La conferenza stampa del Festival di Sanremo 2025 ha acceso un dibattito infuocato riguardo il sistema di voto. La discussione ha coinvolto il direttore artistico Carlo Conti, il quale ha risposto a critiche e domande pungenti da parte dei giornalisti presenti, in particolare sulla scarsa considerazione del voto della sala stampa e degli operatori radiofonici rispetto al televoto. Un tema delicato che potrebbe influenzare il futuro del festival musicale più amato d’Italia.
Il contrasto iniziale tra Carlo Conti e la sala stampa
La questione è emersa durante un’interrogazione del giornalista Parrella di Fanpage, che ha sollevato il lettore su un’appello di un influencer noto, Pengwin, che invitava il pubblico a votare per l’artista Rocco Hunt. Conti è stato immediatamente chiamato a spiegare come eventuali manomissioni nel processo di voto verrebbero gestite dalle autorità competenti. Parrella ha sottolineato l’importanza di rivedere il sistema di voto, avvertendo che l’attuale modalità potrebbe danneggiare l’integrità della competizione.
Conti ha replicato con un’affermazione che ha creato degli attriti: “Matematicamente come fa a valere meno sala stampa Radio e web se insieme fanno il 66 contro il 34%?” Questa sua dichiarazione ha ribadito la percezione di una disparità tra le diverse forme di voto e il peso specifico che ciascuna porta nella valutazione finale degli artisti in gara.
La struttura complessa del sistema di voto
Parrella ha quindi chiarito che la preoccupazione principale riguardava il sistema di voto utilizzato nella serata finale, dove la giuria è in grado di esprimere giudizi su più artisti contemporaneamente. In contrapposizione, nel televoto il pubblico può esprimere una preferenza su un solo artista. Conti ha cercato di sottolineare come anche i giornalisti avessero la possibilità di attribuire punteggi a più artisti; tuttavia, la questione non è stata facilmente digerita dalla sala stampa, dove l’atmosfera si è fatta sempre più tesa.
La tensione ha preso una piega acidula, culminando in una replica di Andrea Spinelli di QN, il quale ha messo in evidenza quanto fosse importante fornire risposte ponderate su temi tanto sensibili. Ha espresso la necessità di evitare commenti impulsivi che potessero alimentare polemiche già esistenti, rendendo l’ambiente più conflittuale e poco propenso al dialogo costruttivo.
Riferimenti storici e chiarimenti sul voto
Carlo Conti ha risposto alle critiche con una nota di scuse, affermando di rispettare profondamente il lavoro della stampa e di non voler sminuire l’importanza della loro valutazione. Ha rivendicato di essere sempre stato aperto e trasparente durante il suo operato. In merito agli avvenimenti dello scorso anno, ha chiarito di non voler insinuare alcuna irregolarità, ma di aver ritenuto scomodo il dibattito emerso, visto dal suo posto di spettatore.
Ancora una volta, il dibattito si è spostato sui numeri, con Conti che ha sottolineato l’importanza del contributo della stampa e delle radio nel processo di voto. A suo avviso, la loro partecipazione nella votazione finale non solo aveva valore, ma rappresentava una fetta di peso significativo nella decisione, a riprova di come il 66% delle giurie fosse cruciale rispetto al 34% del televoto.
Riflessioni sui criteri di voto e il futuro del festival
La questione è rimasta aperta, e la sala stampa ha continuato ad esprimere il proprio disappunto. Si è sottolineato che il voto della serata finale potrebbe non riflettere accuratamente le reali preferenze del pubblico. Infine, è intervenuto un esperto per illustrare in dettaglio il funzionamento del sistema di voto, spiegando la pesantezza del voto della sala stampa rispetto al televoto.
L’argomento è di fondamentale importanza per il futuro del festival, poiché potrebbe cambiare le dinamiche della competizione. La discussione si preannuncia accesa anche nelle prossime settimane, mentre giornalisti e pubblico continueranno a seguire con attenzione le notizie riguardanti Sanremo 2025 e le sue regole di voto.