Processo a Napoli: pene severe per i membri del clan degli Abbinante

Processo a Napoli: pene severe per i membri del clan degli Abbinante

A Napoli, il gup ha condannato circa trenta membri del clan Abbinante a 361 anni di reclusione complessivi, segnando un passo significativo nella lotta contro la camorra e la criminalità organizzata.
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Processo a Napoli: pene severe per i membri del clan degli Abbinante - Gaeta.it

A Napoli, la giustizia ha emesso verdetti significativi che colpiscono il clan camorristico degli Abbinante. Al termine di un processo in abbreviato, il gup Tommaso Perrella ha inflitto complessivamente 361 anni e 80 giorni di reclusione a circa trenta imputati, tra cui diversi membri di rilievo della nota organizzazione criminale. Le condanne sono il frutto di un’inchiesta che ha messo in luce la pericolosità e l’estensione dell’attività illecita del clan.

Le pene più elevate e le figure chiave

Le sentenze più severe del processo riguardano i leader del clan. Il boss Arcangelo Abbinante, insieme a Salvatore Mari, noto come “o’ tenente”, finito nei radar delle forze dell’ordine come uno dei più temuti ricercati, ha ricevuto una condanna a 20 anni di reclusione, ridotti di un terzo per la scelta del rito abbreviato. Anche Alessio Cuomo e Patrizio Sergio hanno ricevuto pene ugualmente severe, riflettendo il loro ruolo centrale nell’organizzazione criminale.

La decisione di condannare i capi del clan a pene così significative indica la determinazione della magistratura nel combattere la camorra a Napoli, e si colloca in un contesto di crescente attenzione verso la criminalità organizzata. Queste condanne, oltre a rappresentare un segnale forte, intendono dissuadere pratiche illecite che da anni affliggono il territorio.

Dettagli sulle pene per gli altri imputati

Il gup ha emesso pene significative anche per altri membri del clan. Nicola Capasso è stato condannato a 18 anni, mentre Salvatore Iorio ha ricevuto una pena di 17 anni, 9 mesi e 10 giorni. Altri imputati, come Andrea Arpino e Francesco Abbinante, sono stati condannati a 14 anni e 10 mesi e 14 anni rispettivamente.

Le condanne non si fermano qui, poiché diverse pene oscillano tra 9 e 12 anni, con i nomi di Paolo Ciprio, Claudio Di Napoli e Vincenzo Carrino che emergono come figure chiave nella rete del clan. Nonostante le pesanti condanne, alcune figure hanno ottenuto assoluzioni su specifici capi d’accusa, ciò dimostra la complessità dei procedimenti legali e la variabilità delle prove raccolte nel corso dell’inchiesta.

Assoluzioni e libertà vigilata

Nel complesso, alcuni membri del clan, tra cui Arcangelo Abbinante e Paolo Ciprio, hanno ottenuto assoluzioni per alcuni dei capi d’accusa a loro contestati, indicando la possibilità di lacune processuali o insufficienza di prove per sostenere l’accusa. L’assoluzione è avvenuta “per non avere commesso il fatto” oppure per motivi legati alla non sussistenza delle accuse.

Per altri imputati, come Francesco Abbinante e altri, è stata disposta la libertà vigilata per un periodo di tre anni, un provvedimento che implica un’attenzione continua durante il periodo di rientro nella società.

Il collegio difensivo, composto da diversi avvocati tra cui Nicola Pomponio, ha già annunciato che le motivazioni delle sentenze saranno rese note entro 30 giorni, creando attesa e interesse attorno a questo processo che ha attratto l’attenzione non solo dei media ma anche della società.

Il contesto di criminalità a Napoli

Il caso degli Abbinante si inserisce in un contesto di lotta alla camorra che a Napoli è sempre molto attuale. Le organizzazioni criminali radicate nel territorio continuano a esercitare il loro controllo attraverso estorsioni, traffico di droga e altre attività illecite. Questi processi, come quello in corso, rappresentano una parte fondamentale della risposta dello Stato per ripristinare la legalità e la sicurezza nella regione. Con sentenze così pesanti, la magistratura tenta di disarticolare strutture criminali che da anni operano nel buio, togliendo potere e risorse a chi infrange le leggi.

Ultimo aggiornamento il 21 Dicembre 2024 da Marco Mintillo

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