L’indice FAO dei prezzi alimentari ha mostrato una stabilità a marzo 2025 rispetto ai valori di febbraio. Questo andamento è legato all’aumento dei costi degli oli vegetali, che ha bilanciato le flessioni registrate per grano, mais, riso e zucchero. Sebbene le tariffe siano aumentate del 6,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, rimangono comunque inferiori del 20,7% rispetto al picco raggiunto a marzo 2022. La situazione mette in evidenza un panorama alimentare complesso, dove le dinamiche tra diverse categorie di prodotti giocano un ruolo cruciale.
Calo dei prezzi dei cereali e aumenti negli oli vegetali
Secondo il rapporto della FAO, marzo ha portato a una diminuzione del 2,6% nei prezzi dei cereali, mentre rispetto al 2024 si registra un decremento dell’1,1%. Il mais, oltre al sorgo, orzo e riso, ha anch’esso visto un abbassamento dei listini, con il riso che ha fatto registrare una flessione dell’1,7%. Questi cali si scontrano con l’aumento degli oli vegetali, i cui prezzi sono aumentati del 3,7% rispetto al mese precedente, raggiungendo un incremento del 23,9% anno su anno. Questo scenario mette in risalto la dipendenza crescente da alcuni prodotti rispetto ad altri, mostrando come i cambiamenti climatici e le scelte commerciali influenzino il mercato.
In aggiunta, il settore della carne ha visto un incremento dei costi dell’0,9% rispetto a febbraio e del 2,7% rispetto all’anno precedente. L’aumento è principalmente attribuibile alla carne suina in Europa. Tuttavia, il mercato del pollame è rimasto stabile, nonostante i focolai di influenza aviaria che hanno colpito diversi paesi produttori, una situazione che di solito avrebbe avuto un impatto maggiore sui costi.
Prezzi lattiero-caseari e zucchero
L’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è rimasto invariato, nonostante le variazioni tra diverse tipologie. La diminuzione dei prezzi dei formaggi, infatti, è stata compensata dall’aumento dei costi di burro e latte in polvere. Questo equilibrio evidenzia la complessità del mercato lattiero-caseario, dove le fluttuazioni sono influenzate da domande e forniture che possono cambiarsi rapidamente.
Per quanto riguarda lo zucchero, si è assistito a un calo del 1,6% dei prezzi, dovuto a un indebolimento della domanda globale. Questo andamento potrebbe essere indicativo di cambiamenti nei consumi e nelle preferenze tornate sui mercati alimentari internazionali, ponendo interrogativi sulle proiezioni future.
Proiezioni per la produzione di cereali
Il recente rapporto FAO ha rivelato una stima di produzione cerealicola nel 2024 inferiore dello 0,3% rispetto all’anno precedente. Sebbene il grano nell’Unione Europea preveda un aumento del 12%, a seguito delle perdite provocate dalle condizioni meteorologiche sfavorevoli nel 2024, altri paesi come Argentina, Egitto e India sembrano seguire un trend analogo di crescita. Tuttavia, si prevede una diminuzione della produzione in nazioni come Australia e Stati Uniti.
Le scorte mondiali di cereali si preannunciano in calo dell’1,5% entro il termine della stagione 2025, soprattutto per quanto riguarda i cereali secondari. Di contro, le scorte globali di grano e riso, secondo le analisi della FAO, dovrebbero registrare un incremento. Questo scenario offre uno spaccato sulla sicurezza alimentare globale, evidenziando le problematiche di approvvigionamento che vari paesi potrebbero affrontare nei prossimi anni.
Il mercato alimentare continua a essere in evoluzione, con dinamiche che influenzano quotidianamente i prezzi e la disponibilità di beni essenziali. La comprensione di questi cambiamenti diventa cruciale per operatori del settore, nazioni e consumatori, che devono adattarsi a un contesto in costante variazione.