La questione del termovalorizzatore a Roma continua a suscitare accese controversie. L’Unione dei Comitati contrari al progetto ha recentemente fatto un passo significativo: ha consegnato una petizione contenente oltre 13mila firme a Camere e Governo, e ora si prepara a rivolgersi alla Regione Lazio. Questa mobilitazione testimonia la determinazione dei cittadini nel contrastare un impianto che considerano potenzialmente dannoso per l’ambiente e la salute pubblica.
Mobilitazione a Garbatella e alla Pisana
Due tappe significative per il presidio
Mercoledì, 24 luglio, i membri dell’Unione dei Comitati si riuniranno per un’importante giornata di mobilitazione. La mattina si aprirà con un presidio davanti agli uffici regionali nella zona di Garbatella, dove gli attivisti saranno presenti dalle 9.30 alle 11.00. Questo incontro ha l’obiettivo di raccogliere attorno alla causa più sostenitori possibile, per amplificare il messaggio di tutela ambientale. Successivamente, a partire dalle 11.30 e fino alle 13.00, i manifestanti si sposteranno alla Pisana, dove intendono consegnare ufficialmente le firme al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e al presidente del Consiglio regionale, Antonello Aurigemma. Durante questi momenti, i rappresentanti dei comitati chiederanno di discutere con i funzionari regionali le problematiche sollevate nella petizione.
Richieste centrali e ascolto istituzionale
Le richieste formulate nell’ambito della petizione non sono banali e spaziano su diversi temi cruciali, tra cui la salvaguardia delle risorse idriche, l’applicazione della legge n. 13/2019, e il ruolo e le competenze della Regione nella gestione dei rifiuti. Gli attivisti esprimono la necessità di un dialogo costruttivo con le istituzioni e, attraverso il loro presidio, intendono far sentire la propria voce in modo forte e chiaro. L’invito non si limita ai membri dell’Unione: viene esteso anche ai consiglieri regionali e ai sindaci dei comuni contrapposti all’incenerimento. Secondo gli organizzatori, l’unione delle voci di questi rappresentanti locali potrebbe influenzare le decisioni politiche riguardanti questa delicata tematica.
Il cantiere è attivo, ma le polemiche non si placano
L’avanzamento dell’iter per il termovalorizzatore
Nonostante le proteste e il dissenso manifestato dai comitati, il processo per la costruzione del nuovo impianto di termovalorizzazione a Roma prosegue senza sosta. A partire dal mese di maggio, le autorità hanno aperto la busta contenente la documentazione presentata da Acea Ambiente, l’unico candidato che partecipa al bando per la gestione dell’impianto. Questo termovalorizzatore, una volta completato, avrà la capacità di trattare fino a 600mila tonnellate di rifiuti indifferenziati, producendo energia e riducendo i quantitativi da smaltire in discarica.
Tempi e passaggi burocratici
Il processo burocratico che accompagna la realizzazione di una struttura di tale portata è complesso. Al momento, l’attenzione è focalizzata sulla valutazione della documentazione presentata da Acea, ma saranno necessari ulteriori passaggi importanti. Dovranno infatti susseguirsi la valutazione tecnico-finanziaria, la conferenza dei servizi, e la Valutazione di impatto ambientale per ottenere il via libera finale. Le tempistiche sono serrate, dato che l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Roberto Gualtieri, mira a completare l’intero iter entro la fine del 2023.
Il cronoprogramma prevede che il termovalorizzatore non sarà operativo in tempo per il Giubileo del 2025, ma le previsioni attuali stimano la sua funzionalità entro la fine del 2026 o all’inizio del 2027. Una volta avviati, i lavori dureranno circa due anni, con le prime operazioni che dovrebbero prendere avvio nell’autunno del 2024. La strada è lunga e tortuosa, e le posizioni di chi si oppone all’iniziativa rimangono ferme, mentre l’iter prosegue con vigore.