Presentato a Roma il volume sulla Carta archeologica della Provincia di Macerata

Presentato a Roma il volume sulla Carta archeologica della Provincia di Macerata

La “Carta Archeologica della Provincia di Macerata”, pubblicata dalle Edizioni Eum, mappa 1.700 siti archeologici e promuove la salvaguardia del patrimonio culturale marchigiano attraverso una collaborazione istituzionale.
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Presentato a Roma il volume sulla Carta archeologica della Provincia di Macerata - Gaeta.it

Il lavoro di ricerca scientifica alla base della “Carta Archeologica della Provincia di Macerata” scaturisce da un progetto avviato nel 1999. Questo volume, curato da Roberto Perna, Stefano Finocchi e Chiara Capponi e pubblicato dalle Edizioni Eum dell’Università di Macerata, è stato recentemente presentato a Roma presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. L’incontro ha rappresentato un’importante tappa per promuovere la conoscenza e la salvaguardia del ricco patrimonio archeologico marchigiano.

Un lungo percorso di ricerca

La realizzazione della “Carta Archeologica della Provincia di Macerata” si inserisce in una iniziativa più ampia, partita nel 1999 dalla Regione Marche in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici. Questo progetto mirava a raccogliere e catalogare informazioni su una parte significativa dei siti archeologici presenti nel territorio marchigiano. Grazie a questo lavoro, sono stati schedati e georeferenziati circa un terzo dei siti regionali, fornendo così un importante strumento di lavoro per la tutela del patrimonio storico e culturale della zona.

La collaborazione tra le istituzioni locali, l’Università di Macerata, la Provincia e l’Associazione Museale della Provincia ha giocato un ruolo cruciale nel completamento di questa mappatura. Il volume raccoglie infatti la catalogazione informatizzata e georeferenziata di circa 1.700 siti archeologici nel territorio maceratese, rendendo disponibile un importante patrimonio di conoscenza sia per gli Uffici periferici del Ministero della Cultura sia per la Regione Marche.

Stefano Finocchi, funzionario archeologo della Soprintendenza, ha sottolineato l’importanza di questa collaborazione, che ha consentito l’accesso a informazioni fondamentali per la gestione e la protezione del territorio.

La struttura del volume

Il volume, non solo un semplice catalogo, include delle approfondite analisi scientifiche che coprono varie fasi cronologiche, dalla preistoria fino al tardo antico. Questa resa è conforme agli obiettivi di ricerca dell’Ateneo maceratese. Il rettore John McCourt ha enfatizzato questa connessione, affermando l’importanza di rafforzare le relazioni con il territorio e di ottenere ricadute significative nell’ambito didattico.

In questo contesto, l’Università di Macerata ha introdotto un nuovo corso di laurea magistrale in Archeologia e sviluppo dei territori, con l’intento di formare professionisti in grado di unire competenze archeologiche e gestione territoriale.

La “Carta Archeologica della Provincia di Macerata” non è quindi solo un’opera di catalogazione, ma un punto di partenza per futuri progetti e ricerche, offrendo strumenti pratici per l’archeologia preventiva.

Un modello di collaborazione istituzionale

Giovanni Issini, soprintendente per i Beni Archeologici, ha definito la “Carta Archeologica della Provincia di Macerata” un modello virtuoso di collaborazione tra diverse istituzioni, mirato alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale della regione. Questo modello, insieme all’adozione di standard catalografici nazionali, è stato evidenziato da Carlo Birrozzi, direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. Birrozzi ha sottolineato come questi standard consentano una gestione più trasparente ed efficace delle informazioni.

Il volume è disponibile al pubblico e ha accesso libero sul sito delle Edizioni Eum, rendendolo uno strumento accessibile per chiunque voglia approfondire la conoscenza del patrimonio archeologico marchigiano. La pubblicazione rappresenta un passo significativo per la valorizzazione e la salvaguardia della cultura locale in un’epoca in cui la tutela del patrimonio storico è sempre più fondamentale.

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