La peste suina africana continua a preoccupare l’Italia, con nuovi focolai che emergono in diverse regioni del Paese. Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria e Toscana devono affrontare questa grave minaccia che potrebbe compromettere l’intero settore suinicolo. Nonostante gli sforzi significativi negli ultimi due anni per combattere questa malattia, i recenti sviluppi hanno costretto a intensificare le misure di contenimento. L’epidemia di PSA ha avuto impatti devastanti sulle popolazioni di cinghiali e suini allevati, richiedendo interventi urgenti e una sorveglianza continua.
Focolai in Lombardia: situazione critica
Resoconto della situazione attuale
In LOMBARDIA, una delle regioni più colpite dalla PSA, gli allevamenti rappresentano il 47% del totale nazionale, con circa 4,4 milioni di suini. Negli ultimi quindici giorni sono stati rilevati otto nuovi focolai, due nel milanese e sei nella provincia di Pavia. Questi eventi hanno interessato un totale di 19.179 suini, aumentando l’urgenza delle misure di contenimento. Dal 2021, la Lombardia ha dovuto affrontare la soppressione di circa 46.000 cinghiali e ha emesso tre ordinanze regionali per semplificare le procedure di depopolamento, mentre sono in corso costruzioni di barriere di contenimento nelle aree adiacenti alle autostrade.
Misure di contenimento e abbattimenti
Le autorità regionali sono mobilitate per frenare la diffusione del virus. Gli abbattimenti sistematici di cinghiali sono stati implementati come risposta diretta alla crescente incidenza della PSA. Si stima che nel 2021 siano stati abbattuti circa 46.000 capi in tutta la regione. Le tre ordinanze emesse dal governo regionale si concentrano sul miglioramento delle pratiche di depopolamento, mentre le barriere di contenimento stanno diventando cruciali nel tentativo di isolare i focolai. Tuttavia, la continua comparsa di focolai fa temere che le misure adottate finora non siano sufficienti per arrestare il contagio.
Emilia-Romagna: un focolaio isolato
Dettagli sul focolaio del Piacentino
In EMILIA-ROMAGNA, la diffusione della PSA si è limitata a un singolo focolaio, identificato in un allevamento di maiali nel Piacentino. Qui, gli interventi si sono tradotti nell’abbattimento di circa 750 animali. Questo evento ha sollevato preoccupazioni, ma ha anche permesso di concentrare le risorse sulla prevenzione di ulteriori contagi nella regione. La regione ha investito in una serie di opere specializzate, come recinzioni e zone filtro, per contenere il virus e proteggere gli allevamenti circostanti.
Investimenti e strategie preventive
L’EMILIA-ROMAGNA è attivamente impegnata nel migliorare le infrastrutture necessarie per affrontare l’emergenza, con finanziamenti destinati a costruire recinzioni e celle frigorifere, al fine di garantire un trattamento sicuro degli animali abbattuti e prevenire nuove infezioni. Gli investimenti strategici sono essenziali per rafforzare la salute pubblica e la sicurezza alimentare in un periodo così critico. Con il monitoraggio continuo e l’utilizzo di tecnologie avanzate, le autorità si stanno preparando a contenere eventuali nuovi focolai.
Piemonte: emergenza controllata
Statistiche sul contagio
Nel PIEMONTE, la situazione si presenta complessa ma con una gestione attenta da parte delle autorità locali. Fino a oggi, gli abbattimenti di cinghiali hanno superato i 71.437 capi, con 101 test risultati positivi su un campione di 2.500 animali analizzati. È importante notare che, fino al 26 luglio, il contagio non aveva colpito i maiali della regione, ma la scoperta di un caso a Trecate ha fatto scattare allarmi e ulteriori misure preventive.
Piani di intervento regionale
A partire da maggio 2024, la Giunta regionale ha approvato il Piano regionale di interventi urgenti , che si propone di fronteggiare l’emergenza della peste suina in maniera sistemica. A seguito dell’infezione riscontrata a Trecate, sono stati abbattuti 850 scrofe e 6.500 capi da svezzamento. Un approccio coordinato è essenziale per prevenire la propagazione del virus e proteggere gli allevamenti. Continuare a monitorare i cinghiali, anche per limitare il diffondersi di infezioni nei suini domestici, rimane un obiettivo chiave per il Piemonte.
Liguria e Toscana: focolai in aumento
La situazione in Liguria
La LIGURIA ha registrato tre nuovi casi di contagio, tutti localizzati in provincia di Genova. Con un totale di 1.007 casi accertati, l’area sta affrontando un’importante sfida nella gestione della PSA. Rimane stabile il numero dei comuni coinvolti, che ammontano a 157. Circa 900 capi di cinghiali sono già stati abbattuti, ma le statistiche mostrano che il virus è ancora attivo e che le autorità devono intensificare gli sforzi per prevenire ulteriori contagi.
Focolai in Toscana
In TOSCANA, si sono confermati cinque casi di PSA, tutti riguardanti cinghiali. Questi animali sono stati rinvenuti in un’area boschiva nel comune montano di Zeri, nell’area di Massa Carrara. Da inizio anno, 249 cinghiali e 163 suini sono stati sottoposti ad analisi, ma la situazione è monitorata con attenzione per evitare il contagio negli allevamenti suini locali.
Altre regioni: misure e controllo
Lazio, Puglia e Sicilia: piani di contenimento
In LAZIO, la PSA ha causato danni stimalti in circa 13 milioni di euro e circa 30.000 capi sono stati abbattuti tra il 2022 e il 2024. Anche in PUGLIA sono stati catturati 37 cinghiali negli ultimi 30 giorni, ma attualmente non si registrano casi di PSA. In SICILIA, i controlli sugli allevamenti sono intensificati, per prevenire anche la Trichinella, una malattia potenzialmente mortale.
Situazione nelle regioni libere dal virus
Non ci sono segnali di infezione anche nelle MARCHE, dove ogni anno si abbattono circa 10.000 cinghiali. La VALLE D’AOSTA rimane indenne, mentre in SARDEGNA la situazione appare sotto controllo, con nessun caso registrato dal 2018. In FRIULI VENEZIA GIULIA e BASILICATA, i controlli sono attivi, e in CAMPANIA si nota una sorprendente assenza di nuovi contagi.
Le autorità riallacciano il monitoraggio e l’intervento nelle diverse regioni per garantire che la peste suina africana non continui a diffondersi, proteggendo così l’integrità del patrimonio suinicolo italiano.