Un recente piano di razionalizzazione degli Uffici Postali, presentato all’AgCom nel primo semestre di quest’anno, ha suscitato forti preoccupazioni tra i sindacati e i cittadini del Friuli Venezia Giulia. Secondo il segretario generale della Cgil della regione, Michele Piga, questo progetto segna un significativo allontanamento di Poste Italiane dal terreno regionale, escludendo così una parte considerevole della popolazione dai servizi postali fondamentali.
Le implicazioni del piano di razionalizzazione
Il piano in questione, descritto da Piga come una “scure” che colpisce il Friuli Venezia Giulia, presenta un quadro preoccupante per gli utenti dei servizi postali. Il segretario generale rivela che circa il 10% delle azioni di razionalizzazione nazionali impattano sulla regione, portando a ben 29 chiusure e riduzioni di servizio. Le misure più gravi riguardano l’eliminazione del turno pomeridiano, con una significativa parte di questa razionalizzazione, pari a 17 misure, che grava principalmente sulla provincia di Udine. Queste riduzioni hanno un impatto diretto sui cittadini, in particolare sui pensionati e le persone anziane, che spesso si trovano in difficoltà nell’utilizzare i servizi digitali.
Il piano sembra colpire in modo sproporzionato i gruppi più vulnerabili, causando una compressione delle possibilità di accesso ai servizi essenziali. Questo aspetto è enfatizzato dallo stesso Bressan, segretario regionale del Sindacato pensionati, il quale evidenzia come molti anziani possano trovarsi in difficoltà nel passaggio ai canali digitali, rendendo di fatto alcuni servizi inaccessibili per una buona parte della popolazione.
Preoccupazioni sui turni e sul personale
I sindacati non si limitano a evidenziare le sole riduzioni di orario e chiusure, ma indicano anche una carenza strutturale di personale come motivo alla base di tali misure. Martina Tomassini, coordinatrice regionale Cgil-Slc nel settore delle poste e comunicazioni, espone le sue preoccupazioni su questo tema. Secondo lei, le difficoltà di accesso ai servizi non sarebbero più dovute a condizioni straordinarie, come la pandemia, ma sarebbero ormai divenute una realtà costante. La sensazione di una gestione improntata alla riduzione dei costi a scapito della qualità del servizio è palpabile tra i rappresentanti sindacali, i quali temono che la salubrità operativa dei servizi postali sia a rischio.
La carenza di personale, unita a riduzioni di orario e chiusure, potrebbe significare una diminuzione sostanziale della capacità di Poste Italiane di rispondere alle esigenze dei cittadini, aggravando ulteriormente una situazione già complessa. Le istituzioni regionali e locali, purtroppo, sembrano rimanere in gran parte silenziose di fronte a questa problematica.
Il silenzio delle istituzioni e la risposta della comunità
La reazione delle istituzioni regionali o locali a questo piano di razionalizzazione è stata pressoché assente, suscitando non solo stupore, ma anche sconcerto tra i rappresentanti sindacali. Piga sottolinea come sia incredibile che tali misure, che influiscono così profondamente sulla vita dei cittadini, possano passare inosservate a chi detiene ruoli decisionali. I sindacati chiedono un intervento attivo e una discussione aperta per tutelare i diritti dei cittadini e garantire l’accesso ai servizi postali.
Il tema dell’accesso ai servizi postali in situazioni come queste non può essere sottovalutato. La comunità locale si sta già mobilitando per far sentire le proprie richieste e preoccupazioni, insistendo sulla necessità di un dialogo con gli operatori del settore e le istituzioni competenti.
In definitiva, il piano di razionalizzazione delle Poste Italiane continua a essere al centro del dibattito, ma fino ad ora, l’assenza di una risposta chiara e diretta da parte delle istituzioni rende l’implementazione di queste misure ancora più inquietante per i cittadini del Friuli Venezia Giulia.
Ultimo aggiornamento il 24 Novembre 2024 da Armando Proietti