La gestione della movida a pescara torna al centro del dibattito politico dopo le critiche del Pd locale e la risposta dell’assessore agli Eventi, Alfredo Cremonese. Le tensioni riguardano in particolare l’applicazione del piano di risanamento acustico adottato dalla giunta comunale e le misure per contenere i disagi denunciati dai residenti. Le prese di posizione si concentrano sulle responsabilità amministrative di ieri e oggi, con richiamo a sentenze del tribunale e interventi economici per il risarcimento danni.
La condanna del comune per i danni acustici durante le amministrazioni del pd
Il nodo della questione parte da un dato giudiziario preciso: il tribunale ha condannato il comune di pescara a risarcire i residenti per i danni causati dalla movida, soprattutto nel periodo in cui il Pd amministrava la città . Quei soldi, come sottolinea l’assessore Cremonese, sono stati spesi da tutti i cittadini pescaresi per far fronte ai problemi acustici e di disturbo derivanti da una gestione definita distratta e concentrata su interessi di parte. Quel periodo è stato segnato da una crescente insoddisfazione nelle aree residenziali più colpite, con prolungati disagi per chi vive lì tutto l’anno.
L’assessore rivendica che queste non siano opinioni ma fatti circostanziati, messi nero su bianco in sentenze ufficiali. Questo rappresenta una base concreta per criticare il Pd, accusato di non aver garantito il diritto al riposo in quelle zone. L’amministrazione attuale dichiara di non accettare lezioni su questo tema e ribadisce l’intenzione di difendere i diritti dei residenti con misure più rigorose ma equilibrate.
Strategie per far fronte ai danni acustici
Le strategie adottate dall’attuale amministrazione per bilanciare esigenze diverse
Dal momento del suo insediamento, la giunta guidata da Cremonese non ha ignorato la questione movida, anzi ha cercato vie per conciliare interessi diversi, nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia che ha limitato molte attività . Un elemento chiave di questa strategia è stata la differenziazione degli orari tra inverno ed estate, con regole più restrittive nei mesi freddi e maggiore flessibilità nella stagione calda.
Sono stati svolti numerosi incontri tra esercenti e residenti, per cercare di trovare un punto d’incontro. Ma le tensioni erano alte e le lamentele non cessavano, soprattutto da parte di chi segnalava problemi a dormire o a vivere tranquillamente la propria abitazione. Il tribunale amministrativo regionale ha sostenuto i residenti, rigettando anche il ricorso presentato dagli esercenti contro le misure restrittive.
Tra le disposizioni adottate spicca l’obbligo di rimuovere i tavoli all’aperto entro la mezzanotte, pur garantendo agli esercizi la possibilità di restare aperti all’interno. Il regolamento sull’uso del suolo pubblico è stato rivisto per rispettare la legge e salvaguardare il diritto di tutti.
Il caso di piazza muzii e il ruolo del piano di risanamento acustico
Un segnale forte del cambio di rotta riguarda piazza Muzii, dove è stata tolta la musica nei locali, in seguito a un accordo pacifico tra amministrazione ed esercenti. Questa decisione è stata accolta senza conflitti, grazie al dialogo e alla presa di coscienza da parte di chi lavora in questi locali dell’importanza di limitare i rumori per garantire il riposo.
Il piano di risanamento acustico è concepito come uno strumento flessibile per gestire i livelli di rumore in città , adattando le regole in base ai risultati dei controlli. Se le verifiche confermano il rispetto dei limiti, alcune restrizioni possono essere allentate. Questo permette di contemperare il diritto al divertimento con quello al riposo, due esigenze fondamentali in un contesto urbano.
Cremonese sottolinea che la polemica del Pd non tiene conto di queste novità e delle azioni già intraprese, rimanendo ancorata a un passato che ha lasciato difficoltà irrisolte. L’amministrazione ribadisce di agire nel quadro della legge e di voler tutelare la comunità nel suo insieme.
Controllo e rispetto delle normative
Il dibattito politico e la richiesta di un intervento parlamentare sulla movida
Lo scontro tra Pd e maggioranza comunale si inserisce in un contesto più ampio, che interessa molte città italiane impegnate a regolare la movida in modo da evitare disagi per chi abita in zone frequentate da locali e locali notturni. Cremonese evidenzia che altrove si adottano misure più rigide, mentre a pescara si punta a un equilibrio basato sul dialogo e la condivisione.
L’assessore propone l’avvio di un tavolo parlamentare per affrontare in modo organico il tema della movida nel paese, puntando a definire regole chiare e condivise che possano armonizzare diritto al divertimento e rispetto dei residenti. Si impegna a coinvolgere i parlamentari della zona su questa questione, per ottenere una riforma normativa adeguata.
L’attuale amministrazione respinge inoltre le lezioni di legalità mosse dal Pd, ricordando che la giunta guidata da quel partito non ha rispettato i diritti delle persone e ha causato danni riconosciuti dalla magistratura. Le critiche si concentrano su esponenti Pd come Giampietro e Di Iacovo, ritenuti responsabili della situazione passata. In questo clima di confronto acceso, il dibattito sulla gestione della movida a pescara non accenna a spegnersi.