Un’inchiesta pubblicata dal giornale olandese De Telegraaf ha sollevato polveroni sull’operato della Commissione Europea riguardo ai finanziamenti erogati per promuovere l’agenda ecologica dell’ex commissario Frans Timmermans. Queste informazioni destano notevole preoccupazione, non soltanto per le implicazioni etiche e politiche, ma anche per il possibile impatto sulle politiche ambientali europee. La questione richiede urgentemente un chiarimento da parte delle autorità competenti.
Il commento del sottosegretario d’Eramo
Luigi D’Eramo, sottosegretario presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali , ha espresso il suo allarme in merito alla situazione. Nella sua dichiarazione, ha sottolineato che se i fatti riportati risultassero veri, ciò confermerebbe le preoccupazioni espresse in precedenza riguardo a scelte ecologiche che, a suo avviso, avrebbero danneggiato l’ambiente. D’Eramo ha affermato che le politiche fino a oggi adottate avrebbero avuto come intento primario quello di agevolare le lobby e le multinazionali, a scapito degli agricoltori, i quali sono considerati i veri custodi del territorio.
Secondo D’Eramo, il Green Deal promosso da Timmermans è apparso essere più a favore di interessi privati piuttosto che di soluzioni realmente sostenibili per l’ambiente. Questo approccio, sempre secondo il sottosegretario, ha penalizzato i piccoli produttori, costringendoli a operare con normative che sembrano più vantaggiose per le grandi aziende del settore alimentare industriale, inclusi i produttori di alimenti sintetici. D’Eramo ha evidenziato un sentimento di disconnessione tra le politiche europee e le realtà agricole locali, accusando l’Unione di perseguire obiettivi che non rispondono alle necessità e alle istanze dei cittadini.
Trasparenza e responsabilità in Europa
L’appello del sottosegretario D’Eramo si concentra sulla necessità di una maggiore trasparenza da parte delle istituzioni europee. A suo avviso, è fondamentale che le modalità di finanziamento e le scelte politiche siano chiarite in modo da ripristinare la fiducia nei confronti della Commissione Europea. Le rivelazioni dell’inchiesta olandese, se confermate, potrebbero rappresentare una significativa violazione della responsabilità istituzionale, alimentando sospetti di corruzione o malversazione.
Le istituzioni dovrebbero non solo rendere noti i criteri di assegnazione dei fondi, ma anche dimostrare come tali risorse siano state utilizzate realmente per iniziative in grado di promuovere una sostenibilità autentica. D’Eramo ha ribadito la strenua opposizione a politiche che non considerino le reali esigenze delle comunità agricole, esortando una revisione delle direttive e dei finanziamenti ad esse destinate. In un periodo in cui l’Unione Europea si trova a fronteggiare numerosi temi delicati, dalla crisi alimentare alle questioni climatiche, la richiesta di chiarezza è diventata più che mai urgente.
L’auspicio è che, di fronte a tali interrogativi, si avvii un dibattito produttivo e proattivo che porti a un ripensamento delle politiche ambientali scelte fino a oggi, coinvolgendo tutte le parti interessate, compresi gli agricoltori, e promuovendo soluzioni più inclusive e sostenibili.
Ultimo aggiornamento il 23 Gennaio 2025 da Laura Rossi