Piemonte lancia la delega al cibo: un passo avanti verso la filiera agroalimentare corta

Piemonte lancia la delega al cibo: un passo avanti verso la filiera agroalimentare corta

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Piemonte lancia la delega al cibo: un passo avanti verso la filiera agroalimentare corta - Fonte: Ansa | Gaeta.it

La recente iniziativa del Piemonte, che vede l’istituzione di una delega specifica al cibo richiesta dal ministro Lollobrigida, rappresenta un’importante evoluzione nel panorama agroalimentare italiano. L’assessore regionale Paulo Bongiovanni ha delineato un ambizioso progetto per valorizzare i prodotti tipici del territorio, coinvolgendo a 360 gradi produttori, commercianti e ristoratori. Questo approccio mira non solo a mettere in risalto le eccellenze locali, ma anche a favorire una filiera corta che possa rinvigorire l’economia della regione e delle comunità locali.

Un incontro cruciale per il futuro del cibo piemontese

Ieri, presso Palazzo Piemonte, si è svolto il primo incontro con gli otto Distretti del cibo attivi sul territorio. Gli interventi dei rappresentanti di ciascun distretto hanno evidenziato l’importanza della sinergia tra enti pubblici e produttori. Paolo Bongiovanni ha sottolineato come questo incontro segni l’inizio di un percorso che valorizzerà il cibo piemontese. Ogni distretto presenterà una gamma di prodotti che rappresentano al meglio l’identità culinaria regionale nel corso di alcuni eventi chiave, tra cui il G7 dell’agricoltura a Ortigia e il Salone del Gusto e Terra Madre.

Con l’obiettivo di far conoscere al mondo le tipicità piemontesi, il primo step del progetto sarà presentare i “prodotti ambasciatori” della regione. Questi eventi non solo serviranno a promuovere il territorio, ma rappresenteranno anche un’opportunità per avviare collaborazioni e scambi tra produttori, ristoratori e commercianti. L’assessore ha dichiarato che l’asse portante di questo progetto sarà la promozione dei Distretti del Cibo, che dovranno assumere un ruolo cruciale nella costruzione di una rete agroalimentare più sostenibile e proficua.

La costruzione di una realtà strutturata per la promozione del cibo

Per portare avanti la filiera corta, il Piemonte prevede la creazione di un tavolo di coordinamento, che avrà la funzione di unire le forze e le competenze di tutti gli attori coinvolti. Inoltre, si sta ipotizzando l’istituzione di una partecipata regionale che si dedichi esclusivamente alla promozione dei prodotti alimentari. Una misura richiesta da tempo, che potrebbe rivelarsi strategica per garantire una programmazione adeguata delle risorse necessarie.

In un contesto dove le rigidità della programmazione europea possono ostacolare lo sviluppo continuo, l’assessore ha rimarcato l’importanza di una nuova legge regionale. Questa legge permetterebbe di stanziare anticipatamente i fondi per i Distretti, evitando di farli dipendere totalmente dai bandi e facilitando progetti ben pianificati. La nuova struttura potrebbe avere una propria gestione manageriale, per rendere le operazioni più snodate e reattive alle esigenze del mercato e del territorio.

I distretti del cibo attivi in Piemonte: un’innovazione collettiva

Attualmente, il Piemonte ospita otto Distretti del cibo, nati in un periodo di grande fermento dal 2022 al 2024. Questi rappresentano una parte significativa della rete nazionale, che conta oltre 250 distretti. I rappresentanti dei vari distretti hanno avuto l’occasione di condividere le loro esperienze e visioni, creando un clima di collaborazione e innovazione. Tra i distretti, citiamo il Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese, il Distretto del Cibo Monregalese-Cebano a indirizzo biologico e il Distretto del Cibo del Roero, solo per fare alcuni esempi.

Ognuno di questi gruppi ha un focus specifico, dai prodotti biologici al vino, e lavorano con l’obiettivo comune di valorizzare la produzione agroalimentare piemontese. L’idea è di costruire una rete forte e coesa che renda il cibo piemontese non solo una questione di alta qualità, ma anche un veicolo di crescita per tutta l’economia regionale. L’incontro ha rappresentato quindi un passo importante non solo per i Distretti del Cibo, ma per tutto il sistema agroalimentare del Piemonte, destinato a diventare un modello da seguire per altre regioni italiane.

Ultimo aggiornamento il 11 Settembre 2024 da Armando Proietti

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