Paul Newman: una leggenda del cinema e del ribellismo a cent’anni dalla nascita

Paul Newman: una leggenda del cinema e del ribellismo a cent’anni dalla nascita

Paul Newman, icona del cinema del XX secolo, ha saputo coniugare talento e umanità, affrontando sfide personali e professionali mentre lasciava un’impronta indelebile nella storia della recitazione.
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Paul Newman: una leggenda del cinema e del ribellismo a cent’anni dalla nascita - Gaeta.it

Paul Leonard Newman, noto come “l’uomo dagli occhi di ghiaccio”, ha rappresentato un’icona di bellezza e talento nel panorama cinematografico del XX secolo. Nato il 26 gennaio 1925 a Shaker Heights, Ohio, la sua figura continua a esercitare un fascino che resiste al passare del tempo. Sebbene sia considerato uno dei più grandi divi della storia, Newman ha sempre mostrato un certo disagio nei confronti dell’etichetta di “divo”. La sua carriera, costellata di successi e sfide, racconta di un artista che ha saputo rompere gli schemi imposti dall’industria cinematografica.

L’infanzia e il percorso artistico

Cresciuto in un contesto familiare variegato – con un padre ebreo di origini ungheresi e tedesche e una madre slovacca – Newman ha sviluppato un profondo rispetto per la figura paterna, proprietario di un negozio di articoli sportivi. La figura materna, che proviene dalla Christian Science, ha influenzato la sua educazione, spingendolo verso valori forti e morali. Fin da giovane, ha dimostrato talento nel teatro, recitando nel ruolo di Robin Hood a soli sette anni. Questa passione lo ha accompagnato fino all’università.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, si arruola nell’aviazione di marina, un passo che considerava fondamentale per affermare se stesso agli occhi del padre. Dopo alcune problematiche di salute, ottiene un’assegnazione nelle Hawaii, dove è testimone dell’esplosione di una bomba atomica. Un’esperienza traumatica che non ha mai condiviso, e che ha probabilmente influenzato il suo approccio al lavoro e alla vita.

A guerra conclusa, Newman si iscrive a una scuola d’arte drammatica in Ohio, prima di spostarsi a New York. Qui entra nell’Actors Studio sotto la guida di Lee Strasberg, dove apprende il “metodo”. La sua sensibilità creativa si manifesta nel suo approccio al mestiere, studiando nei dettagli i ruoli e affermando il suo posto tra i grandi della recitazione.

L’ascesa a Hollywood e il successo

Nel 1953, Newman fa il suo debutto a Broadway con “Picnic”, portando con successo la pièce anche al cinema nel 1955. Durante questo periodo, incontra Joan Woodward, che diventerà sua moglie. La sua carriera inizia a decollare e, nel 1954, fa il suo ingresso a Hollywood. La sua prima apparizione sul grande schermo ne “Il calice d’argento” è poco fortunata, ma riesce a imporsi rapidamente con successi come “Lassù qualcuno mi ama” e “La lunga estate calda”.

La competizione con altri attori di spicco, tra cui Marlon Brando e James Dean, lo spinge a esplorare ruoli complessi e impegnativi. Con “Hud il selvaggio” e “La dolce ala della giovinezza”, affina il suo stile di recitazione, dimostrando una versatilità che lo contraddistingue. La carriera di Newman si intreccia con film iconici degli anni ’60 e ’70, consolidando la sua reputazione di attore ribelle e anticonformista.

Nonostante le numerose nomination, il premio Oscar sbarra la strada a Newman fino al 1987, quando finalmente riceve l’ambita statuetta per “Il colore dei soldi”. Il suo rapporto con la premiazione rimane conflittuale, segnato da una serie di candidature che non si trasformano in vittorie.

Le passioni e il lato umano

Oltre alla recitazione, Paul Newman ha sempre avuto una forte passione per le corse automobilistiche. Questo interesse nasceva da una ricerca di libertà e avventura, un contrasto con la sua vita di regole e aspettative nel mondo dello spettacolo. La sua carriera da pilota lo porta a competere in prestigiosi eventi come Le Mans e Indianapolis, fondando anche una sua scuderia.

Negli anni ’80, continua a raccogliere successi sia al cinema che nel sociale, dimostrando il suo impegno umanitario con l’apertura di una fondazione per la salute dei bambini. Newman ha sempre mantenuto un matrimonio stabile con Woodward, un legame che lo ha sostenuto attraverso le sfide personali, tra cui la perdita del figlio Scott, morto tragicamente per overdose.

La sua carriera, contraddistinta dalla ricerca di ruoli profondi e significativi, pone Newman come simbolo di un’epoca, un artista sensibile che ha saputo mixare il successo con una profonda fragilità umana. I suoi film contengono uno specchio della società, ma pure della sua anima, riconoscendo in ogni istante la complessità della vita. La sua eredità continua a vivere, non solo nei film ma anche nei valori che ha rappresentato durante la sua vita.

Ultimo aggiornamento il 25 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina

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