Nei prossimi giorni i consulenti della Procura di Torre Annunziata effettueranno un sopralluogo sul sito dell’incidente avvenuto giovedì scorso nel napoletano. La cabina della funivia che collega Castellammare di Stabia al Monte Faito è precipitata, causando la morte di quattro persone e il grave ferimento di un’altra. L’iniziativa segna una fase importante nelle indagini per ricostruire con precisione le cause dell’incidente.
organizzazione del sopralluogo e ruolo delle autorità coinvolte
Il primo sopralluogo sarà condotto dagli esperti nominati dalla Procura, guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso. Accanto ai magistrati, che compongono un pool investigativo, i periti esamineranno le condizioni del luogo e degli impianti. Il team sarà scortato dalla Polizia di Stato, dai Vigili del Fuoco e dagli operatori del soccorso alpino, figure chiave per garantire la sicurezza nelle operazioni di rilievo.
L’accompagnamento da parte di questi corpi intervenuti nella fase di emergenza permette inoltre un confronto diretto tra la ricostruzione degli eventi sul campo e le osservazioni degli investigatori. Questa presenza congiunta consente di valutare dettagli che potrebbero risultare cruciali per stabilire dinamiche, eventuali responsabilità tecniche e modalità operative della funivia.
L’incidente ha subito attirato l’attenzione sulla manutenzione e sui controlli dell’impianto, con l’obiettivo di chiarire se siano state rispettate tutte le normative previste per la sicurezza dell’esercizio. Il sopralluogo sarà dunque un’occasione per valutare i meccanismi dell’impianto a più livelli, contemplando anche le strutture di sicurezza impiegate.
le dinamiche dell’incidente: focus sul cavo e sui sistemi di frenaggio
Le indagini punteranno in particolare sul cavo al quale la cabina si trovava ancora agganciata al momento della caduta. È proprio questo elemento che potrebbe avere un ruolo decisivo nelle cause dell’incidente. La cabina precipitata, infatti, si è staccata senza però lasciare il cavo, cosa che sposta l’attenzione sul funzionamento dei sistemi di frenaggio.
Gli investigatori stanno cercando di capire perché i freni non siano riusciti a bloccare il movimento della cabina, al contrario di quanto accaduto per quella a valle, che ha invece arrestato la sua corsa. La mancata efficacia di questi dispositivi rappresenta un punto centrale per la ricostruzione tecnica e possibile malfunzionamento o errore umano.
Queste condizioni, se confermate, potrebbero far emergere problemi nella gestione ordinaria dell’impianto o nelle procedure di controllo. Le ipotesi correnti mirano a rilevare negligenze nella manutenzione o difetti tecnici alle componenti di sicurezza, fattori che potrebbero aver condotto alla tragedia.
quadro giudiziario e ipotesi di reato contestate dai magistrati
I pm titolari dell’inchiesta, Giuliano Schioppi, Alessandra Riccio e l’aggiunto Giovanni Cilenti, stanno lavorando all’accertamento dei fatti per definire i capi di imputazione. Al momento, le accuse comprendono disastro colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose legate al ferimento grave di uno dei passeggeri.
Questi reati presuppongono una responsabilità derivante da comportamenti negligenti o imperizie che hanno causato la caduta della cabina e le conseguenti vittime. La Procura dovrà fronteggiare elementi tecnici e testimonianze per sostenere la presenza di colpa nell’incidente.
L’indagine si presenta complessa anche per la necessità di identificare eventuali sotto-figure responsabili, come addetti alla manutenzione o dirigenti dell’ente gestore. Non a caso, al vaglio ci sono i protocolli e le procedure adottate per la sicurezza, che devono rispettare normative stringenti. A breve si prevede il completamento degli esami autoptici, passaggio fondamentale per la prosecuzione dell’azione giudiziaria.
vittime e ferito: identità e condizioni aggiornate
La comunità locale e i familiari delle vittime attendono risposte dopo la tragedia del 17 aprile. Le persone decedute sono Janan Suliman, farmacista israeliano-palestinese di 25 anni, sua sorella Thabet Suliman – attualmente ricoverata in condizioni gravissime –, Elaine Margaret Winn, cittadina britannica di 58 anni, suo marito Derek Winn, 65 anni, e Carmine Parlato, 59enne macchinista dell’Eav, l’ente responsabile della funivia.
Il bilancio è pesante non solo per la perdita di vite ma anche per il ferito rimasto in ospedale in condizioni critiche. La dinamica dell’incidente ha toccato vite diverse, coinvolgendo cittadini stranieri e locali, caratterizzando così un evento che ha avuto risalto oltre i confini campani.
Il decorso clinico di Thabet Suliman sarà fondamentale per fornire ulteriori dettagli, anche ai fini della denuncia che ha portato all’iscrizione del ferito in procedura penale. Il rispetto del dolore delle famiglie si intreccia con la volontà di chiarire le cause vere di questa tragedia.