L’evento che si è svolto a Palazzo Giustiniani, sede della Presidenza del Senato, ha collegato il mondo accademico e quello del turismo vinicolo, dimostrando l’importanza crescente del settore enoturistico e oleoturistico. Il Movimento Turismo del Vino, in collaborazione con il CESEO dell’Università LUMSA, ha presentato la prima indagine ad ampio raggio dedicata a questo comparto, evidenziando la necessità di un’analisi approfondita per orientare le politiche future e supportare le aziende sul campo.
Il centro studi: un’iniziativa ambiziosa
Dario Stefàno, presidente del CESEO, ha descritto il nuovo osservatorio come un’importante novità che rappresenta una scommessa vinta. Il Centro Studi, frutto di una sinergia con l’Università LUMSA, intende porsi come punto di riferimento per il comparto enoturistico, che ha dimostrato di essere un motore di sviluppo non solo per l’industria turistica ma anche per l’economia locale. Secondo Stefàno, l’enoturismo è un settore in continua espansione, con una crescita stimata dal Fondo Monetario Internazionale del 13% annuale a livello globale. Questo andamento è particolarmente significativo in Italia, concretizzandosi in opportunità per una valorizzazione sostenibile dei territori e delle loro risorse.
Il CESEO ha come obiettivo la creazione di linee guida che possano orientare le aziende verso una crescita omogenea, promuovendo programmi formativi mirati. Le istituzioni locali e le politiche governative possono trovare nei dati raccolti strumenti utili per affrontare le sfide e valorizzare il patrimonio enogastronomico del paese. Infatti, l’enoturismo è in grado di attrarre non solo appassionati di vino, ma anche turisti in cerca di esperienze autentiche a contatto con la natura.
L’indagine e il campione analizzato
L’indagine, denominata “Turismo del vino: tra nuove sfide e opportunità”, è stata curata da Antonello Maruotti con il coinvolgimento di esperti e collaboratori. I risultati si basano su un campione rappresentativo di 237 cantine associate al Movimento Turismo del Vino. Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente del Movimento, ha sottolineato come questa ricerca offra una visione complessiva e dettagliata delle attività delle cantine, confermandole come realtà sempre più diversificate e attente alla sostenibilità.
L’obiettivo della ricerca è quello di analizzare in profondità le peculiarità del settore e di mettere in evidenza le problematiche, ma anche le opportunità, a disposizione delle cantine. I dati raccolti serviranno a sviluppare corsi di formazione, aggiornamenti per le presidenze regionali e strategie per migliorare l’offerta delle aziende vinicole. Ciò contribuirà a rafforzare il ruolo delle cantine italiane nel panorama internazionale del turismo vinicolo.
Le sfide economiche delle cantine
Nonostante i segnali positivi, l’indagine ha rivelato anche sfide significative. L’81% delle cantine ha riportato un aumento dei costi, fenomeno che sta erodendo i margini di profitto. Tra queste, il 29% ha evidenziato un incremento dei prezzi tra il 5% e il 10%, mentre il 16% ha registrato un aumento tra il 10% e il 25%. Solo il 9% delle cantine ha un fatturato superiore ai 2 milioni di euro, indicando che la maggior parte delle aziende operano in contesti economici di grande difficoltà, soprattutto le piccole imprese, che rappresentano il 64% del campione.
L’analisi ha messo in luce anche una carenza di personale qualificato: solo il 38% delle cantine dispone di personale con competenze specifiche in Wine Hospitality. Questo gap sta limitando ulteriormente la possibilità di sviluppo delle aziende, considerando l’importanza di un’accoglienza professionale in un’ottica di turistico-esperienziale.
La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale
L’indagine ha esaminato anche il ruolo della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale nel settore. I risultati hanno evidenziato che la maggior parte delle cantine ha un sito web ma non sempre lo utilizza in maniera ottimale: il 42% ha meno di 1.000 visite al mese. Solo il 20% delle aziende dichiarano di utilizzare strumenti di AI, e anche in questo caso, la maggior parte si concentra su aspetti come la comunicazione digitale e il marketing.
Molti produttori stanno affrontando il problema della digitalizzazione con cautela, in parte a causa dei costi percepiti e della cultura tradizionale di molte cantine. Nonostante la presenza online non manchi, si evidenzia un gap tra visibilità e conversione delle visite in vendite concrete. Per affrontare queste sfide, è fondamentale valorizzare l’uso efficace delle tecnologie disponibili, creando sistemi di fidelizzazione della clientela come i wine club e sfruttando il CRM per rendere il contatto con il cliente più efficiente.
La ricerca ha dimostrato come, nonostante le difficoltà, ci sia un forte potenziale per le cantine del Movimento Turismo del Vino, pronte ad affrontare le sfide del mercato e a innovare nel settore del turismo enologico.