Piemonte: approvate nuove misure per la gestione del cinghiale e la lotta alla peste suina africana

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Piemonte: approvate nuove misure per la gestione del cinghiale e la lotta alla peste suina africana - Gaeta.it

La Regione Piemonte ha recentemente emanato due deliberazioni significative per affrontare la problematica crescente della caccia al cinghiale e il contenimento della Peste suina africana . Queste misure, approvate nell'ultima giunta prima della pausa estiva, mirano a rispondere alle incessanti richieste del settore agricolo e alle necessità di gestione della fauna selvatica. La proposta è stata presentata dall'assessore Paolo Bongioanni, con l’obiettivo di equilibrare le esigenze di agricoltura e biodiversità.

Misure per il contenimento della popolazione di cinghiali

Dettagli della prima delibera

La prima delle due delibere approvate si prefigge come obiettivo primario il contenimento della popolazione di cinghiali, con particolare attenzione alla riduzione del rischio di diffusione della peste suina africana. Le misure consentono ai proprietari e ai conduttori di fondi rurali di effettuare abbattimenti di questi ungulati oltrepassando i 500 metri dai confini del proprio appezzamento. Questa modifica rappresenta un passo significativo, poiché offre maggiore libertà d'azione agli agricoltori, impegnati ogni giorno a proteggere i propri raccolti dagli attacchi di questi animali.

La delibera nasce in risposta alle necessità avanzate dalle associazioni agricole, che hanno segnalato una crescente invasione di cinghiali nei propri terreni. Secondo Bongioanni, l'emergenza sanitaria collegata alla Psa ha reso necessario un intervento deciso per preservare il settore agroalimentare piemontese. Le nuove regole saranno accompagnate da campagne informative e di sensibilizzazione tra i produttori agricoli, per garantire un'applicazione conforme e responsabile delle nuove disposizioni.

Estensione del calendario venatorio

Il secondo provvedimento approvato prevede un’estensione del calendario venatorio, permettendo ai cacciatori di organizzare battute di caccia al cinghiale per un periodo continuativo di quattro mesi. La nuova scadenza va dal 15 settembre al 15 gennaio, in contrapposizione ai tre mesi previsti in passato. Questa modifica rappresenta una risposta chiara alla necessità di una gestione più flessibile e tempestiva della fauna selvatica, in particolare in un contesto caratterizzato da risorse limitate.

La modifica si allinea con le recenti disposizioni nazionali della "Legge Lollobrigida", che introduce nuove modalità di approccio alla caccia, sostenendo così le comunità locali nel loro tentativo di preservare l'equilibrio ecologico. Inoltre, il ricorso a dispositivi di puntamento, anche digitali, si rivela una manovra innovativa nelle operazioni di prelievo selettivo, aumentando l'efficacia delle azioni intraprese.

Ulteriori misure per la stagione venatoria 2024-25

Nuove immissioni di fauna cacciabile

Un'altra delibera approvata ha introdotto misure per la stagione venatoria 2024-25, creando la possibilità di nuove immissioni di specie cacciabili come fagiano, pernice rossa, lepre e starna. Questa decisione, che deroga alle norme della legge regionale 5 del 2018, cerca di stimolare il ripopolamento naturale e l'autoriproduzione delle popolazioni di fauna locale. La richiesta è giunta dagli Ambiti territoriali di caccia e dai Comprensori alpini, che hanno evidenziato l'importanza di sostenere la biodiversità attraverso pratiche di gestione sostenibile.

L’obiettivo principale di queste immissioni è quello di supportare la compatibilità tra le attività venatorie e il benessere degli ecosistemi. Le autorità regionali hanno stipulato accordi per l'immissione di capi provenienti da allevamenti autorizzati, garantendo un monitoraggio costante delle popolazioni e delle loro dinamiche ambientali. Ciò permetterà non solo di combattere l'eventuale riduzione di specie, ma anche di formare una sinergia con le pratiche agricole, creando un contesto di maggiore armonia tra gli interessi venatori e quelli della produzione alimentare.

L'approvazione di tali delibere rappresenta un significativo intervento del Piemonte per gestire un problema sempre più complesso, garantendo al tempo stesso il supporto agli agricoltori e la conservazione delle risorse faunistiche.

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