L’attenzione internazionale si concentra sulle nuove misure del governo italiano riguardanti l’accoglienza dei migranti e l’esternalizzazione delle frontiere, con particolare riferimento alla creazione di centri di accoglienza e trattenimento in ALBANIA. Tali sviluppi sollevano interrogativi sulla conformità con il diritto internazionale e il benessere delle persone in cerca di protezione.
Il calo dei flussi migratori verso l’Europa
Dati recenti di Frontex
I rapporti diffusi da Frontex, l’Agenzia dell’Unione Europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne, evidenziano un netto calo del numero di migranti che tentano di entrare in Europa irregolarmente. In particolare, i dati registrano una diminuzione del 32% rispetto ai periodi precedenti, con una riduzione significativa dei flussi sulle rotte dei Balcani occidentali e su quelle del Mediterraneo centrale . Questi numeri sono sorprendenti, considerando che le crisi globali continuano a costringere molte persone a fuggire dalle loro case.
Cause del cambiamento nelle rotte migratorie
Tale riduzione nei tentativi di attraversamento delle frontiere evidenzia un cambiamento nelle rotte che i migranti scelgono di seguire. Gianfranco Schiavone, esperto dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione , sottolinea che ciò non implica che le crisi siano diminuite, ma piuttosto che molti migranti siano stati bloccati in Paesi terzi che non offrono alcuna forma di protezione. Paesi come la LIBIA e la TUNISIA, infatti, non garantiscono condizioni di sicurezza e rispetto dei diritti umani, lasciando molte persone in una situazione di vulnerabilità e senza accesso a servizi essenziali.
Esternalizzazione delle frontiere e accordo Italia-Albania
Le nuove misure proposte
L’atteggiamento di chiusura delle frontiere europee ha spinto i Paesi limitrofi a farsi carico dei migranti in transito. L’accordo tra Italia e Albania per la creazione di due centri di accoglienza e trattenimento nelle località di Shengjin e Gjadër rappresenta un passo significativo in questa direzione. Il Patto prevede che i migranti salvati in mare dalle unità navali italiane siano trasferiti in Albania, dove saranno sottoposti a screening per determinare la loro idoneità a procedure di protezione internazionale.
Dubbi giuridici sull’accordo
Tuttavia, la questione dell’esame delle richieste di asilo in un Paese terzo pone gravi interrogativi di natura giuridica. Schiavone osserva che l’implementazione di questo accordo potrebbe violare i diritti fondamentali dei richiedenti asilo, in quanto le domande verranno esaminate in strutture chiuse, limitando l’accesso a assistenza legale indipendente. Inoltre, la mancanza di informazioni adeguate sulle procedure di asilo per i migranti rappresenta un altro grosso problema. Le organizzazioni della società civile stanno monitorando con attenzione la situazione, temendo che le misure adottate possano comportare rischi significativi per i migranti.
Il ruolo dell’UNHCR e la sorveglianza dei diritti
Monitoraggio dell’implementazione dell’accordo
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati si è già dichiarato preoccupato per la situazione e ha assunto un impegno attivo. Ha annunciato che monitorerà l’implementazione dell’accordo Italia-Albania nei prossimi tre mesi. La missione dell’UNHCR è quella di garantire che i migranti siano informati sui loro diritti, in particolare riguardo all’accesso alle procedure di protezione internazionale.
Normative internazionali e diritti dei migranti
Il rispetto degli standard internazionali, come quello di ricevere informazioni adeguate e avere accesso a un’assistenza legale efficiente, dovranno essere garantiti. La questione fondamentale è se il sistema di asilo previsto in Albania possa realmente garantire la protezione e i diritti fondamentali dei migranti. Le aspettative sono alte, ma le incertezze legali e pratiche pongono interrogativi sul futuro dei richiedenti asilo.
Le incognite per i migranti rifiutati
Possibili rimpatri e processi di asilo
Una delle questioni più spinose riguarda il destino di quei migranti le cui domande di asilo dovessero essere respinte dalle autorità italiane. Non è del tutto chiaro come avverrebbero i rimpatri, chi se ne occuperebbe e quali sarebbero le condizioni di trasferimento. Dati recenti del Ministero dell’Interno mostrano un aumento delle richieste di diniego delle domande d’asilo, che hanno superato le 32.000 unità nei primi sette mesi del 2024.
Impatti sui centri di accoglienza in Albania
I centri in Albania, inizialmente previsti per essere operativi a inizio agosto, sono stati ritardati a causa di questioni logistiche. Il costo totale stimato per la loro creazione e gestione ammonta a 670 milioni di euro per un periodo di cinque anni. Queste risorse, come evidenziato da diverse ONG, avrebbero potuto essere investite per migliorare il sistema di accoglienza in Italia, una posizione condivisa da diverse organizzazioni impegnate nel supporto ai migranti. Le prospettive rimangono incerte per migliaia di persone in attesa di determinate risposte riguardo alla loro vita e al loro futuro in Europa.