Continuano le riforme al sistema pensionistico. Il Governo ha adottato strumenti per fronteggiare la rivalutazione delle pensioni.
Nel 2023 il legislatore ha sancito un aumento delle pensioni minime e i beneficiari hanno potuto giovarne. Sono stati poi previsti degli adeguamenti annuali in base all’inflazione che, nel corso degli ultimi anni, è stata altissima.
Per garantire un sistema pensionistico equo, il legislatore dunque, con le manovre finanziarie adotta delle strategie annuali affinché tutti i cittadini possano vivere dignitosamente. Come accennato, uno dei principali fattori che determinano la rivalutazione delle pensioni è l’inflazione.
Pensioni 2025: la rivalutazione non ci sarà per tutti, chi sono gli esclusi
L’aumento dei prezzi dei beni ha un impatto diretto sul potere di acquisto dei pensionati, inoltre, lo scoppio dei conflitti internazionali ha comportato una crisi energetica con conseguenze economiche impattanti. Tutto ciò ha reso necessario un intervento per garantire che le pensioni non perdano il loro valore reale.
Per questo nella manovra 2025, il Governo di Giorgia Meloni ha previsto delle modifiche, seppur siano molto limitate. Per le minime i beneficiari potranno contare su una crescita di soli 1,8 euro, ben inferiore ai 3 euro che erano trapelati nel corso delle passate settimane. C’è poi una particolare categoria di cittadini che verrà di fatto estromessa dalla rivalutazione dell’assegno nel 2025.
Si tratta dei pensionati all’estero. Questi ultimi, infatti, stando a quanto si apprende dal testo: “in via eccezionale, per l’anno 2025” la rivalutazione: “non è riconosciuta ai pensionati residenti all’estero”, in particolare a coloro che ricevono: “trattamenti pensionistici complessivamente superiori al trattamento minimo Inps“.
Si stima che coloro che hanno percepito la pensione all’estero sono stati 353.514 nel 2023. Si tratta di pensionati che ricevono anche un altro sussidio dallo Stato estero in cui risiedono. A coloro che percepiscono l’assegno minimo, si affiancano poi i 60.746 pensionati all’estero che ricevono importi superiori e che perderanno la rivalutazione della pensione nel 2025.
Ma perché l’inflazione ha un impatto negativo sulle pensioni? L’inflazione può ridurre il valore reale delle pensioni e rendere complicato per i cittadini mantenere il loro tenore di vita. Per questo diviene necessario intervenire per il legislatore, che deve cercare di gestire al meglio le risorse pensionistiche.
Il carovita ha infatti colpito i prodotti basici, come gli alimenti, l’acquisto di farmaci, o gli affitti che rappresentano spesso una parte significativa del budget dei pensionati. Va da sé che se l’importo pensionistico non aumenta contestualmente ai prezzi, i pensionati finiscono per trovarsi in gravi difficoltà economiche, rischiando di finire in povertà.