Pm maresca chiede 24 anni per mustak accusato di aver ucciso la moglie a genova e inscenato suicidio

Pm maresca chiede 24 anni per mustak accusato di aver ucciso la moglie a genova e inscenato suicidio

L’udienza sul femminicidio di Sharmin Sultana a Genova vede Ahmed Mustak imputato per omicidio volontario, con versioni contrastanti e richiesta di 24 anni di carcere da parte del pm Marcello Maresca.
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Il processo per il femminicidio di Sharmin Sultana a Genova, con imputato Ahmed Mustak, prosegue tra versioni contrastanti e una richiesta di condanna a 24 anni; la prossima udienza è fissata per maggio 2025. - Gaeta.it

L’udienza sul caso di femminicidio avvenuto a Genova nel maggio 2023 è arrivata a un momento cruciale. Ahmed Mustak, 44 anni, è imputato per aver tolto la vita alla moglie, Sharmin Sultana, 32 anni, e aver tentato di far credere che si trattasse di un suicidio. Il pubblico ministero Marcello Maresca ha formulato la richiesta di condanna, mentre il dibattito in aula ha riaperto le tensioni legate alle versioni contrastanti dell’accaduto. Il tribunale ha convocato la prossima udienza per il 6 maggio 2025.

Le dichiarazioni spontanee di mustak durante l’udienza di aprile

In aula, Ahmed Mustak ha colto l’occasione per parlare direttamente, nonostante avesse già risposto a domande nell’udienza precedente. Durante le dichiarazioni spontanee del 2025, ha raccontato la sera del 5 maggio 2023 con un racconto che si concentra su una presunta aggressione da parte della moglie. Secondo il suo racconto, Sharmin Sultana lo avrebbe attaccato e lui, per difendersi, l’avrebbe fatta cadere tirandole le gambe.

Questa versione si discosta dalla prima, quando aveva invece affermato che la moglie si era tolta la vita. Nel 2024 aveva modificato ulteriormente il racconto, parlando di un incidente. Il pubblico ministero ha sottolineato in aula che Mustak ha dipinto una scena nella quale lui stesso si presenta come possibile vittima di un’aggressione, ribaltando la narrazione tradizionale del caso.

Su un punto invece il pm ha chiesto l’assoluzione: il reato di maltrattamenti in famiglia. Secondo l’accusa, non è stato raggiunto il livello di prova necessario per confermare questi maltrattamenti, sebbene rimangano le accuse più gravi. Va ricordato che le attenuanti generiche sarebbero considerate equivalenti alle aggravanti richieste per il reato di omicidio.

La gestione della scena del crimine secondo la difesa di mustak

L’avvocata Vittoria Garbarini, difensore di Mustak, ha portato un particolare dettaglio che riguarda il comportamento dell’imputato dopo la morte della moglie. Stando alle sue dichiarazioni, Mustak avrebbe agito per mantenere la calma in famiglia, senza allarmare i figli che avevano assistito alla scena.

Secondo quanto emerso, uno dei figli aveva visto la madre a terra ma era stato mandato in camera. Poco dopo, Mustak avrebbe preparato da mangiare, uova e riso, per i bambini ancora a cena. Avrebbe portato loro il cibo in camera, dopodiché ha pulito il pavimento dove si trovava il corpo della moglie.

Questo episodio è stato utilizzato dalla difesa per provare una certa lucidità e controllo di Mustak, che avrebbe evitato di coinvolgere i figli nella drammatica situazione, pur in circostanze difficili. L’ipotesi di un omicidio volontario resta centrale per l’accusa, poiché i rapporti con Sharmin Sultana erano compromessi da almeno sette mesi.

I motivi dell’accusa e il contesto familiare della tragedia

L’ipotesi di omicidio volontario nasce da una serie di dettagli che il pubblico ministero ha portato alla luce. Con Mustak e la moglie in cattivi rapporti già da tempo, la mattina della tragedia Sharmin Sultana aveva un colloquio di lavoro importante.

Il fatto che la donna fosse in procinto di cambiare situazione lavorativa ha aggiunto una piega drammatica all’intera vicenda. Per l’accusa, la lite sfociata nel tragico esito rifletteva tensioni non superate tra i coniugi. Gli elementi raccolti porterebbero a un quadro in cui Mustak avrebbe voluto nascondere il vero motivo della morte, inscenando un suicidio.

Il pm Maresca ha messo in evidenza la contraddizione tra le varie versioni fornite dall’imputato, ritenendo solide le prove sulla volontarietà del gesto. La richiesta di 24 anni di carcere è stata motivata dai fatti emersi negli ultimi mesi, culminati in un’indagine che continua a far luce con grande attenzione.

Il processo seguirà il suo corso con la prossima udienza fissata per il 6 maggio 2025, momento in cui si attendono ulteriori sviluppi e possibili approfondimenti sulle difese presentate.

  • Elisabetta Cina

    Elisabetta è una talentuosa blogger specializzata in attualità, con un occhio critico sui temi caldi del momento. Laureata in comunicazione, ha trasformato la sua passione per il giornalismo in una carriera online, creando un blog di successo che esplora e discute le ultime tendenze in politica, società e cultura. Conosciuta per il suo approccio analitico e la capacità di sintesi, Elisabetta attira lettori che cercano una prospettiva affilata e ben informata sugli eventi mondiali. Attraverso il suo blog, offre non solo notizie, ma anche approfondimenti e riflessioni che stimolano il dialogo e la comprensione.

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