L’amministrazione regionale del Lazio esprime forte preoccupazione riguardo alla decisione della Fondazione Santa Lucia di avviare una procedura per l’alienazione della struttura attraverso il tribunale. Questa scelta potrebbe compromettere non solo i livelli occupazionali, ma anche l’assistenza e le attività di ricerca che l’istituto ha garantito fino ad oggi.
La decisione della Fondazione Santa Lucia e le sue implicazioni
Il contesto della controversia
In una nota ufficiale inviata ai dipendenti, l’amministrazione ha criticato energicamente il comportamento della Fondazione Santa Lucia. Nonostante il sostegno ricevuto dal Governo, con un finanziamento che supera gli 11 milioni di euro, la fondazione ha manifestato l’intenzione di vendere l’azienda e di avvalersi di un concordato semplificato. Di seguito, si riserva di prendere una decisione definitiva entro la fine del mese.
Questa situazione ha suscitato inquietudine tra l’amministrazione regionale, che sottolinea come la poca trasparenza e il rispetto istituzionale mancante da parte della fondazione non facciano altro che aggravare la crisi. La Regione Lazio ribadisce l’importanza di una richiesta di amministrazione straordinaria, che rappresenterebbe non solo una soluzione per soddisfare i creditori, ma anche un modo per garantire la salvaguardia dell’istituto e dei posti di lavoro.
Le posizioni della Regione Lazio
La Regione Lazio ha manifestato un continuo e intenso impegno nel cercare soluzioni per garantire un futuro sostenibile al Santa Lucia. La priorità è stata quella di mantenere l’eccellenza dell’istituto e i livelli di occupazione esistenti. Questo è il motivo per cui suscita rammarico la scelta della fondazione di non seguire gli appelli formulati da autorità locali e sindacati per agire in modo responsabile.
Il tavolo convocato il 6 agosto al MIMIT ha visto la partecipazione del Ministro Adolfo Urso, del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e dei rappresentanti sindacali. Durante questo incontro, si era parlato di possibili alternative per gestire il Santa Lucia in un contesto più collaborativo e sostenibile.
Le contestazioni alla gestione della fondazione
Chiarimenti sulla crisi finanziaria
Contrariamente a quanto sostenuto dalla fondazione, la Regione Lazio non è in alcun modo responsabile della critica situazione economica del Santa Lucia. Infatti, la Regione è creditore, non debitore. Tutte le prestazioni fornite dalla fondazione sono state sempre remunerate secondo le tariffe nazionali vigenti, che si applicano anche agli altri enti accreditati. Questo aspetto risulta fondamentale per comprendere la reale dinamica della crisi.
La decisione della Fondazione di attribuire la colpa a fattori esterni mette in pericolo non solo gli 800 lavoratori ma anche i pazienti, che si trovano in una situazione di incertezza riguardo alla qualità dell’assistenza che riceveranno d’ora in avanti.
Prospettive future e collaborazioni
L’amministrazione regionale ha rinnovato l’auspicio di collaborare con un progetto no-profit che possa garantire la salvaguardia del Santa Lucia. La creazione di un nuovo soggetto giuridico, che potesse effettivamente gestire la struttura integrando sia la partecipazione pubblica sia quella privata, sarebbe una soluzione auspicabile per evitare la vendita. Tuttavia, la decisione di procedere con la vendita da parte della fondazione riduce le opzioni a disposizione e desta preoccupazioni profondamente radicate.
Le affermazioni ufficiali della Regione Lazio
Dichiarazione dell’Ufficio Stampa
In una nota ufficiale, l’Ufficio Stampa della Regione Lazio ha chiarito la posizione dell’amministrazione e il rammarico per le scelte compiute dalla Fondazione Santa Lucia. Le autorità locali continuano a rimanere vigili sulla situazione e si dicono aperte a ulteriori discussioni sulle possibili strade da intraprendere per garantire un futuro sostenibile per il Santa Lucia, nel rispetto dei lavoratori e dei pazienti.
Le prossime settimane saranno decisive per capire quali sviluppi avrà questa situazione che coinvolge un’istituzione così importante per la sanità e la ricerca nel Lazio.