Processo Askatasuna: la richiesta di risarcimento dello Stato per le proteste in Val di Susa

Processo Askatasuna: la richiesta di risarcimento dello Stato per le proteste in Val di Susa

Il processo Askatasuna al Tribunale di Torino coinvolge 28 imputati e una richiesta di risarcimento di 6,8 milioni da parte dello Stato per danni legati alle manifestazioni contro il Tav in Val di Susa.
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Processo Askatasuna: la richiesta di risarcimento dello Stato per le proteste in Val di Susa - Gaeta.it

Il maxi-processo Askatasuna si svolge attualmente al Tribunale di Torino e vede al centro una richiesta di risarcimento di 6,8 milioni di euro da parte dello Stato. Questo risarcimento è legato ai danni derivanti dalle attività di opposizione al progetto del Tav in Val di Susa. Il caso coinvolge un gruppo di 28 imputati, tra cui 16 accusati di associazione per delinquere, con richieste di condanna per un totale di 88 anni da parte della Procura. La questione solleva importanti dibattiti sulla libertà di manifestazione e sull’ordine pubblico.

I dettagli del risarcimento richiesto dallo Stato

La domanda di risarcimento presentata dall’Avvocatura dello Stato comprende vari costi sostenuti, fra cui quelli per il ripristino dell’ordine pubblico e le risorse utilizzate durante le manifestazioni. Queste ultime sono state classificate dalla Procura come azioni organizzate dal centro sociale Askatasuna. Gli avvocati dell’Avvocatura, Alessandra Simone e Mauro Prinzivalli, hanno dettagliato il costo di 4,1 milioni di euro per garantire la sicurezza in Val di Susa, con un incremento significativo del numero di agenti di polizia. Nel corso del 2020, erano stati impiegati 205.988 agenti, cifra che è aumentata a 266.451 nel 2021, comportando spese straordinarie ammontanti a 135 mila euro.

In aggiunta ai costi per le forze dell’ordine, il calcolo include anche le spese per le indagini e il danno non patrimoniale, in riferimento al pregiudizio subito dallo Stato a causa delle manifestazioni. Non da ultimo, c’è anche una richiesta di risarcimento di un milione di euro avanzata dall’azienda Telt, responsabilizzata per i lavori della linea ferroviaria Torino-Lione, per i tentativi di sabotaggio che avrebbero compromesso i cantieri. Secondo l’avvocato Daniele Zaniolo, queste azioni sarebbero diventate quasi una consuetudine.

La posizione della difesa e le accuse di associazione per delinquere

La difesa dei 28 imputati ha reagito con fermezza alle accuse di associazione a delinquere. L’avvocato Claudio Novaro ha messo in discussione l’intero impianto accusatorio, evidenziando l’assenza di prove che supportino l’ipotesi di una regia criminale. Secondo Novaro, molte manifestazioni sono emerse da assemblee aperte e coinvolgevano una varietà di gruppi, senza un controllo unitario da parte di Askatasuna. “Come si può giustificare l’idea di una regia in un evento con migliaia di partecipanti di diversa provenienza?” ha affermato l’avvocato, sottolineando la complessità dell’organizzazione e la varietà delle opinioni all’interno della protesta.

Questa dinamica mette in evidenza la distinzione tra il coordinamento di una manifestazione e la ricerca di consensi da parte di gruppi specifici. In sostanza, la difesa sostiene che le manifestazioni siano espressioni di dissenso collettivo piuttosto che atti orchestrati da un gruppo omogeneo.

Contesto politico e sociale del processo

Il processo Askatasuna rappresenta una delle questioni legali più complesse relative alle contestazioni contro il Tav. Le autorità cercano di dimostrare l’esistenza di una struttura organizzata finalizzata al sabotaggio, sebbene la difesa continui a sottolineare l’impossibilità di attribuire responsabilità ad un singolo gruppo. Le manifestazioni che si sono svolte in Val di Susa non sono state solo eventi di protesta, ma occasioni di espressione di una frustrazione collettiva nei confronti delle politiche infrastrutturali del governo.

Questo caso ha sollevato interrogativi ben più ampi, toccando temi cruciali come la libertà di protesta, l’ordine pubblico e il diritto alla resistenza civile. La connotazione politica di questa vicenda fa sì che vi sia un forte interesse non solo tra gli attori coinvolti, ma anche nella società civile, che osserva attentamente come si sviluppa il dibattito sulle manifestazioni pubbliche e sulla gestione della dissidenza da parte delle autorità.

Ultimo aggiornamento il 13 Gennaio 2025 da Sofia Greco

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