Più di 80 studenti coinvolti nel restauro delle sculture di Nicola Zamboni a Bologna

Più di 80 studenti coinvolti nel restauro delle sculture di Nicola Zamboni a Bologna

Oltre 80 studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna partecipano al restauro delle sculture di Nicola Zamboni nel parco Pasolini, valorizzando il patrimonio culturale e promuovendo l’arte pubblica.
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Più di 80 studenti coinvolti nel restauro delle sculture di Nicola Zamboni a Bologna - Gaeta.it

In un entusiasmante progetto di restauro, oltre 80 studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna si dedicheranno nei prossimi mesi alla valorizzazione del complesso scultoreo creato da Nicola Zamboni. Le opere, che contano circa 200 figure umane a grandezza naturale, adornano il parco Pier Paolo Pasolini nel quartiere Pilastro della città. Quest’iniziativa fa parte della biennale “Tre istituzioni e un Patrimonio“, un programma organizzato dalla Regione Emilia-Romagna che mira a connettere diverse realtà artistiche e culturali nel territorio.

Un progetto che unisce studenti e territorio

Rita Finzi, presidente dell’Accademia, sottolinea l’importanza di questa iniziativa come un’opportunità per gli studenti di accedere a un sistema complesso che coinvolge diverse istituzioni. Lo scopo di questo progetto è non solo di offrire esperienza pratica agli allievi, ma di promuovere anche un profondo legame con il patrimonio culturale della regione. Questo restauro permetterà ai partecipanti di immergersi in un contesto ricco di storia e arte, lavorando fianco a fianco con esperti e professionisti del settore.

L’evento si inserisce all’interno della quinta edizione del programma, intitolata “Identitas. La cultura rivela“, con un focus sull’arte pubblica. Partner significativi di questa iniziativa, oltre all’Accademia, sono il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna, la quale ha stanziato un contributo di 20mila euro per supportare le attività.

La bellezza delle opere di Nicola Zamboni

Le opere di Zamboni, che ha lasciato un segno indelebile nel panorama artistico bolognese, si presentano oggi con evidenti segni di degrado. Disposte in una sfilata lungo il parco, queste figure umane accompagnano i visitatori verso un teatro realizzato con quinte dotate di figure in bassorilievo. Costruite negli anni Settanta, le sculture in cemento e pietra di Vicenza mostrano l’usura del tempo e delle intemperie, ma conservano un fascino particolare, legato alla loro storia e al contesto urbano in cui sono immerse.

Il parco Pier Paolo Pasolini ha sempre avuto un senso di comunità, fungendo da luogo di socializzazione e ritrovo per i cittadini. L’assessore alla cultura Daniele Del Pozzo ha evidenziato come il restauro di queste opere non sia solo un atto di manutenzione, ma un modo per riconoscerne e valorizzarne l’eredità culturale, soprattutto in un luogo pubblico come questo.

La dimensione urbana e culturale del parco

Una particolarità di questo progetto è legata al contesto in cui si colloca il parco Pasolini, abbracciato dalla struttura iconica nota come Virgolone. Questa grande opera architettonica, risalente agli anni Settanta, rappresenta una significativa sperimentazione residenziale e artistica della Bologna di quel periodo. Il progetto di restauro non si limita pertanto alle sole sculture; si propone di rivitalizzare l’intera area, riportando alla luce l’importanza di questo spazio come centro di aggregazione e cultura.

Questo intervento rende evidente come sia fondamentale non solo la preservazione dell’arte, ma anche la cura degli spazi pubblici, che possono influenzare positivamente la vita della comunità. L’attenzione verso il restauro di queste opere non riguarda solo l’estetica, ma un’intera narrazione culturale che genera un legame profondo con la città, le sue storie e i suoi abitanti. I laboratori didattico-formativi gestiti dall’Accademia si pongono quindi come un ponte tra generazioni, offrendo a giovani artisti la possibilità di apprendere da un patrimonio che racconta la storia della comunità bolognese.

Andando avanti, l’augurio è che simili iniziative continuino a crescere, rinforzando il legame tra arte, educazione e incontro sociale, promuovendo non solo il restauro di opere d’arte, ma un intero ecosistema culturale vivace e interconnesso.

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