiane. Nonostante un contesto economico ancora incerto, la presenza di buyer provenienti da diverse nazioni, tra cui Svizzera, Canada e Sud Africa, ha riportato un certo ottimismo tra gli addetti ai lavori. Anche se gli ordini sono inferiori rispetto agli anni precedenti, il movimento di visitatori e la varietà di provenienza dei buyer potrebbe essere un indizio di un possibile recupero.
La presenza dei buyer: un segnale di ripresa
Nel corso della fiera, 93 aziende delle Marche hanno avuto l’opportunità di interagire con espositori e buyer internazionali. Questi ultimi hanno mostrato interesse per le creazioni marchigiane, nonostante una limitata presenza di buyer provenienti dai Paesi Asiatici. Tra i partecipanti, anche il ritorno di alcuni buyer russi potrebbe suggerire un recupero in quei mercati precedentemente difficili. Le conferme di interesse da nazioni in prima linea, come Ucraina e Nigeria, potrebbero rispecchiare un’aspettativa di crescita per il settore.
Lorenzo Totò, Presidente regionale dei calzaturieri di Confartigianato Marche, mette in evidenza che, sebbene la fiera non abbia raggiunto i numeri di un tempo, il movimento di buyer è stato superiore alle aspettative. Appare evidente la voglia di ripartenza tra le imprese, che stanno cercando di rilanciarsi dopo un periodo segnato da incertezze. La realtà economica impone nuove sfide, ma la propensione al rinnovamento e alla sinergia con enti pubblici come la Regione e la Camera di Commercio potrebbe rappresentare la chiave per rimanere competitivi.
Le sfide del settore moda e la richiesta di supporto
Paolo Mattiozzi, Presidente di Cna Federmoda Fermo, sottolinea l’importanza della fiera come occasione di dialogo e confronto tra diverse realtà produttive. In questo contesto, i rappresentanti del settore hanno colto l’opportunità per far sentire la propria voce, rivolgendo richieste precise alle istituzioni: in primo piano la necessità di estendere la cassa integrazione, la decontribuzione e un agevolato accesso al credito. Non ultima, la sollecitazione di misure specifiche per la filiera, con un occhio alla strutturazione di interventi volti a sostenere il settore moda nel lungo periodo.
Il riconoscimento da parte delle istituzioni della gravità della situazione economica è fondamentale. Tuttavia, è altrettanto importante che questo riconoscimento si traduca in azioni concrete e durevoli, capaci di sostenere le aziende e favorire un ambiente di crescita. Le richieste di attuare strategie coordinate sono un chiaro segnale della volontà del settore di voltare pagina e proiettarsi verso il futuro, ponendo le basi per un rinvigorito mercato della calzatura.
Un futuro da costruire: il potere della sinergia
Alla luce di quanto emerso durante il Micam, l’idea di una sinergia tra aziende, istituzioni e associazioni di categoria è stata ripetutamente evocata dai leader del settore. Lorenzo Totò ha evidenziato che il rinnovamento è possibile solo se le aziende si uniscono e collaborano, creando reti di supporto e scambi commerciali proficui. La via da seguire prevede non solo la ripresa della produzione ma anche un attento recupero delle relazioni, sia locali che internazionali.
Il cammino verso un consolidamento del mercato della calzatura richiede, pertanto, un impegno collettivo che possa generare un effetto positivo per tutte le parti coinvolte. L’ottimismo circolante tra i buyer e le aziende del settore potrebbe essere solo il punto di partenza per un significativo rilancio dell’intero comparto. La capacità di innovarsi e di adattarsi alle nuove esigenze di mercato sarà determinante per affrontare le sfide future e per conquistare nuovi spazi commerciali.