A Maniago, in provincia di Pordenone, prosegue l’esame tecnico sul macchinario che ha causato la tragica morte di Daniel Tafa, operaio di 22 anni di Vajont, coinvolto nel grave incidente dello scorso 24 marzo. Il giovane è stato colpito da due schegge incandescenti mentre lavorava su una macchina per lo stampaggio dell’acciaio nella ditta Stm, specializzata nella produzione di ingranaggi industriali. Le indagini cercano di fare luce sulle cause di questo evento mortale.
l’incidente dello stampaggio: dettagli e dinamica
La tragedia è avvenuta all’interno dello stabilimento della Stm di Maniago, paese noto per la sua tradizione nella lavorazione dei metalli. Daniel Tafa stava operando un macchinario robotizzato dedicato al processo di stampaggio dell’acciaio, impiegato per creare ingranaggi destinati a settori industriali. Durante una fase del ciclo produttivo, sono state proiettate due schegge incandescenti che hanno colpito fatalmente il giovane.
Il fatto ha spinto le autorità a fermare immediatamente l’attività produttiva e ad aprire un’inchiesta per capire cosa abbia prodotto questo incidente. Sul posto sono intervenuti il sostituto procuratore Andrea Del Missier e i rappresentanti legali degli indagati, per seguire le operazioni investigative e garantire che le verifiche fossero svolte con rigore ed imparzialità.
la perizia tecnica: cosa sarà oggetto di verifica
La perizia sul macchinario, avviata stamattina, punta a esaminare vari aspetti del sistema utilizzato nella lavorazione. In primis, sarà analizzato il software che controlla il robot incaricato di spostare i pezzi da lavorare verso la postazione della pressa. Questo approfondimento serve a stabilire se possibili malfunzionamenti nel controllo automatico abbiano generato condizioni pericolose.
Altri rilievi si concentrano su materiali e componenti: si verificherà la composizione dei metalli impiegati, in particolare se abbiano caratteristiche tecniche adeguate o se presentino difetti che possano aver contribuito alla proiezione delle schegge. Lo studio comprenderà anche la valutazione del funzionamento complessivo dell’isola tecnologica, cioè l’insieme dei computer e dei sistemi automatizzati che gestiscono l’arrivo dei pezzi alla pressa da cui sono partite le schegge.
Queste verifiche richiederanno diverse settimane per completarsi, data la complessità delle tecnologie e la necessità di un’analisi approfondita. Le conclusioni potrebbero chiarire eventuali responsabilità e suggerire interventi sulla sicurezza impiantistica.
l’aspetto legale e il coinvolgimento delle parti
Alla presenza del sostituto procuratore del tribunale di Pordenone, sono intervenuti i rappresentanti legali dei cinque indagati nell’ambito dell’incidente. Per la famiglia di Daniel Tafa partecipa l’avvocato Fabiano Filippin, destinato a seguire l’evoluzione delle indagini e a tutelare i diritti dei familiari.
Il procedimento mira a ricostruire con precisione le condizioni dell’incidente e a stabilire se le norme di sicurezza siano state rispettate. L’attenzione è rivolta anche alla manutenzione e controllo dei macchinari, come pure alla formazione e all’addestramento degli operatori.
L’affidamento alla perizia tecnica è un passaggio fondamentale per il corso dell’inchiesta. Le informazioni raccolte potranno supportare sia le contestazioni penali, sia una eventuale revisione delle procedure lavorative per evitare che simili eventi si ripetano.
L’attività in corso riflette l’impegno delle autorità giudiziarie e tecniche a comprendere fino in fondo le dinamiche dell’incidente, mentre resta alta la tensione in una comunità colpita dalla perdita di un giovane operaio nel pieno della sua attività lavorativa.