Preoccupazione nel Friuli Venezia Giulia per i dazi USA sui prodotti agroalimentari europei

Preoccupazione nel Friuli Venezia Giulia per i dazi USA sui prodotti agroalimentari europei

Le nuove misure doganali degli Stati Uniti potrebbero ridurre le esportazioni agroalimentari italiane del 15-30%, con impatti significativi su vino, kiwi e altri prodotti del Friuli Venezia Giulia.
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Preoccupazione nel Friuli Venezia Giulia per i dazi USA sui prodotti agroalimentari europei - Gaeta.it

Le nuove misure doganali che potrebbero essere introdotte dagli Stati Uniti hanno sollevato preoccupazioni significative tra gli agricoltori e produttori del Friuli Venezia Giulia. Con un focus sul settore agroalimentare, si stima che il “Made in Italy” subirà un impatto negativo, con conseguenze dirette sulle esportazioni e sui prezzi dei prodotti italiani nel mercato statunitense.

Aumento dei prezzi e riduzione delle esportazioni

Il Centro Studi di Confcooperative ha indicato che i dazi sui prodotti europei incideranno pesantemente sui prezzi dei prodotti agricoli italiani negli Stati Uniti. Questo potrebbe portare a una contrazione delle esportazioni pari al 15-30% per beni di punta come vino, ortofrutta, formaggi DOP e altri prodotti trasformati come pomodoro e pasta. Livio Salvador, presidente della cooperativa agricola Frutta Friuli, ha messo in evidenza il particolare allerta per il settore kiwi. Negli Stati Uniti, questo frutto rappresenta il 80% delle vendite all’estero, il che rende qualsiasi incremento dei dazi un colpo significativo per i produttori locali. La cooperativa, notarmente attiva nella regione di Spilimbergo, produce circa 16 mila quintali di kiwi, un volume sostanziale che potrebbe vedere alterata la propria destinazione di mercato.

Il vino friulano: ottime performance a rischio

La situazione è altrettanto allarmante per il mondo del vino. Recentemente, il mercato statunitense ha mostrato un incremento degli ordini per i vini friulani, con un aumento del 11% negli ultimi mesi. Questo trend positivo, evidenziato da Flavio Bellomo di Vini La Delizia, è una notizia incoraggiante, ma l’eventualità di nuovi dazi mette a repentaglio queste performance. Con il mercato nordamericano che assorbe il 50% delle esportazioni, la crescita del settore vitivinicolo ha contribuito a compensare le difficoltà riscontrate in altri mercati, come quelli dell’Europa orientale, colpiti dalla guerra in Ucraina. L’interesse per vitigni come il Prosecco ha ampliato l’appeal del vino regionale sul suolo statunitense.

L’impatto delle guerre commerciali su agricoltura e viticoltura

L’eventuale attuazione di dazi da parte degli Stati Uniti non colpirà solo i settori direttamente coinvolti, ma avrà ripercussioni anche su aree come il vivaismo viticolo. Alessandro Leon, presidente dei Vivai Cooperativi di Rauscedo, ha chiarito che sebbene il settore non sia interessato direttamente, l’andamento economico dei viticoltori è cruciale. Con una presenza già consolidata nel mercato USA, le vivai di Rauscedo, leader mondiale nella produzione di barbatelle, temono che la competitività dei vini europei possa essere danneggiata dalle tensioni commerciali tra UE e USA.

Stime economiche poco rassicuranti

Secondo Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative, l’implementazione di dazi sugli import del settore agroalimentare potrebbe causare perdite significative, stimabili tra i 1,5 e i 2 miliardi di euro all’anno a livello nazionale. Gli Stati Uniti, che occupano la terza posizione tra i mercati di destinazione dell’export agroalimentare italiano, rappresentano un valore commerciale di circa 6 miliardi di euro. Di fronte a questo scenario, la comunità agricola del Friuli Venezia Giulia si trova in attesa di sviluppi, sperando che le negoziazioni internazionali possano evitare un confronto diretto che danneggerebbe gravemente le produzioni locali.

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