Ponte Mammolo: rogo rilascia diossine 300 volte oltre i limiti, inchiesta su responsabilità

Ponte Mammolo: rogo rilascia diossine 300 volte oltre i limiti, inchiesta su responsabilità

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Ponte Mammolo: rogo rilascia diossine 300 volte oltre i limiti, inchiesta su responsabilità - Gaeta.it

A Ponte Mammolo, un incendio scoppiato il 28 luglio 2024 ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla qualità dell’aria e alla gestione delle discariche abusive. Secondo i dati forniti dall’ARPA, il rogo ha emesso quantità di diossina oltre 300 volte superiori ai limiti consentiti, suscitando l’attenzione delle autorità locali e mettendo in discussione la presa di responsabilità da parte degli enti competenti. Un comitato provinciale presieduto dal prefetto Lamberto Giannini ha avviato un’inchiesta per chiarire le dinamiche di questo evento catastrofico.

Riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza

Partecipanti e obiettivi della seduta

La mattina di lunedì si è tenuta una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza a Roma, allargato anche agli enti locali, ivi compreso il Municipio IV e l’ente Roma Natura. L’obiettivo principale della riunione è stato quello di analizzare la situazione post-incendio e di considerare tutte le possibili piste investigative, comprese le cause che hanno portato a un rogo di tale entità all’interno di un’area protetta della riserva naturale dell’Aniene.

Sono stati coinvolti anche il questore, i comandanti provinciali della Polizia e dei Carabinieri, così come i rappresentanti della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e del Gabinetto del sindaco. Il focus della discussione ha riguardato le condizioni del sito incendiato e la potenziale responsabilità di persone o gruppi dietro la discarica non autorizzata, in considerazione del fatto che l’incendio è partito da un terreno vicino a quello già interessato da un altro rogo un anno fa.

Ipotesi di un’origine dolosa

Le autorità stanno prendendo in seria considerazione l’ipotesi che il rogo potrebbe essere di origine dolosa, data la sua vicinanza alla discarica di rifiuti non autorizzata. Durante le indagini si è scoperto che in quella zona erano stati accumulati rifiuti di diverso tipo, incluse carcasse d’auto, il che ha contribuito all’emissione di sostanze tossiche nell’atmosfera. Questo avrebbe dovuto richiamare l’attenzione di enti preposti alla tutela ambientale e alla salute pubblica, che ora si trovano a fronteggiare una situazione esplosiva.

Le responsabilità dell’amministrazione

L’ordinanza del sindaco Gualtieri

Nel mese di agosto 2023, il sindaco Roberto Gualtieri aveva emesso un’ordinanza nei confronti della Nik Immobiliare, la società proprietaria del terreno in questione, intimando di smaltire i rifiuti accumulati entro 90 giorni. Questa ordinanza, però, non sembrerebbe essere stata rispettata, portando a una sensazione di impotenza e sfiducia da parte della popolazione locale.

Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla capacità dell’amministrazione di attuare efficacemente le proprie decisioni. La mancata azione rispetto a quanto previsto nell’ordinanza ha, di fatto, consentito la continua accumulazione di rifiuti, creando una situazione ideale per eventi come l’incendio verificatosi.

Criticità nei controlli ambientali

Ulteriore elemento di preoccupazione riguarda la segnalazione della mancata sorveglianza da parte dei guardiaparchi regionali, che avrebbero dovuto monitorare e segnalare la presenza della discarica abusiva. Questo solleva questioni critiche sulla rete di controlli ambientali esistenti e sull’efficacia delle iniziative di prevenzione. La presenza di altre discariche abusive non segnalate aggiunge un ulteriore livello di complessità a una situazione già grave e richiede un intervento tempestivo da parte delle autorità competenti.

Conseguenze per la salute pubblica

Impatto dell’incendio sulla qualità dell’aria

L’incendio di Ponte Mammolo ha avuto impatti devastanti non solo sull’ambiente locale ma anche sulla salute pubblica. Le emissioni di diossina, come confermato dai dati dell’ARPA, rappresentano una minaccia seria per i residenti della zona, che ora rischiano di affrontare effetti collaterali sulla salute a lungo termine. La diossina è una sostanza altamente tossica che può causare gravi malattie, tra cui tumori e problematiche cardiovascolari, aprendo un dibattito urgente sul necessario potenziamento dei controlli ambientali e della protezione della salute pubblica.

Il futuro della gestione dei rifiuti

Con l’esplodere di questo evento e la crescente preoccupazione dei cittadini, risulta evidente che sia cruciale avviare cambiamenti significativi nella gestione dei rifiuti e nel monitoraggio ambientale. È necessaria una risposta più incisiva e coordinata da parte delle istituzioni per eliminare le discariche abusive e garantire un ambiente sano per tutti i residenti. Le autorità locali devono collaborare strettamente con le agenzie ambientali e i cittadini per ridurre i rischi e migliorare la qualità della vita in queste aree vulnerabili.

Dopo questo episodio, è legittimo aspettarsi una maggiore attenzione e misure concrete da parte delle autorità, affinché non si ripetano situazioni simili nel futuro e la salute della popolazione possa essere finalmente tutelata.

Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2024 da Armando Proietti

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