Preoccupazioni per il settore cinematografico: il nuovo decreto sul tax credit crea allarme

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Preoccupazioni per il settore cinematografico: il nuovo decreto sul tax credit crea allarme - Fonte: Ansa | Gaeta.it

Le piccole e medie imprese del settore cinematografico si trovano in una situazione di incertezza a causa delle recenti modifiche alle normative sul tax credit. Questi cambiamenti, in fase di approvazione, sollevano forti preoccupazioni riguardo alla sostenibilità del settore, come sottolineato durante la Mostra del Cinema di Venezia. La voce del presidente nazionale della sezione Cinema e Audiovisivo di Cna, Gianluca Curti, evidenzia la necessità di un dialogo aperto per giungere a una soluzione condivisa.

Le criticità del nuovo tax credit

Meccanismi di accesso e soglie di eleggibilità

Un tema centrale nel dibattito attuale riguarda la revisione del meccanismo di accesso al tax credit. Secondo Gianluca Curti, la soglia del 40% di mezzi propri che ogni produttore deve possedere per accedere al credito d'imposta è eccessivamente alta e potrebbe escludere un gran numero di piccole e medie imprese. "Questo obbligo è insostenibile per chi ha budget contenuti," afferma Curti, che avverte sulle conseguenze negative che potrebbero derivare da queste restrizioni.

In aggiunta, l'obbligo di stipulare un accordo di distribuzione con una tra le prime 20 aziende di distribuzione cinematografica per i film destinati alla sala è considerato un limite grave alla libertà d'impresa. "Le condizioni imposte penalizzerebbero la creatività e la varietà, elementi fondamentali del nostro settore," spiega Curti, il quale sottolinea che ogni produttore dovrebbe avere la libertà di scegliere a chi affidare la distribuzione dei propri progetti.

Obbligo di programmazione e impatti sulle piccole produzioni

Il presidente di Cna critica anche l'obbligo di un numero minimo di giornate di programmazione in sala per i film con un budget fino a 1,5 milioni di euro. Secondo Curti, questi requisiti non sono stati messi a punto nel modo giusto e potrebbero rendere difficile per i cineasti emergenti e per le piccole produzioni ottenere il supporto di cui hanno bisogno. "Ci troviamo in una situazione in cui le piccole aziende faticano a competere con le grandi, e tali regolamentazioni non fanno altro che aumentare il divario," aggiunge.

Queste normative restrittive, secondo le valutazioni di Cna, potrebbero spingere le piccole e medie produzioni verso una grave crisi, rischiando di escluderle dal mercato e di compromettere la diversità culturale nel panorama cinematografico italiano.

Il futuro delle piccole e medie produzioni

Il parere delle imprese del settore

Un'indagine effettuata su 1570 aziende iscritte al Cna cinema e audiovisivo ha rivelato risultati significativi. Delle 400 aziende che hanno risposto al questionario, il 72% ha manifestato timori riguardo alla propria sopravvivenza nel mercato. Se non si attuerebbero modifiche alle norme sul tax credit, queste aziende dichiarano di rischiare di sparire entro 12-24 mesi. Queste percezioni evidenziano la necessità di interventi immediati per garantire la sostenibilità economica e culturale del settore.

Gianluca Curti sottolinea l'urgenza di rivedere i finanziamenti e gli incentivi offerti, suggerendo la creazione di due linee distinte di supporto basate sulla grandezza e sul tipo di azienda. "È fondamentale che le politiche di sostegno siano adeguate alle reali necessità e alle diverse dimensioni delle imprese cinematografiche," conclude il presidente di Cna, richiedendo un intervento attivo da parte delle istituzioni per salvaguardare un settore ineguagliabile del panorama culturale italiano.

La necessità di un dialogo costruttivo

Il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, si trova dunque a dover affrontare una situazione complessa e delicata. La richiesta di riaprire il dialogo con le parti interessate è più che mai attuale. Curti esprime la sua speranza che venga ascoltata la voce delle piccole e medie produzioni, affinché queste non diventino una voce marginale nel panorama cinematografico italiano.

È essenziale che la revisione delle leggi sul tax credit tenga in considerazione le esigenze delle diverse realtà produttive, per garantire non solo la sopravvivenza delle piccole compagnie, ma anche la ricchezza culturale e creativa che esse apportano al cinema italiano. Sarà cruciale monitorare le prossime mosse politiche per comprendere come il settore reagirà a queste sostanziali trasformazioni nelle normative fiscali.

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