Nel Pinerolese, la Polizia di Stato ha arrestato due uomini di 43 e 34 anni, accusati di coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti, nonché di furto aggravato in concorso. L’operazione ha portato alla scoperta di una vasta piantagione di marijuana all’interno di un complesso agricolo, dove gli indagati avevano illegittimamente prelevato energia elettrica dalla rete pubblica, con un costo giornaliero stimato in circa 400 euro.
Scoperta della piantagione
Durante una perquisizione effettuata dagli agenti, sono state rinvenute oltre 700 piante di marijuana distribuite in cinque stanze e in una veranda della struttura. Oltre alle piante in crescita, sono stati sequestrati circa 15 chili di cannabis essiccata, insieme a centinaia di lampade alogene progettate per fornire illuminazione e calore alle coltivazioni. Inoltre, è stato trovato un complesso sistema di ventilazione forzata, utile per garantire il ricircolo dell’aria nei vari ambienti.
La realizzazione di impianti di coltivazione al chiuso è una prassi comune tra i coltivatori illegali, poiché consente un’acuta gestione delle condizioni ambientali, migliorando la resa del prodotto finale. Tuttavia, questi impianti presentano un elevato consumo di energia, che deriva principalmente dalle necessità di illuminazione e dal mantenimento di temperatura e umidità. La produzione di un chilogrammo di cannabis, ad esempio, può produrre fino a 4.000 chilogrammi di emissioni di CO₂, un dato che si traduce in un impatto ambientale significativo.
Rischi ambientali e misure di sicurezza
Per cercare di limitare l’impatto ambientale e abbattere i costi, diversi coltivatori stanno optando per lampade a LED. Questi dispositivi consumano fino al 70% in meno di elettricità rispetto alle tradizionali lampade a sodio ad alta pressione e generano meno calore, condizione che riduce la necessità di sistemi di climatizzazione supplementari. Nonostante ciò, la coltivazione indoor continua a rappresentare un’operazione rischiosa dal punto di vista della sicurezza pubblica. Gli impianti elettrici sovraccarichi possono infatti causare incendi e rappresentano un pericolo per le comunità circostanti.
La recente operazione nel Pinerolese sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare la produzione e il traffico di sostanze stupefacenti. I rischi collegati all’allaccio abusivo alla rete elettrica e all’uso di impianti di coltivazione privi di sicurezza sono sempre più evidenti, rendendo urgente il monitoraggio delle attività illecite.
Un fenomeno sempre più diffuso in Italia
Negli ultimi anni, episodi simili sono stati segnalati in diverse aree italiane, tra cui un caso risalente a dicembre 2024, quando la Polizia Nazionale ha arrestato quattro uomini a Boo de Piélagos. Questi erano responsabili di una piantagione indoor di marijuana composta da 457 piante, anch’essa alimentata tramite una connessione elettrica fraudolenta.
Tali eventi evidenziano l’importanza per le autorità di attuare un controllo continuo e interventi rapidi contro la produzione e la commercializzazione di sostanze stupefacenti. La sicurezza delle comunità locali dipende da un impegno costante per prevenire attività illegali, proteggendo così la salute e l’incolumità dei cittadini.